Il lago di Piediluco, un angolo incantevole della nostra Umbria, è diventato teatro di una guerra silenziosa ma devastante. Un nemico nascosto, invisibile ai più, sta distruggendo l’ecosistema del lago sotto gli occhi increduli dei pescatori locali. Parliamo del famigerato gambero californiano della Louisiana, soprannominato “killer” per la sua capacità di annientare tutto ciò che incontra sul suo cammino.

Il gambero killer, un predatore spietato che minaccia l’equilibrio naturale

Il lago, un tempo rifugio di una fauna ittica variegata e rigogliosa, è ora una landa desolata per molte specie. Il gambero invasore si è moltiplicato a dismisura, fino a colonizzare ogni angolo del bacino lacustre. Questo crostaceo si nutre di tutto: pesci, uova, piccoli organismi, nulla sfugge alla sua voracità. “Il gambero – racconta un pescatore locale al Messaggero – è capace di ripulire intere aree del lago in pochi giorni. Non c’è scampo per le specie autoctone rimaste”. La pesca, che un tempo era una delle attività principali del luogo, è ora ridotta a una farsa, con i pescatori che riescono a portare a casa solo pochi esemplari di salmerini e coregoni.

Le teorie sull’origine di questa invasione sono molteplici e, a dir poco, inquietanti. Alcuni sostengono che il gambero sia stato introdotto deliberatamente, forse per ripicca verso i pescatori, in un atto di sabotaggio che ha dell’incredibile. Altri, più cauti, ipotizzano che il crostaceo sia semplicemente arrivato nel lago seguendo i torrenti che lo collegano al Reatino. “Non possiamo escludere nulla – afferma un rappresentante dell’associazione locale di pesca – ma è evidente che qualcuno ha giocato con il fuoco, e ora tutti ne paghiamo le conseguenze”.

L’area dell’Ara Marina sembra essere l’epicentro di questa invasione. Qui, i gamberi hanno scavato tane profonde nel fondale, trasformando la zona in un campo di battaglia sotterraneo. Di notte, emergono dalle loro buche, strisciando fino alla riva, dove si moltiplicano incontrastati.

Questo crostaceo non è solo un predatore spietato, ma anche un portatore sano di malattie devastanti. Tra queste, la peste del gambero, una piaga che potrebbe sterminare le poche specie autoctone ancora presenti nel lago. Non è un caso che l’Unione Europea abbia inserito il gambero californiano della Louisiana tra le cinquanta specie invasive più pericolose per l’ambiente.

Le parole dell’esperto: una minaccia diffusa

A confermare la gravità della situazione è anche Francesco Barbarese, dottorando in scienze forestali all’Università della Tuscia, che abbiamo raggiunto telefonicamente per farci spiegare l’origine di questa invasione. “Il gambero è stato introdotto in Italia per scopi alimentari negli anni ’70, è sfuggito dagli allevamenti e, non avendo predatori naturali, si è diffuso in quasi tutti i corsi d’acqua italiani”. Barbarese ha messo l’accento sul fatto che il gambero californiano è estremamente adattabile: “Inoltre, è più tollerante del nostro gambero (Austropotamobius pallipes) all’inquinamento, quindi si può trovare ovunque, dalle città fino ai ruscelli montani”. Ma la vera minaccia sta nella sua voracità. “È un problema per la biodiversità perché divora tutto: girini di rane e rospi, larve di tritone, avannotti di pesci facendone strage”.

Persico trota: un altro intruso

Come se non bastasse, un altro intruso si è fatto strada nel lago di Piediluco: il persico trota. Questo ibrido ha sostituito il persico reale, che un tempo dominava le acque del lago e che era alla base dei celebri carbonaretti, piatto tipico della nostra tradizione culinaria. La sua presenza è un ulteriore segnale del caos che regna nelle acque del lago, ora teatro di una lotta per la sopravvivenza.

Le associazioni di pesca e i residenti locali hanno lanciato numerosi appelli alla Regione Umbria, chiedendo interventi urgenti per contenere l’invasione del gambero killer. Ma finora, le risposte sono state lente.