29 May, 2025 - 21:22

Cinghiate, minacce e insulti ai figli disabili: padre di 76 anni sotto accusa

Cinghiate, minacce e insulti ai figli disabili: padre di 76 anni sotto accusa

Una storia che arriva dalle carte di un'aula giudiziaria di Perugia e che tocca profondamente per la sua drammaticità. Un uomo di 76 anni è finito a processo con l'accusa di maltrattamenti nei confronti dei suoi due figli disabili: la figlia, invalida al 100%, e il figlio, affetto da sclerodermia lineare.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il padre avrebbe esercitato per anni violenze fisiche e psicologiche sui propri figli, in un contesto familiare segnato dalla sofferenza e dall'isolamento.

Nell'udienza preliminare, la difesa, rappresentata dall’avvocato Michele Nannarone, ha chiesto che il processo si celebri con giudizio abbreviato, subordinando tale richiesta allo svolgimento di una perizia psichiatrica per valutare le condizioni mentali dell’uomo.

Perugia, padre accusato di maltrattamenti chiede giudizio abbreviato con perizia psichiatrica

La strategia difensiva punta a ottenere il rito abbreviato, una forma di processo che garantisce uno sconto di pena in caso di condanna, a condizione di integrare gli atti con una perizia psichiatrica sull’imputato.

In aula, l'avvocato Michele Nannarone ha chiesto che il 76enne sia sottoposto a un esame per accertare le sue condizioni mentali e la sua capacità di intendere e di volere al momento dei fatti contestati. La decisione sulla richiesta spetterà al giudice, che dovrà valutare se ammettere tale integrazione probatoria nel procedimento abbreviato.

Figlia invalida al 100% colpita con cinghia e scarponi: le accuse contro il 76enne

La Procura di Perugia contesta al 76enne una serie di condotte aggressive e violente nei confronti dei figli. Stando agli atti dell’accusa, l’uomo li avrebbe più volte colpiti, in particolare la figlia, con cinghiate e schiaffi, arrivando persino a usare oggetti contundenti come degli scarponi per percuoterli.

Alle violenze fisiche si sarebbero aggiunte gravi minacce: l’imputato avrebbe perfino minacciato di far cadere la figlia dal balcone di casa. Secondo le testimonianze raccolte, tali episodi avrebbero generato un clima di terrore e sofferenza all’interno del nucleo familiare.

Minacce shock: “Ti butto giù come la bambola”, la denuncia della figlia disabile

Oltre alle percosse, dagli atti emergono anche continui maltrattamenti verbali. L’uomo avrebbe rivolto ai figli insulti pesanti e frasi umilianti, provocando loro un grave disagio psicologico. I fascicoli dell’indagine riportano espressioni offensive che il padre avrebbe pronunciato quotidianamente nei confronti di entrambi, già duramente provati dalle loro condizioni di salute. Alcune di queste frasi ingiuriose sarebbero state riportate testualmente nei verbali investigativi, a testimonianza del clima familiare denunciato dagli inquirenti.

Offese e umiliazioni ai figli disabili: la ricostruzione dei magistrati

La ricostruzione accusatoria è supportata da diversi elementi di prova presentati dalla Procura. Le fonti comprendono l’atto formale di denuncia, il referto medico che attesta lesioni compatibili con i maltrattamenti, e i verbali delle deposizioni raccolte.

A ciò si aggiungono la documentazione sanitaria relativa alla disabilità della figlia e alla patologia del figlio, nonché le annotazioni di polizia giudiziaria effettuate durante gli accertamenti. La Procura fa inoltre riferimento alla misura cautelare dell’allontanamento dall’abitazione e all’interrogatorio dell’indagato, in cui è stata raccolta la sua versione dei fatti.

Gip di Perugia dispone l’allontanamento da casa: misura attiva da marzo 2025

Nel marzo 2025, durante la fase d’indagine, il giudice per le indagini preliminari (GIP) di Perugia ha disposto a carico del 76enne l’allontanamento dalla casa familiare. La misura, emessa in via d’urgenza su richiesta della Procura, ha imposto all’uomo di lasciare l’abitazione comune e di non avvicinarsi ai due figli, al fine di tutelarne l’incolumità. Tale provvedimento è tuttora in vigore. L’ordinanza cautelare è scaturita dalle prime evidenze dell’inchiesta, che delineavano un quadro di maltrattamenti gravi e reiterati.

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Francesca Secci
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