Il Comune di Terni ha trovato i soldi per completare l’intervento di riqualificazione di piazza Tre Monumenti. Si tratta di un intervento che Palazzo Spada aveva ereditato dalla precedente amministrazione Latini e che aveva cantierizzato fino alla fase finale. Quella relativa alla sistemazione della rotatoria centrale con i tre basamenti in cemento.

Il progetto di recupero della piazza, realizzato dal giovane architetto ternano Valentino Maltese, si era aggiudicato il primo premio del concorso di idee dedicato alla memoria dell’architetto Franco Maroni. Ed era stato in parte finanziato dal Lions Club di Terni, che ne aveva fatto dono al Comune di Terni. L’intervento è stato completato, ma mancavano i fondi per il rivestimento dei tre monoliti che dovrebbero ricordare gli antichi monumenti funerari romani che danno il nome alla piazza.

A dare la notizia della soluzione è stato l’assessore comunale di Terni, Giovanni Maggi, durante il question time in consiglio comunale. Rispondendo a un’interrogazione del gruppo del PD, l’assessore ai lavori pubblici, infatti, oltre a fare il punto sui lavori ha anche ufficializzato una manovra finanziaria che consentirà di completare l’intervento.

Piazza Tre Monumenti: il Lions Club di Terni finanzierà il rivestimento in marmo dei tre monoliti

“Il progetto era stato avviato dalla precedente amministrazione e noi lo abbiamo portato a conclusione – ha spiegato Maggi -. I lavori sono terminati per quello che riguarda il primo stralcio di quell’intervento. L’unica cosa ancora da concludere era la parte centrale della rotatoria. Il progetto iniziale prevedeva una ambientazione della rotonda a verde pubblico. Poi, su richiesta dei Lions, che avevano ideato il concorso di idee, sono stati inseriti i tre monumenti degli imperatori romani. Si tratta di colonne stilizzate che vanno rivestite con materiali di pregio“.

Una incomprensione tra le parti, però, ha bloccato l’intervento. Perché l’amministrazione aveva accettato la modifica progettuale, ma non era stato concordato chi dovesse farsi carico dell’investimento.

In questi giorni è stato chiarito che la somma necessaria, pari a circa 20 mila euro sarà donata dai Lions – conferma Maggi -. Successivamente la materiale esecuzione avverrà da parte dell’amministrazione. Un secondo stralcio riguarderà le strade sull’asse che va da via Plinio il Giovane a via Mazzini, che non era prevista nell’appalto originario. Questo intervento, finanziato attraverso risparmi all’interno del piano periferie per altri 68 mila euro, consentirà il rifacimento dei marciapiedi e la sistemazione stradale con relativa messa in sicurezza degli incroci“.

Il progetto che ha vinto il concorso Franco Maroni, realizzato dall’architetto Valentino Maltese

La storia del luogo e dei monumenti funerari recuperata attraverso l’immagine stilizzata

Non ci sarà, invece, la chiusura al traffico veicolare di via Plinio il Giovane oppure di una parte della piazza. Il PD, infatti, nella sua interrogazione, aveva chiesto anche spazi urbani per i pedoni nelle aree prospicienti la piazza. “Il progetto – ha concluso Maggi – prevedeva il mantenimento della viabilità. Di questa proposta non se ne è mai discusso e ne vanno valutati gli impatti sui collegamenti e sulla mobilità cittadina“.

Piazza Tre Monumenti prende il nome dalle cronache storiche cittadine. Nella zona di Porta Spoletina, infatti, gli storici collocano la presenza di tre monumenti funerari. Nella zona settentrionale dell’attuale città, fuori delle mura antiche, inoltre sono state ritrovate numerose tombe romane coperte da un alto strato alluvionale. Un breve segmento di un ponte romano fu rinvenuto incastrato presso le fondamenta delle mura medievali, accanto alla Porta dei Tre Monumenti. 

Secondo un passo di Vopisco, a Terni furono edificate statue e cenotafi per gli imperatori Tacito e Anio Floriano. Tanto da far consolidare l’ipotesi che essi fossero nati proprio in città. Nel 1907, lungo la via dei Tre Monumenti furono scoperte le fondamenta di tre monumenti funerari romani, che erano ancora visibili nel XVI secolo. Riprendendo una antica tradizione erudita, essi si vollero identificare arbitrariamente coi sepolcri dei Tacito (cit. Treccani).