La recente ristrutturazione di Piazza 40 Martiri a Gubbio ha portato alla luce un problema tecnico piuttosto evidente: le pietre del selciato sono state posate con le zigrinature orientate in due direzioni diverse, creando un effetto visivo disomogeneo che molti cittadini non hanno tardato a notare e a segnalare. Il risultato è un contrasto di luci e ombre che segue una linea irregolare e che, più che una scelta stilistica, sembra derivare da una posa non uniforme delle pietre. Questo ha sollevato dubbi non solo sulla qualità dell’intervento, ma anche sulla supervisione dei lavori e sulla corretta applicazione delle tecniche tradizionali.
Ma perché l'orientamento delle zigrinature è così importante? Quali sono le regole per una posa del selciato a regola d’arte? E soprattutto, come si inserisce questa criticità in un più ampio contesto di polemiche che hanno accompagnato l’intero progetto di riqualificazione della piazza?
Le zigrinature sulla pietre non sono solo dettaglio estetico ma rispondono a funzioni pratiche
Le zigrinature sulle pietre del selciato non sono un semplice dettaglio estetico, ma rispondono a precise funzioni pratiche. Queste incisioni superficiali servono principalmente a:
- Garantire maggiore aderenza alle superfici, riducendo il rischio di scivolamento, specialmente in caso di pioggia o umidità.
- Facilitare il deflusso dell’acqua, evitando accumuli pericolosi e migliorando il drenaggio della pavimentazione.
- Uniformare l’aspetto visivo, creando una continuità estetica che contribuisce all’armonia dello spazio pubblico.
Nel caso di Piazza 40 Martiri, la posa delle pietre in direzioni opposte ha invece generato un effetto visivo irregolare, con alcune sezioni più ombreggiate di altre a seconda dell’incidenza della luce. Questa incongruenza è stata paragonata da alcuni cittadini alla "scriminatura" dei capelli, dove i blocchi a destra e quelli a sinistra seguono un orientamento diverso, creando un’ombra netta al centro. Se questa scelta fosse stata studiata, potrebbe avere un senso architettonico, ma l’impressione generale è che si tratti più di una scelta lasciata al caso, piuttosto che di una precisa volontà progettuale.
Le regole tecniche della pavimentazione in pietra sono definite dalle normative italiane
La pavimentazione in pietra naturale segue regole tecniche precise, definite dalle normative italiane e dalle migliori pratiche edilizie tradizionali. Secondo le linee guida per la posa dei selciati storici, si deve garantire:
Una base di supporto solida e drenante
- Il piano di posa deve essere costituito da almeno 40 cm di misto granulare ben compattato, oppure da una platea in calcestruzzo armato con rete elettrosaldata, a seconda delle esigenze del sito.
- La stabilità della superficie è fondamentale per evitare cedimenti nel tempo e dislivelli tra le pietre.
Un'orientazione uniforme delle zigrinature
- Le zigrinature devono essere tutte orientate nello stesso verso, in modo da garantire uniformità visiva ed evitare contrasti di ombre e luci che spezzano l'armonia della pavimentazione.
- L’alternanza casuale delle direzioni, come accaduto in Piazza 40 Martiri, è considerata un errore tecnico nella posa.
Un'adeguata sigillatura delle fughe
- Le pietre devono essere posate con fughe regolari, successivamente sigillate con una boiacca densa di cemento Portland o bianco, miscelata con una ridotta parte di sabbia fine per garantire durabilità e resistenza agli agenti atmosferici.
Un'attenta supervisione dei lavori
- In interventi di restauro su piazze storiche, la posa dovrebbe essere seguita da maestranze specializzate, con il controllo attento del direttore dei lavori per garantire il rispetto delle tecniche tradizionali.
- L’impressione, in questo caso, è che la direzione dei lavori abbia lasciato eccessiva libertà agli operai, senza imporre uno schema preciso.
Le preoccupazioni di "Salviamo il Paesaggio" sulla gestione del giardino storico
Le irregolarità nella posa del selciato sono solo una delle criticità emerse durante i lavori di ristrutturazione di Piazza 40 Martiri. L’associazione "Salviamo il Paesaggio" ha espresso preoccupazioni sulla gestione del giardino storico della piazza, criticando l’uso di materiali che avrebbero compromesso l’integrità dell’area verde.
L’urbanista Paolo Berdini, noto per il suo impegno nella tutela del patrimonio urbanistico, ha criticato duramente l’approccio dell’amministrazione comunale, accusandola di aver ignorato le osservazioni tecniche e storiche che avrebbero potuto evitare alcuni degli interventi più controversi. In particolare, la rimozione di parte delle aiuole e la sostituzione con superfici cementificate hanno scatenato un acceso dibattito tra i cittadini e gli esperti di urbanistica.
A peggiorare la situazione, le piogge torrenziali di dicembre hanno causato l’allagamento del portico della Loggia dei Tiratoi, un evento che molti hanno attribuito alla scarsa qualità del nuovo sistema di drenaggio. L’accumulo d’acqua in una zona di grande valore storico e architettonico è stato visto come la prova che qualcosa nei lavori non ha funzionato come previsto.
Oltre alle problematiche tecniche, la ristrutturazione ha avuto conseguenze dirette sulla vita dei cittadini e dei commercianti della zona. La ripresa dei lavori dopo la pausa natalizia ha comportato la chiusura improvvisa dei parcheggi riservati a residenti e commercianti.
Molti esercenti hanno lamentato difficoltà nel carico e scarico delle merci, con un impatto negativo sulle attività economiche del centro storico. Le associazioni di categoria hanno chiesto chiarimenti all’amministrazione, sottolineando come una gestione più attenta della logistica avrebbe potuto ridurre i disagi.
Le tecniche tradizionali di posa in opera dei selciati richiedono competenza, precisione e uniformità
La riqualificazione di Piazza 40 Martiri è un’opera di grande rilevanza per Gubbio, ma suscitato una scia di polemiche. L’orientamento disomogeneo delle zigrinature nel selciato è solo uno dei problemi, ma rappresenta un esempio di come la mancanza di supervisione e attenzione ai dettagli possa compromettere il risultato estetico e funzionale di un’opera pubblica.
Le tecniche tradizionali di posa dei selciati richiedono competenza, precisione e uniformità, tre elementi che in questo caso sembrano essere stati trascurati. Il problema dell’orientamento delle pietre potrebbe essere risolto con un intervento correttivo mirato, ma resta il dubbio su come siano state gestite le altre fasi del cantiere.
Questa vicenda evidenzia l'importanza di coinvolgere la cittadinanza nei processi decisionali e di garantire una direzione dei lavori più attenta e rigorosa. Le piazze storiche non sono semplici spazi urbani, ma parte integrante dell'identità di una città. Intervenire su di esse richiede rispetto per la tradizione, competenza tecnica e un’attenta pianificazione, elementi che, in questo caso, sembrano essere stati messi in secondo piano.