11 Apr, 2025 - 12:05

Piazza Grande, allarme salnitro: dopo la nuova pavimentazione, emergono criticità e polemiche. Oggi il confronto con l'impresa

Piazza Grande, allarme salnitro: dopo la nuova pavimentazione, emergono criticità e polemiche. Oggi il confronto con l'impresa

Destano sempre più preoccupazione le condizioni di Piazza Grande a Gubbio, a meno di un anno dalla sua riapertura al pubblico. Inaugurata il 28 aprile 2024, al termine di un cantiere cominciato nel luglio 2023, la piazza – da sempre cuore monumentale, sociale e simbolico della città – si ritrova oggi al centro di un acceso dibattito cittadino e politico. Le nuove lastre, pensate per valorizzare uno degli spazi più iconici d’Italia, stanno mostrando segni evidenti di degrado: chiazze biancastre e diffuse efflorescenze saline, causate da infiltrazioni d’acqua, stanno compromettendo l’estetica e forse la durabilità dell’intervento.

Il fenomeno, già segnalato da diversi cittadini e osservatori nelle settimane successive alla riapertura, si è aggravato durante l’inverno, quando l’umidità ha evidenziato ulteriormente le problematiche legate all’impermeabilizzazione del sottofondo. Le immagini circolate in rete e rilanciate dai media locali mostrano uno scenario preoccupante: una piazza che, nel suo disegno e nei materiali, voleva celebrare la bellezza e la tradizione architettonica di Gubbio, oggi risulta segnata da ampie macchie bianche, che molti imputano alla risalita capillare del salnitro.

Il summit a Palazzo Pretorio

La gravità della situazione ha spinto la Giunta comunale guidata da Vittorio Fiorucci a convocare per oggi, venerdì 11 aprile, un incontro urgente a Palazzo Pretorio con l’impresa esecutrice dei lavori e con la direzione tecnica del cantiere. Saranno presenti lo stesso sindaco Fiorucci e l’assessore all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici Spartaco Capannelli, che si sono mostrati determinati a fare chiarezza sulle cause e le responsabilità di quanto sta accadendo.

Il summit arriva dopo settimane di polemiche politiche e proteste da parte di cittadini, commercianti e gruppi consiliari di opposizione, che hanno chiesto un’indagine tecnica indipendente e un piano di monitoraggio continuo. Il timore diffuso è che le problematiche emerse non siano circoscritte a fenomeni temporanei o di semplice “assestamento” dei materiali, ma che siano il sintomo di errori strutturali nel progetto o nella posa in opera della pavimentazione.

Ma cosa sta succedendo realmente sotto le lastre di Piazza Grande? Gli esperti parlano di efflorescenze saline, un fenomeno piuttosto noto nel mondo dell’edilizia, specialmente quando si lavora in contesti storici e con materiali porosi. In pratica, l’acqua presente nel sottosuolo – o penetrata dalla superficie – risale per capillarità attraverso i giunti e i pori delle pietre, portando in superficie sali solubili che, una volta evaporata l’umidità, si cristallizzano in superficie formando le caratteristiche macchie bianche.

Il salnitro, come è noto, è un segnale evidente di umidità e può derivare da diverse fonti: infiltrazioni laterali, mancanza di una corretta impermeabilizzazione, cattivo drenaggio, o utilizzo di materiali incompatibili con il contesto. In questo caso, la situazione è resa ancora più delicata dalla particolare conformazione della piazza, sospesa sul vuoto e costruita su poderosi archi medievali che fanno da basamento alla grande terrazza.

Secondo alcune fonti tecniche, il progetto avrebbe previsto uno strato impermeabilizzante al di sotto della nuova pavimentazione, ma non è ancora chiaro se questo sia stato realizzato correttamente o se abbia presentato criticità già in fase esecutiva. La pioggia intensa e persistente di questo inverno potrebbe aver fatto il resto, rivelando limiti progettuali che erano sfuggiti nei primi mesi di apertura.

Il confronto con la vecchia pavimentazione

Un punto centrale nel dibattito cittadino riguarda il confronto con la precedente pavimentazione della piazza, realizzata negli anni ’70. Sebbene meno pregiata dal punto di vista estetico e non filologicamente perfetta, quella soluzione si era dimostrata resistente e funzionale per oltre cinquant’anni. Molti cittadini si chiedono se il restyling – pur motivato da esigenze di riqualificazione e valorizzazione – non sia stato affrontato con troppa fretta o con insufficiente attenzione al contesto idrogeologico e storico.

È evidente che l’intervento su un luogo così delicato come Piazza Grande non può essere ridotto a una semplice operazione edilizia: si tratta di un patrimonio che vive al centro della memoria collettiva, della vita sociale e degli eventi pubblici di Gubbio. Non a caso, le criticità emerse sono vissute da molti non solo come un problema tecnico, ma come una ferita all’identità della città.

L’incontro di oggi potrebbe aprire nuovi scenari. In primo luogo, sarà importante chiarire se le infiltrazioni e le efflorescenze rientrino in fenomeni “fisiologici” di assestamento – come sostengono alcuni tecnici vicini all’impresa – o se rappresentino invece difetti costruttivi da correggere con interventi straordinari. In secondo luogo, si dovrà capire chi dovrà sostenere i costi di eventuali ripristini: se l’impresa, in regime di garanzia, o il Comune, con ulteriori esborsi pubblici.

Intanto, la Giunta Fiorucci si trova sotto pressione. L’assessore Capannelli ha promesso massima trasparenza e rigore tecnico, assicurando che “ogni anomalia sarà documentata e, se necessario, corretta con interventi risolutivi e definitivi”. Ma i gruppi di opposizione chiedono che venga coinvolta anche la Soprintendenza e che sia nominato un consulente terzo per valutare le condizioni della pavimentazione e suggerire eventuali soluzioni.

Un banco di prova politico e culturale

La vicenda di Piazza Grande non è solo un fatto tecnico o amministrativo. È diventata un banco di prova per l’intera amministrazione comunale, e forse anche un simbolo più ampio di come si affrontano i grandi interventi pubblici nel contesto delle città storiche. A Gubbio – come altrove – la cura del patrimonio e l’innovazione devono trovare un punto di equilibrio, evitando che la fretta o le logiche dell’appalto compromettano la qualità finale del progetto.

La cittadinanza attende risposte chiare e soluzioni concrete. Piazza Grande, con la sua imponenza architettonica e la sua posizione scenografica unica al mondo, merita un’attenzione speciale, che non si fermi alle superfici, ma che guardi in profondità.

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Mario Farneti
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