A poche ore dall’inaugurazione, in pompa magna, di Piazza Grande abbiamo notato uno strano e inquietante fenomeno. Nel corridoio riservato ai turisti per raggiungere il Palazzo dei Consoli, la pavimentazione ha assunto una colorazione grigiastra a differenza del resto della piazza che è di un rosso chiaro. Come può essere accaduta una cosa simile?
La risposta è facile, la superficie dell’antica platea magna comunis presenta una forte porosità a assorbe la gomma della maggior parte delle suole prodotte oggi. Avevamo ripreso su queste pagine la denuncia del Corriere dell’Umbria circa la evidente porosità che, a detta di un geologo, avrebbe prodotto un abnorme assorbimento dell’umidità. Fenomeno che avrebbe potuto, in inverno, lesionare alcune parti della pavimentazione a causa del ghiaccio che si sarebbe insinuato nelle cavità rilevate all’interno delle mattonelle.
A Piazza Grande, preoccupante differenza cromatica tra la parte fruita dai turisti e la parte libera
Dalle foto pubblicate si può osservare la differenza cromatica tra la parte fruita oggi dai turisti e quella ancora libera. Una differenza che è ben più evidente a occhio nudo e che non lascia prevedere nulla di buono per il futuro della pavimentazione.
Immaginate il giorno dei Ceri. La piazza sarà affollatissima e si formerà la consueta calca. Sciamata la folla, come si presenterà la piazza? Non serve troppa intelligenza per capire che l’intera superficie calpestabile avrà cambiato colore. Sarà diventata completamente grigia.
Già destano allarme alcune sgommate stampate sul selciato all’apparenza indelebili, lasciate dai furgoni intenti a sgomberare l’area dai materiali edili. Per non parlare poi del livellamento della superficie che sembra essere stato ispirato dalla fretta di concludere i lavori in tempo. In alcune zone esistono evidenti dislivelli nei quali è facile incespicare e a questo problema non c’è soluzione.
Una domanda viene logica e non riguarda i politici ma i tecnici. Non erano consapevoli che la messa in opera di un materiale di quel tipo avrebbe provocato certi inconvenienti? Qual è stata la loro valutazione?
La pavimentazione diventerà presto completamente grigia
Noi non siamo dei tecnici ma solo degli osservatori e anche fruitori della piazza. Tuttavia alla fine il nostro giudizio sarà quello che conterà più di tutti, perché è evidente che un’area di importante interesse culturale e architettonico deve soddisfare l’occhio dell’osservatore che in conclusione è l’unico giudice.
Verrebbe da pensare che lo sporco assorbito dalla pavimentazione potrebbe essere rimosso periodicamente con apposite macchine pulitrici. Operazione che in ogni caso produrrebbe un costo ricorrente non preventivato. E poi quale sarebbe l’esito di un intervento del genere? Si potrebbe tentare di trattare la superficie con prodotti industriali che ne eliminino la porosità. Tutte pratiche mai definitive ma che dovrebbero essere eseguite periodicamente e che produrrebbero costi ricorrenti.
Ricordiamo cha la risistemazione della piazza è costata circa 1.250.000 euro, in parte finanziati dal Ministero della Cultura (800.000) e in parte da un mutuo acceso dal Comune con la Cassa depositi e prestiti (450.000).
Le opere di consolidamento erano improrogabili
Soldi buttati? Non arriviamo a dire questo, perché in ogni caso si è provveduto a migliorie strutturali che hanno alleggerito il carico sugli arconi e che hanno anche eliminato alcune infiltrazioni di umidità che avrebbero potuto compromettere la stabilità della piazza pensile. Quindi certamente lavori necessari e non prorogabili.
Resta purtroppo il fatto che il colpo d’occhio sulla piazza sia molto deludente. La pavimentazione precedente, realizzata con mattonelle Impruneta, risultava più vivace e più omogenea rispetto all’attuale, la cui colorazione appare smorta e appunto tendente a sporcarsi con facilità. Si trattava anche di un materiale per nulla poroso ma molto compatto, anche se più pesante di quello adottato oggi.
Può essere stato l’elemento del peso della pavimentazione sulla struttura di sostegno della piazza ad aver suggerito ai tecnici l’utilizzo di un materiale più sottile e più poroso e quindi più leggero. Perciò vi è stata una prevalenza dei calcoli ingegneristici su quelli estetici con i risultati che abbiamo sotto gli occhi.
Questa logica non ha prodotto risultati confortanti sul piano estetico, tali da conservare l’armonia di un insieme monumentale unico al mondo.