Si prepara l’inaugurazione di Piazza Grande ripavimentata e consolidata. Si sta ultimando l’intervento cominciato a luglio 2023 tra non poche perplessità e polemiche per i disagi e le ripercussioni negative sui flussi turistici denunciati anche dagli operatori economici della zona.

Ora che l’intervento si avvia a conclusione, la Giunta Stirati, anche per continuare a mandare segnali di continuità in prospettiva, sta predisponendo una cerimonia pre-elettorale in pompa magna che potrebbe essere a ridosso del 25 aprile, in una melassa stomachevole che cerca di omogeneizzare feste e tradizioni completamente lontane fra loro. Il periodo è infatti a ridosso alla Festa dei Ceri che nulla ha a che vedere con i festeggiamenti del 25 aprile e del 1° maggio.

A Piazza Grande ripavimentata sarà presente il Ministro Sangiuliano

È atteso per la inaugurazione il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano (indipendente di destra, in precedenza Msi), e viene facile ironizzare temendo qualche gaffe come l’ultima che in queste ore sta facendo il giro del mondo creando molti imbarazzi, dopo aver confuso Piccadilly Circus con Times Square.

Si può temere qualche altra battuta o riflessione infelice che magari possa danneggiare Gubbio, al di là delle passerelle politico-istituzionali con risvolto elettorale. Potrebbe fare, il ministro, qualche scivolone sulla Festa dei Ceri, territorio altamente sdrucciolevole per chi non è di Gubbio, che gli eugubini non gli perdonerebbero mai e per il quale gli interdirebbero a vita l’ingresso nel Comune.

La ripavimentazione di Piazza Grande ha subito vicende alterne dopo che ha rivelato la sua vera natura che non era in origine quella di una piazza aperta su un ampio panorama ma, al contrario, quella di uno spazio concluso. Una costruzione rinascimentale che prevedeva un ampio porticato lungo tutta la parte occidentale della piazza. Cosa che piaceva affatto al marchese Francesco Ranghiasci Brancaleoni influenzato dalla di lui moglie, la nobildonna inglese Matilde Hobhouse, già amante del Foscolo che nel 1839 decise che quel porticato ingombrava la visuale della pianura di Gubbio e andava demolito. E così fu. Da quel momento si perse la memoria del manufatto coevo alla costruzione della piazza pensile che unisce i due palazzi affrontati, il Palazzo del Consoli e il Palazzo Pretorio.

Emerse dagli scavi le basi del portico

Durante gli scavi per il rifacimento della pavimentazione e per l’alleggerimento del peso sopra gli arconi che sostengono la piazza Pensile, sono riemerse le basi dei pilastri del porticato. Con esse anche altre evidenze, come una fontana poligonale mai ultimata e la scalea davanti al portone del Palazzo Pretorio che si apre su Piazza Grande.

La ripavimentazione della piazza è stata eseguita con mattonelle che, opportunamente trattate, non dovrebbero discostarsi per colore da quelle preesistenti che risalivano al 1970. Insomma la piazza dovrebbe riprendere la consueta fisionomia e dovrebbe ospitare in maniera adeguata l’alzata dei Ceri, la mattina del 15 maggio.

Piazza Grande ripavimentata è il palcoscenico sul quale si rappresenta una delle Feste più antiche d’Italia la cui memoria risale alla seconda metà del XII secolo.

Piazza Grande, il palcoscenico delle Festa dei Ceri di Gubbio

Tuttavia Piazza Grande, in origine, ospitava solo una fase della Corsa de Ceri, il pomeriggio del 15 maggio perché le tre imponenti macchine venivano alzate il mattino, ognuna in un diverso quartiere della città. Fu dopo la Seconda Guerra Mondiale che anche grazie all’azione dell’Associazione Maggio Eugubino unificarono l’alzata a Piazza Grande che si rivelò il palcoscenico più adatto. Quando alle 11,45 il corteo raggiunge Piazza Grande, i magistrati cittadini in costume medioevale consegnano le chiavi della città al Primo Capitano: un gesto simbolico che ricorda a tutti che per un giorno il potere è nelle mani del popolo.

Dopo il saluto del Sindaco e del Vescovo, i Ceri irrompono dalla scalinata del Palazzo dei Consoli nella piazza gremita di folla multicolore. Il suono profondo del Campanone, antica campana civica, mosso dai campanari, segna l’inizio dell’alzata. I Capodieci, dall’alto delle barelle gettano in aria le tre brocche di ceramica e i Ceri raggiungono la posizione verticale. Portati a spalla dai ceraioli, con difficoltà riescono a fendere il “muro” umano per compiere le “birate”, cioè tre giri intorno al pennone centrale della piazza prima di raggiungere, ognuno con percorsi diversi le vie, le strade, le piazze.

È questo il significato che riveste oggi Piazza Grande e che non può più esserle tolto.