La tradizione del “Piatto di Sant’Antonio Abate” a Santa Maria degli Angeli di Assisi si rinnova anche quest’anno, portando con sé una storia che affonda le radici nel XVII secolo e si intreccia con la cultura, la devozione e la solidarietà di un’intera comunità. L’edizione 2025, in programma dal 10 al 19 gennaio, si preannuncia storica, segnando un momento di profondo cambiamento: per la prima volta, la “prioranza” è composta interamente da donne, un atto simbolico e rivoluzionario che arricchisce questa celebrazione tanto cara agli angelani.
La prioranza del 2025 è guidata da 12 priore, tra cui la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, già sindaca di Assisi. Le altre componenti, donne di spicco della comunità, includono: Francesca Bianconi, Tiziana Borsellini, Rossana Calzolari, Marcella Della Bina, Valentina Di Pasquale, Maria Cristina Lollini, Barbara Marconi, Rita Nardone, Daniela Rosati, Roberta Rosati e Alessandra Tarpanelli.
Per secoli, la prioranza era un incarico esclusivamente maschile, rendendo questo cambiamento un segnale importante per la valorizzazione del ruolo delle donne nella società e nelle tradizioni culturali. Durante la presentazione ufficiale, la presidente Proietti ha indossato il tradizionale mantello da priora, dichiarando con orgoglio: “Portare questo mantello è un onore e un privilegio, un simbolo del coraggio di rompere con il passato senza dimenticarlo”.
Il Piatto di Sant’Antonio Abate è legato al culto del santo protettore degli animali
La celebrazione del Piatto di Sant’Antonio Abate è legata al culto del santo protettore degli animali, radicato nella storia della Compagnia di Sant’Antonio Abate, attiva già nel XVII secolo. La tradizione popolare del Piatto risale almeno al 1655, ma è intorno al 1860 che riprende vigore. Santa Maria degli Angeli, allora un borgo prospero grazie al passaggio delle diligenze postali tra Roma e Firenze, vide in Sant’Antonio il protettore contro una terribile morìa di cavalli. La gratitudine della comunità verso il santo trovò espressione in un pasto simbolico, inizialmente offerto ai poveri, ai priori e ai confrati, che col tempo divenne un evento inclusivo per tutta la cittadinanza.
La manifestazione del 2025 si snoda su diversi giorni, con eventi che combinano tradizione, devozione e cultura. Il clou sarà domenica 19 gennaio, con una serie di appuntamenti imperdibili:
- Messa Solenne: Celebrata nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli, un luogo simbolo di fede e spiritualità.
- Processione per le vie del paese: Una partecipazione collettiva che unisce la comunità civile e religiosa.
- Benedizione degli animali: Sul sagrato della basilica, in onore del santo protettore.
- Il Piatto di Sant’Antonio: Servito in 30 ristoranti locali, per un totale stimato di circa 10.000 piatti, tutti rigorosamente identici, nel rispetto della tradizione.
Ogni piatto include: rigatoni al sugo di carne, 4 salsicce arrosto, 2 polpette in umido, 2 fette di carne di manzo, un panino, una mela o un’arancia, acqua e vino
Questa uniformità è simbolo di condivisione e uguaglianza, rafforzando il senso di comunità.
Quest’anno un percorso espositivo “Bonum – Storie e tradizioni del Piatto di Sant’Antonio”
Una novità dell’edizione 2025 è l’inaugurazione del percorso espositivo permanente “Bonum – Storie e tradizioni del Piatto di Sant’Antonio”, ospitato nel Palazzo del Capitano del Perdono. Questo progetto celebra la storia e i valori del Piatto attraverso un’esperienza immersiva, con:
- Contenuti multimediali interattivi
- Oggetti storici legati alla tradizione
- Narrazioni coinvolgenti
L’inaugurazione ufficiale si terrà domenica 12 gennaio alle ore 16:00, rappresentando un ulteriore passo avanti nella valorizzazione del patrimonio culturale angelano.
La celebrazione del Piatto non è solo un momento di festa, ma anche un’occasione per rinnovare lo spirito di solidarietà che caratterizza questa comunità. Oltre al coinvolgimento delle famiglie e dei ristoranti locali, la tradizione include il sostegno ai più bisognosi, in linea con gli insegnamenti di Sant’Antonio Abate.
Ogni anno migliaia di persone partecipano a questa festa
Il “Piatto di Sant’Antonio” rappresenta un ponte tra passato e presente, mantenendo vive le radici culturali di Santa Maria degli Angeli e adattandole ai tempi moderni. La partecipazione delle donne nella prioranza e l’introduzione di un percorso espositivo permanente sono esempi di come la tradizione possa evolvere senza perdere la sua essenza.
L’iniziativa dimostra anche l’importanza di investire nella cultura come strumento per rafforzare l’identità locale e promuovere il turismo. Ogni anno, migliaia di persone partecipano a questa festa, rendendola non solo un evento locale, ma anche un’attrazione per visitatori da tutta l’Umbria e oltre.
La festa del Piatto di Sant’Antonio è una testimonianza di come la memoria storica possa diventare un motore di crescita culturale ed economica.
Con l’edizione 2025, il “Piatto di Sant’Antonio Abate” conferma la sua centralità nella vita di Santa Maria degli Angeli e nella tradizione umbra. La prioranza al femminile, l’introduzione del percorso “Bonum” e l’attenzione alla dimensione sociale della festa rappresentano segnali di una tradizione in evoluzione, capace di rispondere alle sfide del presente senza dimenticare le sue radici.