03 Jul, 2025 - 14:00

Piano Socio-sanitario Territoriale: Anci Umbria e i Comuni capofila partecipano alla condivisione del progetto regionale

Piano Socio-sanitario Territoriale: Anci Umbria e i Comuni capofila partecipano alla condivisione del progetto regionale

Èstato il Palazzo Broletto di Perugia, sede simbolica delle politiche sociali umbre, ad aver ospitato il primo confronto operativo per il nuovo Piano Socio-sanitario Territoriale promosso dalla Regione Umbria. Un appuntamento che ha visto seduti attorno allo stesso tavolo Anci Umbria, i Comuni capofila delle dodici Zone sociali regionali e la direttrice regionale Salute e Welfare, Daniela Donetti, insieme a componenti del gruppo di lavoro regionale.

L’obiettivo dichiarato è ambizioso: definire un piano strategico condiviso con i territori, costruito dal basso, capace di integrare la dimensione sanitaria con quella sociale in un unico sistema, efficace e coeso.
Un passo che rompe con la lunga assenza di programmazione strutturale: l’ultimo Piano Sanitario Regionale risale infatti al 2009.

Un cambio di metodo: “I territori protagonisti delle scelte socio-sanitarie”

“Esprimo soddisfazione per questo importante momento di confronto -ha dichiarato Federico Gori, presidente di Anci Umbria-che considero un segnale concreto di un metodo di lavoro partecipato, capace di valorizzare l’ascolto e l’attenzione verso i territori”.
Per Gori, l’incontro rappresenta l’avvio di un percorso virtuoso, in cui i sindaci non sono meri attuatori, ma co-autori delle politiche socio-sanitarie regionali. “Un’impostazione - ha aggiunto- che ci consente di affrontare con maggiore efficacia le criticità che le nostre comunità vivono quotidianamente”.

Alla base dell’intero impianto c’è una visione: superare la tradizionale separazione tra sociale e sanitario, integrando competenze, strumenti e risorse per una presa in carico della persona nella sua interezza e dignità.
Un principio rafforzato anche dagli interventi della dirigente regionale Valentina Battiston e di Emilio Paolo Abbritti, direttore del Distretto del Trasimeno dell’Usl Umbria 1, presenti al tavolo.

Case della Comunità, cronicità e prevenzione: gli assi del nuovo Piano

Nel nuovo disegno strategico, le Case della Comunità diventano cardine della riorganizzazione territoriale: luoghi fisici e simbolici dove cittadini e operatori sociali e sanitari si incontrano.
Un approccio condiviso anche da Costanza Spera, coordinatrice della Commissione Welfare di Anci Umbria, che ha sottolineato: “Il metodo scelto è corretto perché prevede la reale partecipazione dei territori e del terzo settore, i veri protagonisti”.

La struttura del Piano Socio-sanitario Territoriale si incastra nel più ampio Piano Socio-sanitario Regionale 2025-2030, con un focus specifico su prevenzione, telemedicina, cure domiciliari e presa in carico dei soggetti fragili. Particolare attenzione sarà dedicata all’invecchiamento della popolazione e all’aumento della cronicità, temi ormai centrali nella sanità pubblica italiana.

Verso una partecipazione territoriale ampia e strutturata

L’incontro di Perugia non è stato che il primo tassello. Il percorso partecipativo prevede una fase allargata di consultazione con tutti i soggetti istituzionali, associativi e del terzo settore interessati, per rafforzare la coerenza delle scelte con i reali bisogni delle comunità locali.
“Il confronto ha fatto emergere diversi elementi sociali rilevanti -ha aggiunto Gori -che integrati alla componente sanitaria offrono una prospettiva di crescita culturale nell’affrontare tematiche complesse”.

La Regione Umbria, attraverso la Giunta regionale e la Direzione Salute e Welfare, conferma dunque una linea chiara: lavorare su una programmazione condivisa, dove l’ascolto istituzionale non sia episodico ma strutturato, con l’ambizione di rimettere i territori al centro delle scelte sulla salute e sul benessere dei cittadini.

Un’operazione tutt’altro che formale, che segna un’inversione di rotta rispetto al passato e apre a nuove forme di governance socio-sanitaria, più prossime, trasparenti e partecipate.

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Federico Zacaglioni
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