Quasi 17 milioni di euro per rafforzare il sistema di welfare umbro e affrontare in modo strutturale il fenomeno della povertà. È la dotazione complessiva del Piano regionale per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alle povertà 2024-2026, preadottato dalla Giunta regionale dell’Umbria e presentato dall’assessore al Welfare, Fabio Barcaioli, che ne ha illustrato obiettivi, strumenti e impostazione strategica.
Il Piano regionale contro la povertà rappresenta uno dei principali atti di programmazione sociale della legislatura. Con una dotazione complessiva prossima ai 17 milioni di euro, la Regione Umbria intende rispondere a un fenomeno in crescita, caratterizzato da una vulnerabilità sempre più strutturata e concentrata soprattutto nei contesti urbani di maggiori dimensioni.
L’annuncio è arrivato nella giornata della preadozione del documento da parte della Giunta regionale, passaggio che avvia formalmente l’iter di confronto istituzionale e partecipativo prima dell’approvazione definitiva. L’obiettivo dichiarato è quello di superare una gestione frammentaria delle politiche sociali, costruendo invece un quadro unitario e coerente di interventi.
A caratterizzare il Piano, come ha spiegato l’assessore Barcaioli, è un cambio di impostazione radicale rispetto al passato. “Compensiamo la mancanza di attenzione alle politiche sociali e di contrasto alla povertà della Giunta precedente con risorse che si era dimenticata di mettere in campo, visto che oggi, ad inizio 2026, portiamo un piano triennale 2024-2026. Ribaltiamo così completamente il paradigma che fino ad ora era stato portato avanti, che era quello di combattere i poveri invece di combattere la povertà”.
Secondo l’assessore, il valore aggiunto del Piano sta proprio nella sua natura complessiva: la Regione, ha sottolineato, “presenta un piano complessivo che mette insieme tutte le politiche sulla povertà, dando un indirizzo comune”, superando la logica di interventi episodici e scollegati tra loro.
Il cuore della nuova strategia regionale è la costruzione di una rete stabile tra istituzioni e attori sociali. “Contrastare la povertà significa uscire dalla logica degli interventi isolati e costruire risposte condivise sui territori. Abbiamo scelto di partire dall’ascolto perché solo così le politiche sociali diventano efficaci”, ha spiegato Barcaioli.
Il Piano mette in relazione Comuni, Zone sociali e Terzo settore, definendo regole chiare e assegnando direttive precise sull’utilizzo delle risorse. Un’impostazione che punta a rendere omogenei gli interventi sul territorio regionale, pur nel rispetto delle specificità locali.
La preadozione del Piano apre ora una fase di confronto con gli stakeholder regionali: enti locali, servizi sociali, organizzazioni del Terzo settore e realtà impegnate nel contrasto alle povertà. Solo al termine di questo percorso il documento sarà trasmesso al ministero del Lavoro e delle politiche sociali per la verifica di conformità al quadro nazionale.
Successivamente, una volta completato l’iter formale, si procederà con l’adozione definitiva e con il trasferimento delle risorse ai territori. Un passaggio ritenuto essenziale per garantire trasparenza, condivisione e coerenza nell’attuazione delle misure previste.
Tra gli elementi qualificanti del Piano c’è l’attenzione non soltanto al sostegno economico, ma ai percorsi di inclusione sociale. L’obiettivo, ha evidenziato Barcaioli, è “far uscire le persone da una condizione di povertà e non solo sostenerle”.
“Un piano ambizioso che guarda i senza fissa dimora, la povertà estrema e non solo nell’accoglienza ma anche in un progetto di inserimento all’interno della società”, ha aggiunto l’assessore, sottolineando la volontà di investire su accompagnamento, presa in carico e reintegrazione sociale.
Nel dettaglio, il Piano destina all’Umbria oltre 15 milioni di euro del Fondo povertà nazionale per il triennio 2024-2026. Le risorse sono rivolte principalmente ai beneficiari dell’Assegno di inclusione e ai nuclei familiari in condizioni di disagio economico.
Tra le azioni previste figurano il rafforzamento degli accordi territoriali, il coordinamento dei servizi attraverso équipe multidisciplinari, la valorizzazione del ruolo del Terzo settore mediante strumenti di collaborazione e responsabilità condivisa. A supporto di questo approccio sono previsti anche un tavolo di governance regionale, iniziative a regia regionale e percorsi di formazione e accompagnamento per gli operatori sociali.
Una quota aggiuntiva specifica del Fondo povertà, pari a 300 mila euro nel triennio, è riservata agli interventi per la povertà estrema e le persone senza dimora. In questo ambito, Perugia e Terni sono stati individuati come territori prioritari, in ragione della maggiore concentrazione del fenomeno.
A completare il quadro degli interventi per la marginalità sociale c’è anche il progetto Integra Umbria, approvato dal ministero e finanziato con 1,6 milioni di euro nell’ambito del Programma nazionale inclusione e lotta alla povertà 2021-2027, ripartiti quasi equamente tra i due principali comuni umbri.
Il Piano regionale parte da una mappatura dettagliata del contesto socio-economico umbro. In regione, è stato ricordato, la povertà è in aumento e tende a concentrarsi soprattutto nei centri urbani più grandi.
Il 67,9% dei nuclei familiari beneficiari dell’Assegno di inclusione si concentra in dieci comuni: Terni (1.091), Perugia (887), Foligno (392), Spoleto (223), Città di Castello (164), Assisi (160), Gubbio (119), Narni (106), Bastia Umbra (95) e Gualdo Tadino (90). “Più sono grandi le città, più il tessuto sociale viene meno e la povertà viene fuori”, ha commentato Barcaioli.
Con il Piano regionale 2024-2026, la Regione Umbria punta a dotarsi di una strategia di lungo periodo contro le povertà, fondata su integrazione delle politiche, responsabilità condivisa e centralità delle persone. Un impianto che mira a trasformare le risorse economiche in interventi strutturali, capaci di incidere realmente sulle condizioni di vita delle fasce più fragili della popolazione.