La statale 219 Pian d’Assino, la tangenziale di Gubbio, è diventata negli anni sinonimo di dolore e paura. Gli automobilisti la chiamano "la strada della morte".
Quella che dovrebbe essere una via di collegamento veloce tra E45 e SS 318 si è trasformata in una strada a rischio continuo. Solo negli ultimi due anni le cronache hanno raccontato morti, feriti gravi, auto ribaltate e camion fuori controllo. L’ultimo dramma, con un giovane eugubino di 28 anni deceduto ieri sera, ha riacceso il dibattito: come mettere finalmente in sicurezza questa arteria?
Secondo i dati ricostruiti dalle testate locali, i decessi complessivi ammontano a 21 persone dal 2005 ad oggi. E i feriti si contano ormai a decine. Una situazione che richiede non più annunci, ma interventi concreti e visibili.
Per rendere chiaro il percorso, proponiamo un piano in tre stadi, dal breve al lungo periodo, spiegando anche cosa cambierà nella vita quotidiana degli automobilisti.
Le prime misure devono essere immediate e a basso costo, ma capaci di avere effetto già nei prossimi giorni.
Riduzione della velocità effettiva: non bastano i limiti scritti sui cartelli, servono controlli veri. Autovelox fissi e tutor mobili possono far calare la velocità media del 20–30%, abbassando drasticamente il rischio di impatti mortali.
Segnaletica shock e bande sonore: strisce luminose, cartelli gialli temporanei, bande rumorose sull’asfalto. Interventi rapidi che costringono l’automobilista a prestare attenzione, soprattutto di notte o in condizioni di pioggia.
Illuminazione provvisoria degli svincoli critici: torri faro LED a Gubbio Est e Torre Calzolari. Basta poca luce in più per evitare manovre azzardate al buio.
Effetto pratico: chi percorre la strada avrà l’impressione di imboccare un “tratto sorvegliato”. Saprà che non può correre, che la corsia non è infinita, che all’improvviso la strada “parla” con rumore e luci.
Dopo l’urgenza, serve passare a lavori più solidi ma realizzabili in tempi brevi, con cantieri mirati.
Barriere spartitraffico: nei rettilinei con spazio sufficiente, l’inserimento di new jersey centrali può azzerare i frontali, il tipo di incidente più letale.
Trattamenti antiskid e drenaggi: l’asfalto va rifatto con materiali ad alto grip. Così le auto non “galleggiano” sull’acqua e tengono meglio la traiettoria.
Corsie di immissione e isole spartitraffico: allo svincolo di Gubbio Est, epicentro di molti schianti, bisogna ridisegnare subito la geometria. Piccoli allargamenti, segnaletica a zebratura, divieti di svolta pericolosa possono cambiare radicalmente le dinamiche di ingresso.
Illuminazione definitiva e catarifrangenti: un impianto stabile di LED e paletti catarifrangenti ogni 50 metri trasforma la percezione della strada nelle ore notturne.
Effetto pratico: i viaggiatori sentiranno la differenza. Non più una tangenziale buia e stretta, ma un percorso che segnala i pericoli e li riduce alla radice. Le manovre di ingresso saranno più naturali, i sorpassi vietati più rispettati, i rettilinei meno insidiosi.
Il passo finale deve arrivare presto, non fra dieci anni. Entro due anni la Pian d’Assino deve diventare una tangenziale moderna.
Sezione a 2+2 corsie: nei tratti più trafficati tra Gubbio Est e Torre Calzolari, raddoppiare le corsie con spartitraffico centrale significa ridurre la conflittualità dei flussi.
Nuovi svincoli: rampe di accelerazione e decelerazione adeguate, incroci a raso eliminati, rotatorie per gli accessi secondari.
Piazzole di sosta e colonnine SOS: attualmente inesistenti, sono fondamentali per chi ha un guasto o un malore. Fermarsi in corsia oggi è un suicidio annunciato.
Barriere bordo ponte di ultima generazione: i viadotti vanno messi in sicurezza con parapetti che reggano l’urto di auto e mezzi pesanti.
Effetto pratico: guidare sulla Pian d’Assino non sarà più una scommessa, ma un’esperienza simile a quella delle altre superstrade umbre. Due corsie per senso di marcia, corsie dedicate per entrare e uscire, aree per fermarsi in sicurezza. In breve, una strada all’altezza del traffico che sopporta.
Ogni anno, sulle strade italiane, si ripete il copione degli annunci. Ma a Gubbio la misura è colma: 21 morti in 20 anni significano una media di una vita spezzata all’anno. Numeri che raccontano famiglie distrutte, comunità segnate, giovani e meno giovani che non tornano a casa.
La Pian d’Assino non è un’autostrada né una strada secondaria: è la tangenziale di una città di 30 mila abitanti, crocevia per Umbria e Marche. Non può restare una carreggiata stretta senza piazzole e senza protezioni.
Con un piano in tre stadi — urgenza immediata, lavori rapidi entro sei mesi, trasformazione definitiva entro due anni — la strada può cambiare volto. Non si tratta solo di ingegneria o di segnaletica: si tratta di salvare vite umane.
E questa volta, non ci sono più alibi per rinviare.
(FOTO cortesia VivoGubbio)