28 May, 2025 - 15:30

Pharmakon, quando la cura diventa bellezza. Gubbio protagonista a Mercogliano: un viaggio tra scienza, fede e cultura

Pharmakon, quando la cura diventa bellezza. Gubbio protagonista a Mercogliano: un viaggio tra scienza, fede e cultura

“Pharmakon: Monaci Eredi di Cura e Bellezza” non è solo una mostra. È un percorso dell’anima, un cammino tra i secoli che intreccia sapienza monastica, scienza medica e spiritualità, ospitato nella splendida cornice della Biblioteca Nazionale del Palazzo Abbaziale di Loreto, a Mercogliano, in provincia di Avellino. L’inaugurazione, svoltasi lo scorso sabato, ha visto la partecipazione di importanti istituzioni e personalità del mondo culturale e religioso, tra cui una delegazione eugubina guidata dal sindaco Vittorio Fiorucci.

Accanto a lui, Francesco Mariucci, direttore della Biblioteca Comunale Sperelliana, e Matteo Morelli, responsabile del Servizio Cultura del Comune di Gubbio, a testimoniare l’impegno della città nel promuovere una cultura che sia “al tempo stesso custodia e germoglio, radice e visione”.

Il contributo di Gubbio: bellezza in prestito e sapere condiviso

Il Comune di Gubbio è tra i partner istituzionali del progetto, e ha contribuito in modo significativo alla realizzazione della mostra attraverso il prestito di preziosi vasi da farmacia provenienti dal Museo Civico del Palazzo dei Consoli, testimonianze materiali di una sapienza artigianale e terapeutica che affonda le sue radici nel Medioevo.

Non solo: il progetto è stato arricchito da un percorso formativo interdisciplinare, sviluppato in collaborazione con l’Istituto Superiore Cassata Gattapone, la Biblioteca Sperelliana e con il contributo scientifico del dott. Giuseppe Marino Nardelli, a confermare la vocazione educativa e divulgativa di questa iniziativa.

Le parole del sindaco: “Pharmakon è un ponte”

Durante la cerimonia inaugurale, il sindaco Vittorio Fiorucci ha tenuto un discorso molto apprezzato dai presenti, sottolineando l’importanza della mostra non solo come evento culturale, ma come luogo simbolico di incontro tra saperi, tra tempo umano e tempo sacro”.

“È per me motivo di sincero orgoglio essere qui oggi – ha dichiarato Fiorucci – in questo luogo carico di silenzio e memoria, dove la bellezza del sapere incontra la solennità della fede, per celebrare l’inaugurazione di una mostra che rappresenta molto più di un evento espositivo: è un ponte tra scienza e religione, tra memoria e contemporaneità, tra sapienza monastica e urgenze moderne.”

Con parole dense e misurate, il sindaco ha ribadito la centralità della “cura” come valore fondativo delle comunità: “Come Comune di Gubbio abbiamo aderito con convinzione a questo progetto perché riconosciamo nella cura, intesa non solo come terapia medica ma come attenzione, come ascolto, un valore fondativo delle comunità.”

Temi attuali e radici profonde

Nel cuore della mostra, curata con grande sensibilità e rigore dall’architetto Carla Maurano, si snoda una narrazione che unisce biodiversità naturale e culturale, nutrizione, piante officinali, ambiente e salute pubblica, restituendo una visione ampia e olistica, in linea con le più recenti raccomandazioni UNESCO ed europee in materia di valorizzazione del patrimonio culturale.

“In questa mostra si parla di biodiversità naturale e culturale, di nutrizione, di piante medicinali, di ambiente. Temi che oggi più che mai sono interconnessi con la salute pubblica e con la sostenibilità dello sviluppo umano”, ha ribadito Fiorucci.

Un filo invisibile collega le antiche pergamene, i fogli di erbario, i manufatti di farmacopea monastica e le opere d’arte contemporanea esposte, molti dei quali mostrati per la prima volta. Tutto contribuisce a restituire un’idea di cura come gesto di bellezza e di conoscenza, come rito quotidiano e come atto civile.

Un itinerario europeo della salute

“Pharmakon” si inserisce all’interno dell’Itinerario europeo delle farmacie storiche e dei giardini medicinali – Aromas Itinerarium Salutis, riconosciuto nel 2024 come Itinerario culturale dal Consiglio d’Europa. Un riconoscimento importante che colloca questa esperienza tra quelle capaci di generare connessioni tra territorio, identità e progettazione europea.

La mostra è realizzata con il contributo di numerosi partner prestigiosi, tra cui i Parchi Archeologici di Paestum e Velia, l’Abbazia di Cava de’ Tirreni, l’Abbazia di San Martino delle Scale di Palermo e naturalmente l’Abbazia di Montevergine, sotto la guida dell’Abate Riccardo Luca Guariglia, ideatore e promotore del progetto.

Gubbio nella rete della cultura europea

La partecipazione eugubina a un’iniziativa di questo respiro si inserisce coerentemente nel percorso che il Comune sta conducendo da tempo in ambito culturale. Una strategia che punta su valori forti come la memoria, la bellezza, la formazione e la collaborazione interistituzionale.

“Anche attraverso la partecipazione attiva alla nascita di questa mostra – ha concluso il sindaco – l’amministrazione comunale di Gubbio rinnova il proprio impegno a sostegno delle reti culturali che valorizzano la memoria storica e la progettualità contemporanea, nella profonda convinzione che la cultura sia strumento essenziale di coesione, consapevolezza e benessere collettivo.”

Bellezza che cura, sapere che unisce

La mostra “Pharmakon” rappresenta un esperimento riuscito di mediazione culturale e spirituale, un’occasione per riscoprire quanto la cura – in ogni sua forma – sia una grammatica universale dell’umano. In questo senso, la partecipazione di Gubbio non è solo simbolica, ma concreta, viva, generativa.

L’incontro tra la tradizione benedettina, i saperi scientifici, le pratiche artistiche e le prospettive educative si traduce in una narrazione potente, accessibile e profondamente necessaria.

Verso una cultura del benessere condiviso

Con “Pharmakon”, si consolida l’idea di una cultura che non è mero intrattenimento, ma cura dell’anima, della terra e del tempo. Una cultura che si fa spazio sacro e civile, luogo di dialogo tra scienza e spiritualità, tra passato e futuro.

L’esperienza di Gubbio a Loreto mostra come la cultura possa essere alleanza, fermento e rigenerazione. Un esempio virtuoso di come una città possa uscire dai propri confini per diventare parte attiva di un racconto europeo del senso, in cui cura e bellezza non sono separate, ma profondamente intrecciate”.

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Mario Farneti
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