Nonostante la diffusione della peste suina africana in diverse regioni italiane, l’Umbria resta al sicuro. Non è stato rilevato alcun caso della malattia sul territorio regionale, ma le autorità locali mantengono alta la guardia. I controlli continuano serrati e le misure preventive coinvolgono numerosi attori, dalla sanità pubblica agli allevatori, fino ai cittadini.

Mentre in altre regioni italiane la peste suina africana (PSA) sta creando non poche preoccupazioni, con 24 focolai attivi concentrati soprattutto in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, l’Umbria ha finora evitato il contagio. In nessun allevamento né tra i suini selvatici della regione è stato segnalato il virus. Tuttavia, le autorità sanitarie restano vigili, consapevoli della pericolosità di una malattia che può colpire duramente sia l’economia suinicola sia la fauna locale.

L’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, ha confermato che “i controlli, attuati dai Servizi veterinari regionali, finalizzati all’eventuale precoce individuazione della circolazione virale della PSA sul territorio regionale proseguono, secondo le prescrizioni impartite dal Commissario Straordinario e dal Ministero della Salute e declinate secondo le specificità umbre del territorio, filiera suinicola e quadro epidemiologico“. L’obiettivo è ovviamente quello di impedire qualsiasi diffusione del virus. L’intera rete della sanità veterinaria regionale, che include medici veterinari privati, i servizi delle AUSL e il Servizio regionale di prevenzione, è mobilitata per proteggere il territorio e i suini umbri. “È costantemente protesa ad impedire che il virus della PSA entri e si diffonda nel territorio umbro“, dichiara Coletto, “portando con sé le limitazioni e gli impedimenti che la lotta attiva a tale malattia imporrebbe“.

Peste suina in Umbria, la strategia della biosicurezza: un lavoro corale

Le misure di prevenzione attuate in Umbria sono parte di una strategia complessa e articolata. Oltre ai controlli negli allevamenti suinicoli domestici, dove i veterinari monitorano costantemente eventuali segnali di infezione (febbre, morte improvvisa, emorragie), vengono verificate anche le misure di biosicurezza adottate dagli allevatori. Queste precauzioni sono fondamentali per impedire che il virus si introduca nelle aziende.

Il Piano regionale interventi urgenti (PRIU) ha individuato due aree critiche, i distretti suinicoli di Bettona e del Prosciutto di Norcia, dove sono state adottate misure straordinarie per ridurre la popolazione dei suini selvatici. La presenza di cinghiali è infatti considerata un fattore di rischio significativo, poiché questi animali possono facilmente trasportare il virus attraverso il territorio. A questo proposito si starebbe valutando la possibilità di individuare ulteriori distretti suinicoli così da fornire una protezione più ampia e capillare agli insediamenti produttivi della filiera.

Il ruolo cruciale dei cittadini e dei cacciatori

Con l’avvicinarsi della stagione venatoria, le autorità umbre hanno lanciato un appello ai cacciatori, invitandoli a rispettare scrupolosamente le regole per prevenire la diffusione della PSA. In particolare, è stato ribadito il divieto di abbandonare i visceri degli animali abbattuti nell’ambiente, una pratica che potrebbe facilitare la propagazione del virus. Il Servizio regionale prevenzione ha anche sensibilizzato i responsabili delle attività venatorie affinché vigilino con attenzione durante le battute di caccia al cinghiale.

Ma la prevenzione non si ferma qui: anche i cittadini sono chiamati a fare la loro parte. Gli animali selvatici possono accedere ai rifiuti urbani non adeguatamente gestiti, esponendo l’intera popolazione al rischio. Per questo motivo, le autorità hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione, invitando tutti a evitare l’abbandono di rifiuti e alimenti nell’ambiente e a prestare attenzione all’igiene personale, specialmente dopo escursioni in aree agricole o boschive. È essenziale infatti che tutti comprendano l’importanza di comportamenti responsabili per proteggere il territorio umbro.

Economia suinicola sotto osservazione per prevenire casi di peste suina africana in Umbria

La peste suina africana rappresenta una minaccia non solo per la salute animale, ma anche per l’economia umbra. La regione porta in alto la bandiera delle produzioni suinicole in Italia e proprio per questo rischia gravi conseguenze in caso di diffusione del virus. Un’eventuale epidemia potrebbe comportare restrizioni sulla commercializzazione di prodotti tipici e della norcineria tutta, con un impatto devastante per il settore.

In quest’ottica, la prevenzione diventa una priorità assoluta. Grazie a una stretta collaborazione tra istituzioni, allevatori e cittadini, l’Umbria è riuscita finora a mantenere il territorio libero dalla PSA. Ma la battaglia non è ancora vinta: Il virus può arrivare in molti modi, anche attraverso abitudini umane scorrette. Per questo è fondamentale mantenere alta la guardia e intervenire tempestivamente a ogni segnale di allarme.