C’è anche un perugino tra le persone coinvolte in un’inchiesta sulla corruzione nella sanità in Sicilia. Dalle indagini della Guardia di Finanza, che sono tuttora in corso, emerge chiaramente l’esistenza di un sistema di bustarelle ai primari in cambio di sponsorizzazioni per eventi formativi e convegni piuttosto longevo e strutturato. Un sistema che, una volta smascherato, porta dritto all’arresto di ben nove cittadini con l’accusa di corruzione.

Perugino arrestato per corruzione in Sicilia

Francesco Dottorini ha 57 anni, è originario di Perugia e di mestiere fa il referente di una multinazionale che produce dispositivi medici come valvole aortiche, endoprotesi coronariche e vascolari. E’ lui il perugino coinvolto in questi giorni nell’inchiesta sulla corruzione nella sanità in Sicilia, che va avanti nel tentativo di meglio comprendere le dinamiche sottostanti la commissione del reato.

Dottorini, che nega ogni accusa, si trova attualmente agli arresti domiciliari. Nei prossimi giorni, durante l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip del Tribunale di Catania, l’uomo avrà l’opportunità di chiarire la sua posizione e dimostrare ai giudici la propria estraneità ai fatti.

A capo di una rete per la vendita e distribuzione di prodotti sanitari, secondo le ricostruzioni degli investigatori, Dottorini aveva più volte criticato pubblicamente il sistema corrotto dei finanziamenti ai medici. Tuttavia, nonostante le sue aperte dichiarazioni di disprezzo, il 57enne sembrerebbe avere ugualmente partecipato in modo attivo al suddetto sistema di corruzione.

Nella fattispecie, si ritiene che l’uomo avrebbe fornito il suo personale apporto al sistema spiegando ad altri come eludere i controlli e lamentandosi per il numero di valvole impiantate l’anno precedente, aspettandosi un incremento in cambio dei contributi erogati per le iniziative dei suoi clienti ospedalieri.

L’inchiesta sulla corruzione nella sanità siciliana

L’inchiesta nella sanità siciliana, ancora in fase di svolgimento, svela innanzitutto l’abitudine dei medici primari a ricevere bustarelle per favorire la sponsorizzazione di eventi formativi e convegni, garantendo in cambio l’assegnazione di appalti. Questo sistema di corruzione, tra l’altro, va a interessare diverse figure di spicco nel settore sanitario siciliano, mettendo in luce, quindi, la presenza sul territorio di un malcostume diffuso e radicato.

La Guardia di Finanza continua, comunque, a lavorare alle indagini nell’ottica di smantellare completamente il sistema di corruzione e assicurare alla giustizia tutti i responsabili. Nel frattempo, il caso di cronaca siciliano attira a sè forte attenzione mediatica e suscita non poca preoccupazione tra i cittadini, che chiedono a gran voce maggiore trasparenza e integrità nel settore sanitario.

Il coinvolgimento di Francesco Dottorini, in particolare modo, desta particolare scalpore, in ragione del ruolo di referente per una multinazionale di dispositivi medici, cui si aggiungono – ad aggravare il quadro – le sue precedenti dichiarazioni contro il sistema dei finanziamenti ai medici. La sanità siciliana è, pertanto, ora, sotto la lente di ingrandimento a livello nazionale, con l’obiettivo di ripristinare la fiducia dei cittadini e garantire che episodi di corruzione come questo non si ripetano in futuro.

9 arresti in sanità, tra cui un perugino

L’indagine per corruzione nella sanità siciliana conduce all’arresto di nove persone, compreso il perugino Francesco Dottorini.

Il Gip di Catania interviene emettendo 9 misure cautelari, eseguite dalla Guardia di finanza etnea nelle province di Catania, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa e Perugia, col supporto dei comandi provinciali del Corpo. I destinatari sono 4 direttori d’Unità operative complesse di aziende ospedaliere della Sicilia orientale, 3 rappresentanti di società di distribuzione locale di multinazionali di dispositivi medici, un rappresentante delle multinazionali e un provider per l’organizzazione di eventi. Costoro sono a vario titolo indagati in concorso per falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.

Le indagini prendono avvio da operazioni di contrasto agli sprechi di risorse pubbliche che avrebbero inizialmente fatto emergere come l’Aou Policlinico “G. Rodolico – San Marco” di Catania avesse effettuato affidamenti per l’acquisto di dispositivi medici, nell’ambito di gare aziendali di bacino o della Centrale unica di committenza della Regione siciliana, accordando alle ditte aggiudicatarie un prezzo risultato più elevato rispetto alle quotazioni dei dispositivi indicate nell’accordo quadro Consip.

Le ulteriori investigazioni avrebbero, poi, messo in evidenza un più ampio sistema di diversi atti corruttivi a opera di dirigenti sanitari e rappresentanti delle società di distribuzione locale di multinazionali, nascondendosi dietro lo schermo delle sponsorizzazioni economiche di eventi formativi medici.