Prosegue la “speciale inchiesta” relativa all’indiscriminato abbattimento di numerosi alberi protetti nel tratto di strada che attraversa Casaglia fino a raggiungere Ponte Valleceppi. Nel precedente articolo di approfondimento è stata riportata, in forma integrale, il testo della raccomandata inviata dall’ufficio di pertinenza dell’Amministrazione del Comune di Perugia a tutti i proprietari “frontisti” dei rispettivi tratti della strada oggetto di messa in sicurezza in occasione del passaggio della “cronometro” del Giro D’Italia.
È necessario quanto indispensabile, allo scopo di comprendere la violazione per quanto accaduto, riportare la normativa alla quale si deve fare riferimento in tutta questa inchiesta : “tagliare un albero in area tutelata con vincolo ambientale senza autorizzazione è reato”. Detto ciò, la raccomandata, nel conclusivo capoverso della stessa, esprime, in forma alquanto leggera (che induce, nell’invito tra l’altro perentorio, con una generica indicazione sulla procedura della messa in sicurezza, nei confronti dei proprietari) al rispetto delle procedure necessarie e di obbligo all’esecuzione dei lavori intimati , tra i quali, si intuisce e viene dato quasi per scontato, anche l’abbattimento di eventuali alberi protetti. È proprio qui che si snoda l’anomalo percorso procedurale, per come poi verrà gestita l’intera pratica, omettendo di far eseguire le dovute e obbligatorie richieste al Corpo della Forestale.
Vicenda abbattimento alberi protetti: analisi della comunicazione istituzionale
Riportiamo la frase : “ Al fine di collaborare fattivamente, gli Uffici si rendono disponibili ad esaminare, con priorità assoluta e comunque entro 10 giorni dall’inoltro della istanza completa in tutte le sue parti, le eventuali richieste di autorizzazione avanzate ai sensi della I. 28/2001 all’esecuzione di interventi di natura straordinaria sulla vegetazione tutelata.”
Questo paragrafo racchiude tutta la sibillinità possibile ed immaginabile. Mettiamoci nei panni del cittadino che riceve questa comunicazione. La prima cosa che intuisce è quella di confrontarsi con l’ufficio di competenza ( ndr il mittente ) per discutere come procedere, ivi comprese le eventuali autorizzazioni ( riportate nella citazione della legge 28/2001 che comprende ben 51 articoli che nessun cittadino conosce approfonditamente e che di questi stessi articoli non saprebbe quale sia quello che lo avrebbe riguardato anche se leggendole con dovuta attenzione, resta difficile comprendere dove possa ricadere l’articolo che autorizza ad abbattere querce secolari senza il placet del Corpo Forestale, Comune o Regione) che poi in sintesi, le autorizzazioni che sono state oggetto di concessione hanno interessato solo ed unicamente quelle relative all’occupazione del suolo pubblico per il posizionamento dei mezzi , con il braccio e cestello, per l’esecuzione dei lavori visto che era stato reso obbligatorio un solo senso alternato di marcia dei veicoli.
Null’altro poi è stato dato come autorizzazione o concessione. In nessuno dei casi, dove sono stati effettuati gli abbattimenti di alberi protetti, le querce, i proprietari sono in possesso di specifica autorizzazione. Quindi con questo percorso, i “frontisti”, inconsapevoli, si sono sentiti autorizzati ad effettuare lavori di tagli non ufficialmente autorizzati. Contattando la sede della Forestale, per sapere se fosse stata data qualche autorizzazione e/o a quale titolo, è stato riferito che non erano pervenute richieste di nessuna natura in quanto avevano ricevuto la segnalazione da parte del Comune di Perugia che sarebbero stati eseguiti degli interventi per la messa in sicurezza di alcune strade a causa del transito della tappa del Giro D’Italia.
Chi ricorda il detto di Socrate e Sigmund Freud “ io so che tu sai che io lo so? ” ( ndr. come nella sceneggiatura del famoso film-commedia con Alberto Sordi) per meglio dire, la negazione dell’evidenza dei fatti a tutti noti e che nessuno a preso nel rispetto delle normative vigenti.Visto che l’Amministrazione ha richiamato l’articolo 29 del CDS e la Legge 28/2001 ( nella stessa raccomandata) è bene ricordare che esistono altre normative più specifiche in materia di cui non è stato fatto alcun riferimento, in quanto, è necessario ricordarlo, la frazione di Casaglia è soggetta al vincolo ambientale/paesaggistico. Se tale rispetto vale per la richiesta di modifiche residenziali e per il posizionamento dei pannelli solari, dove necessita la dovuta autorizzazione in merito, questo passaggio dovrebbe valere anche in questa vicenda.
La normativa recita : “Tagliare un albero in area tutelata con vincolo paesaggistico/ambientale (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) in assenza di specifica autorizzazione integra una fattispecie penalmente rilevante, sanzionata ai sensi dell’art. 734 cod. pen. e dell’art. 181 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. (Codice dei beni culturali e del paesaggio). La Corte di cassazione, con sentenza Sez. III, 3 marzo 2021, n. 8499, ha opportunamente puntualizzato che la necessità del conseguimento della preventiva autorizzazione in caso di presenza di vincolo ambientale/paesaggistico riguarda anche il taglio di alberi singoli. Inoltre va ricordato che l’abbattimento di alberi in difetto della preventiva autorizzazione paesaggistica configura il reato di cui all’art. 181 d.lgs. n. 42 del 2004, in quanto attività idonea a compromettere i valori ambientali incidendo in modo apprezzabile sull’assetto del territorio (Sez. 3, n. 16036 del 07/04/2006, Rv.234329 – 01) e che commette il reato di deturpamento delle bellezze naturali di cui all’art. 734 cod.pen. chi effettui l’abbattimento di alberi di alto fusto in area sottoposta a vincolo paesaggistico in assenza o in difformità della prescritta autorizzazione (Sez.3, n.29483 del 28/05/2004, Rv.229495 – 01)”.
Potrebbe essere stato anche un caso, una circostanza di mancata chiarezza nella comunicazione tra l’ente e la forestale? Mettiamola cosí, anomala, paradossale che per certi versi appare quasi unica, ma resta il fatto che senza autorizzazioni rilasciate e/o concordate con documentazione probante, gli alberi protetti sono stati abbattuti senza alcun timore. Ironicamente i famosi commedianti “ i tre tre” avrebbero esordito con la famosa frase..
Resta il fatto che i proprietari, oltre a dover pagare di tasca propria le ditte esecutrici ( cifra che per alcuni è risultata importante) hanno dovuto pagare anche “l’obolo” per l’occupazione del suolo pubblico. Almeno questa tassa, l’Amministrazione, poteva farla risparmiare ai cittadini visto che i lavori sono stati richiesti perentoriamente per dar lustro alla specifica strada a discapito del portafoglio di cittadini che nulla traggono, come vantaggio, in questo evento ciclistico di prestigio.
Il fatto inquietante, capitato sempre nella frazione di Casaglia, è che per abbattere una pianta protetta che rischia di cadere su i tralicci dell’alta tensione ( laddove quando vi è forte vento i rami arrivano a toccare, come fossero colpi di frusta, i cavi elettrici) non viene data alcuna autorizzazione anche se la normativa preveda, in caso di rischio e pericolo, l’abbattimento.
Parliamo del caso di una sola pianta. Sulla strada invece, la mattanza non ha avuto pietà anche per alberi protetti , sani, non malati, che non davano segni di cedimento alcuno come tanti altri che persistono a ridosso dei tratti viari ma che non vengono assolutamente neppure ridotti nell’apertura che invade, in altezza, la carreggiata.
Sempre per il principio dei “due pesi e due misure”, a distanza di 800 metri, proprio all’altezza del civico Cimitero, il tratto che scende verso la frazione di Casaglia, persiste un’ampia vegetazione di querce che coprono completamente il cielo, rinfrescando, in estate, l’asfalto.
Qui, dove la manutenzione della vegetazione è di pertinenza del Comune di Perugia, non sono stati fatti interventi di alcuna natura in previsione del transito dell’evento sportivo della tappa del Giro D’Italia. Ma se la motivazione della sicurezza è stata perentoria per i privati cittadini, la stessa non dovrebbe valere anche per l’Amministrazione del Comune di Perugia? (Continua )
Fine seconda parte, il proseguo della “speciale inchiesta” sarà pubblicato nei prossimi giorni.