Un primo passo concreto verso il riconoscimento dei diritti dei lavoratori del food delivery. È questo il significato dell’Ordine del giorno presentato mercoledì 16 aprile in Consiglio comunale a Perugia dai gruppi consiliari di Partito Democratico e Alleanza Verdi Sinistra. L’obiettivo: introdurre tutele reali e strumenti operativi capaci di garantire condizioni di lavoro più dignitose e sicure per i rider. Accolta con favore da Nidil Cgil Perugia, l’iniziativa rappresenta un segnale politico forte e necessario in una fase storica in cui la regolamentazione del lavoro su piattaforma si conferma uno dei temi più urgenti e complessi del mercato del lavoro contemporaneo.
"Anche a Perugia si fa il primo passo verso il riconoscimento dell’esistenza e dei diritti ai lavoratori del food delivery. Ringraziamo le forze politiche, i gruppi consiliari di Pd e Avs e i consiglieri comunali per la sensibilità nell’aver condiviso la necessità di dare risposte e visibilità anche a Perugia a lavoratori del settore, auspicando che, in questo caso, le risposte dell’amministrazione comunale non siano di chiusura come nella scorsa consiliatura. Esprimiamo soddisfazione per il recepimento delle proposte che sono emerse dall’ascolto e dal confronto nelle assemblee svolte in questi mesi con i rider di Perugia. Ora avanti con l’iter di approvazione dell’atto e con la messa in pratica degli impegni da parte dell’amministrazione comunale”.
Con queste parole Andrea Marconi di Nidil Cgil Perugia ha commentato la presentazione dell’Ordine del giorno, evidenziando come il provvedimento sia il frutto concreto di un percorso partecipato, costruito attraverso mesi di ascolto attento e confronto diretto con i rider del territorio.
Nei mesi precedenti alla presentazione dell’atto, Nidil Cgil Perugia ha promosso una serie di assemblee rivolte ai lavoratori del delivery per raccogliere istanze, bisogni e proposte. Un lavoro capillare, volto a costruire dal basso una piattaforma rivendicativa concreta e partecipata, da utilizzare tanto nei tavoli di confronto nazionale con le sigle datoriali quanto nel dialogo con le istituzioni locali. L'Ordine del giorno discusso in Consiglio comunale è dunque l’esito di questo processo, un documento che non si limita a enunciare principi ma formula una serie di proposte operative da sottoporre all’attenzione della giunta e della sindaca.
Il testo sollecita l'amministrazione comunale ad avviare un dialogo con le aziende che impiegano rider nel territorio, con l’obiettivo di esaminare l’introduzione di misure concrete a garanzia della tutela dei lavoratori. Tra le proposte avanzate, figurano:
la creazione di spazi di ristoro dotati di prese per la ricarica dei dispositivi elettronici e di strumenti per la manutenzione dei mezzi;
la verifica della disponibilità e idoneità dei dispositivi di sicurezza;
l’implementazione di iniziative per la sicurezza stradale e quella sul lavoro;
la definizione di aree di sosta dedicate e l’attivazione di permessi di transito specifici durante l’attività lavorativa;
la previsione di un blocco dell’attività in condizioni climatiche estreme (piogge intense, ondate di calore), accompagnato da indennità compensative.
Tra le proposte più innovative dell’OdG spicca l’istituzione di una “Carta dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori digitali nel contesto urbano”, concepita non solo come strumento di tutela per i rider locali, ma come un modello sperimentale destinato a essere adottato anche in altri territori. Parallelamente, il documento sollecita il Comune di Perugia a sostenere l’adozione di una legge regionale ad hoc per i rider, con l’obiettivo di sanare il vuoto normativo attuale e assicurare condizioni di lavoro omogenee in tutta la regione.
Per Nidil Cgil Perugia, l’OdG approvato in Consiglio è più di una semplice dichiarazione d’intenti: è un vero e proprio banco di prova per la Giunta appena insediata. L'auspicio è che, a differenza dell'amministrazione precedente, l'attuale esecutivo sappia tradurre con rigore e trasparenza le proprie parole in azioni concrete. In gioco non c'è solo il miglioramento delle condizioni lavorative di una categoria finora troppo spesso ignorata, ma anche la capacità della politica locale di rispondere alle sfide poste dal lavoro digitale.