Adesso è ufficiale: sarà Piero Braglia (foto Perugia calcio) a guidare il Perugia nella stagione in corso. Il tecnico toscano, uomo di grande esperienza nel calcio professionistico, prende il posto di Vincenzo Cangelosi, esonerato nella mattinata di oggi dopo un avvio di campionato ben al di sotto delle aspettative. Per il Grifo appena tre punti raccolti in cinque partite di Serie C, frutto di tre pareggi consecutivi e due sconfitte nelle ultime giornate. Una partenza negativa che ha spinto la dirigenza a cambiare subito rotta, affidando la panchina a un allenatore navigato.
Il club ha reso nota la decisione attraverso un comunicato ufficiale:
"AC Perugia Calcio comunica di aver affidato la guida tecnica della prima squadra a Piero Braglia.
Allenatore di grande esperienza e personalità, Braglia vanta una lunga carriera nei professionisti, con oltre 1000 panchine tra Serie B e Serie C, e numerose promozioni ottenute alla guida di club storici del panorama calcistico italiano. Tra i suoi successi più importanti si ricordano le promozioni in Serie B con Cosenza, Juve Stabia, Pisa e Catanzaro e, tra le altre, anche le panchine con altri club come Lecce, Avellino, Frosinone, Gubbio e Campobasso.
Il mister si avvarrà del supporto di un collaboratore tecnico che andrà ad aggiungersi all’attuale staff tecnico.
Benvenuto in biancorosso mister Braglia!".
Nato a Grosseto il 10 gennaio 1955, Piero Braglia rappresenta una delle figure più riconoscibili e controverse del calcio italiano di provincia. Allenatore dal carattere deciso e diretto, nel corso della sua lunga carriera ha conosciuto successi, promozioni storiche e momenti di difficoltà, guidando piazze calde e società dalle fortune alterne.
La sua avventura in panchina prende slancio all’inizio degli anni Novanta, quando con la Colligiana centra il successo nel Campionato Interregionale 1990-91, sfiorando la Serie C2 nello spareggio perso con l’Avezzano. La prima grande affermazione arriva però nel 1994-95 con il Montevarchi, portato alla vittoria del campionato di Serie C2. Da lì in avanti, la carriera di Braglia prende una piega nazionale.
In Serie C1 si mette in mostra prima con il Chieti, con cui sfiora due volte i play-off, e poi con il Catanzaro, club che nella stagione 2003-04 riporta in Serie B dopo quattordici anni. Tre anni dopo, nel 2006-07, un altro capolavoro: il ritorno del Pisa in cadetteria, atteso da tredici stagioni.
Tra il 2010 e il 2013 si lega alla Juve Stabia, con cui scrive una delle pagine più belle della sua carriera. Porta infatti i campani in Serie B dopo quasi sessant’anni e conquista anche la Coppa Italia di Lega Pro, centrando un nono posto storico nel torneo cadetto. A Castellammare di Stabia vive momenti di gloria, ma anche l’amarezza della retrocessione nel 2014, preludio a un addio definitivo.
Seguono esperienze altalenanti: un ritorno al Pisa, una parentesi al Lecce interrotta dai play-off mancati, quindi l’Alessandria, con cui sfiora la promozione in B ma paga un crollo nel finale di stagione.
Nel 2017 viene chiamato dal Cosenza: l’impresa è straordinaria. In pochi mesi ribalta una stagione difficile e, attraverso i play-off, conduce i calabresi alla Serie B dopo 15 anni. Con i silani resta fino al 2020, totalizzando 107 panchine.
Le tappe successive sono l’Avellino, dove centra i play-off senza riuscire a completare l’opera, e il Gubbio, che guida per due stagioni consecutive fino ai play-off, prima di rassegnare le dimissioni nel 2024.
Nell’estate dello stesso anno accetta la sfida con il Campobasso, appena tornato in Serie C, ma l’avventura dura pochi mesi: viene sollevato dall’incarico a gennaio 2025. A seguire arriva la chiamata del Rimini, ma questioni burocratiche impediscono l’effettivo avvio del rapporto, e Braglia rassegna le dimissioni a settembre.