13 Dec, 2025 - 14:35

Perugia tra le capitali della memoria: l’Archivio di Stato protagonista del progetto “Gli archivi raccontano l’Italia”

Perugia tra le capitali della memoria: l’Archivio di Stato protagonista del progetto “Gli archivi raccontano l’Italia”

Perugia è tra le città protagoniste di “Gli archivi raccontano l’Italia”, il progetto promosso dal Ministero della Cultura, attraverso la Direzione generale Archivi, che porta al centro dell’attenzione pubblica il patrimonio documentario nazionale come chiave di lettura della storia collettiva del Paese. Un viaggio nelle memorie d’Italia che attraversa archivi, carte, testimonianze e documenti capaci di restituire al presente frammenti spesso dimenticati, ma fondamentali per comprendere l’identità culturale e sociale nazionale.

Un percorso nazionale tra storia e memoria

Da Napoli a Palermo, passando per Milano, Venezia, Siena, Perugia, Genova e Caserta, sono otto gli Archivi di Stato coinvolti nel progetto, ciascuno al centro di un documentario dedicato. Il percorso si articola attraverso luoghi simbolici e patrimoni documentari che intrecciano storie individuali e collettive, vicende intime e grandi eventi, componendo un ampio affresco della storia italiana osservata attraverso le sue fonti archivistiche.

Ogni documentario offre uno sguardo diretto su “carte, registri, mappe, fotografie e testimonianze”, riportando alla luce storie sorprendenti, spesso poco conosciute, ma decisive per comprendere le trasformazioni del tessuto sociale e culturale del Paese. I documentari integrali sono disponibili sul canale YouTube del Ministero della Cultura.

L’Archivio di Stato di Perugia: le memorie custodite nell’ex convento di San Domenico

Perugia partecipa al progetto con l’Archivio di Stato ospitato nell’ex convento di San Domenico, uno dei complessi monumentali più significativi della città. Qui, tra chilometri di scaffali e fondi documentari di straordinario valore, si custodiscono storie che attraversano secoli di vita civile, religiosa, economica e sociale del territorio umbro.

Il documentario dedicato a Perugia sceglie di raccontare vicende umane di forte impatto emotivo e storico, capaci di restituire una dimensione concreta e profondamente umana della documentazione conservata.

Il diario dal manicomio: una voce restituita alla storia

Tra i documenti più significativi presentati spicca il diario di una giovane donna internata in manicomio pur non presentando alcuna patologia. Una testimonianza di straordinaria intensità che restituisce il racconto della quotidianità dell’internamento: la reclusione, il dolore, l’isolamento, ma anche le speranze e i frammenti di umanità di chi veniva confinato nelle istituzioni psichiatriche del passato senza adeguate tutele.

Il diario riporta alla luce una voce rimasta a lungo silenziata, offrendo uno spaccato di forte impatto sulle pratiche di esclusione sociale e sulle fragilità di un sistema che, per decenni, ha inciso profondamente sul destino di migliaia di persone, oggi finalmente riconsegnate alla memoria storica attraverso le fonti archivistiche.

I segni di riconoscimento e le storie dell’abbandono

Oltre a questa testimonianza, l’Archivio di Stato di Perugia custodisce i cosiddetti segni di riconoscimento: piccoli oggetti personali lasciati dalle madri al momento dell’abbandono dei figli. Oggetti dal forte valore simbolico, consegnati “con straziante dolore” da donne che non erano in grado di mantenere i propri bambini o che li avevano avuti al di fuori del matrimonio. Si tratta di frammenti materiali che, al di là della loro semplicità, racchiudono vicende di povertà, stigma sociale e sacrificio, restituendo una dimensione profondamente umana e concreta a un fenomeno che le fonti statistiche rischiano di ridurre a numeri, ma che negli archivi riaffiora come esperienza vissuta e sofferta.

Da Boccaccio alla storia contemporanea

Il percorso documentario perugino attraversa anche epoche e ambiti diversi. Tra i documenti di maggiore rilievo figura una lettera autografa di Giovanni Boccaccio, scritta in volgare, che offre preziose informazioni sulle attività commerciali del tempo, aprendo una finestra sulla vita economica e sociale dell’Italia medievale.

Non mancano le testimonianze legate alla storia contemporanea. I registri dei ruoli matricolari raccontano le vicende di migliaia di uomini coinvolti nei conflitti bellici, tra cui la storia di un militare che fu tra i carcerieri di Benito Mussolini a Campo Imperatore e che descrive la liberazione del Duce da parte dei nazisti.

Corporazioni, mestieri e identità economica

Un ulteriore tassello è rappresentato dai registri dell’Arte delle Mercanzie, una delle corporazioni più importanti dell’Umbria. I documenti permettono di ricostruire l’evoluzione delle attività produttive e commerciali, testimoniando il ruolo centrale di Perugia e del territorio umbro nei traffici e negli scambi economici di epoca medievale e moderna.

Archivi come luoghi vivi della memoria

“Gli archivi raccontano l’Italia” si inserisce in una strategia più ampia di valorizzazione del patrimonio archivistico nazionale, che punta a superare l’idea dell’archivio come semplice deposito di documenti, per restituirgli il ruolo di luogo attivo di narrazione, ricerca e conoscenza. Attraverso il linguaggio audiovisivo e la diffusione digitale, il progetto mira a rendere accessibile a un pubblico più ampio un patrimonio spesso riservato agli studiosi, rafforzando il legame tra istituzioni culturali e cittadini.

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Francesco Mastrodicasa
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