Un pareggio che sa di occasione persa. Il 2-2 casalingo contro il Sestri Levante fotografa un Perugia a due facce: distratto, impalpabile e senza mordente nel primo tempo; reattivo, orgoglioso e trascinato dalla qualità di Montevago nella ripresa. Un punto che muove poco la classifica e lascia tanti interrogativi sulla tenuta mentale e sulla reale fame di un gruppo che, a due giornate dalla fine della regular season, si gioca l’accesso ai playoff in un equilibrio sottilissimo. Il pareggio, per fortuna, è stato parzialmente “ammortizzato” dai risultati delle rivali dirette. Il Pontedera non è andato oltre il pari e resta al decimo posto con 45 punti, insieme al Gubbio che affronterà questo pomeriggio il Pescara in trasferta. Insegue a 43 punti il Carpi che scenderà in campo lunedì sera contro il Legnago Salus fanalino di coda.
Al “Curi” ci si aspettava un Grifo affamato, determinato a reagire alla sconfitta di Arezzo e pronto a gettarsi nella mischia per conquistare tre punti fondamentali. E invece, nei primi 45 minuti, la squadra di Cangelosi è apparsa spenta, lenta, quasi sorpresa dall’aggressività e dal coraggio del Sestri Levante. I liguri hanno interpretato la sfida con il cosiddetto coltello tra i denti, pressando alto, cercando la profondità e mettendo in crisi una retroguardia perugina che, nelle ultime giornate, era una delle più solide del girone B.
Il Perugia si è presentato con il tandem d’attacco Kanoute-Marconi, ma la scelta non ha pagato. Il senegalese, dirottato in un ruolo non propriamente suo, ha faticato a trovare spazi e tempi, allargandosi troppo e smarrendo la posizione. Marconi, invece, ha sbattuto contro il muro ligure, incapace di proteggere palla e di rendersi pericoloso. La mancanza di sintonia tra i due è stata evidente e penalizzante per tutta la manovra offensiva. A complicare ulteriormente le cose, è arrivata la sfortunata autorete di Giunti, che ha gelato il “Curi” e regalato il vantaggio al Sestri. Le uniche fiammate biancorosse sono arrivate dai piedi di Cisco, l’unico a creare qualche grattacapo alla difesa avversaria con le sue iniziative isolate.
Nella ripresa, mister Cangelosi ha deciso di cambiare volto al Perugia, inserendo Seghetti e Montevago. Mossa che ha dato nuova linfa alla squadra e, soprattutto, ha permesso al Grifo di tornare a far male. Montevago, in particolare, ha dimostrato ancora una volta di essere il terminale offensivo più affidabile: sua la splendida girata al volo che ha ristabilito l’equilibrio e suo anche il gol del definitivo 2-2, ancora di testa, su perfetto schema da palla inattiva.
Il classe 2003, cresciuto nel settore giovanile della Sampdoria, si sta dimostrando sempre più determinante. Oltre alla doppietta, ha portato movimento, voglia e cattiveria sottoporta. Un attaccante completo, che sa lottare, attaccare la profondità e far salire la squadra. Probabilmente, l'unico realmente adatto, per caratteristiche, a fare il centravanti in questa rosa. Seghetti, dal canto suo, ha avuto un buon impatto, mostrando spunti interessanti e facendo capire, ancora una volta, che se non fosse per i continui guai fisici, sarebbe una risorsa preziosa per questa squadra. Il suo ingresso ha dato maggiore imprevedibilità e vivacità sulla trequarti.
Il passaggio al doppio attaccante ha confermato tutte le difficoltà strutturali di una rosa costruita per un 4-3-3 e non per il 3-5-2 o simili. Per larghi tratti della stagione il Grifo ha brillato proprio con un sistema a una punta, che esaltava le qualità degli esterni e dava equilibrio in mezzo. Con due punte vere, il centrocampo tende a sfilacciarsi e gli spazi per gli inserimenti diminuiscono. È chiaro che, se Cangelosi vorrà continuare su questa strada (visto anche il recente prolungamento fino al 2027), sarà necessario intervenire sul mercato per dotare la squadra di giocatori funzionali al modulo.