Un grido nella notte. Poi il silenzio, spezzato solo dal rumore delle sirene. È successo ancora, e questa volta la scena è stata San Sisto, uno dei quartieri più popolosi e vivaci del capoluogo umbro. Un giovane, di origini straniere, è stato aggredito con ferocia inaudita in strada, colpito da un’arma da taglio al volto e alla mano. Il fatto è avvenuto nella tarda serata di ieri, quando ormai il sole era tramontato e la città si stava avviando verso un’altra notte inquieta.
Secondo le prime ricostruzioni, ad attirare l’attenzione dei residenti sarebbero state le urla strazianti provenienti dalla strada. Una scena che ha lasciato sotto shock chi ha avuto la sfortuna di assistere, anche solo parzialmente, a quanto accaduto. Le forze dell’ordine, allertate da più chiamate, sono intervenute prontamente. Ma all’arrivo delle volanti, degli aggressori non c’era già più traccia. Un blitz fulmineo, forse premeditato, forse frutto di una lite degenerata. Di certo, un’aggressione brutale.
La vittima è stata soccorsa e trasportata d’urgenza all’ospedale Santa Maria della Misericordia. Le ferite riportate sono gravi, tanto da rendere necessaria l’amputazione di un dito. Nonostante ciò, secondo i medici, il ragazzo non sarebbe in pericolo di vita. Le sue condizioni sono stabili, ma la prognosi resta riservata.
L’episodio riaccende i riflettori su un fenomeno che ormai non può più essere definito emergenziale: il degrado urbano e la recrudescenza della criminalità a Perugia. San Sisto, quartiere che un tempo rappresentava un esempio di convivenza e integrazione, è oggi al centro di una trasformazione preoccupante. Risse, aggressioni, spaccio, furti: un’escalation che sta lentamente ma inesorabilmente cambiando il volto della città.
Il caso di ieri sera è solo l’ultimo di una lunga serie. Ma a colpire stavolta è la violenza, la determinazione con cui è stato inferto un danno permanente a un giovane. Una violenza che sembra quasi voler lanciare un messaggio, che va oltre la singola persona colpita. Un segnale che le istituzioni non possono più permettersi di ignorare. Le pattuglie e i controlli straordinari, seppur utili, non bastano più. Serve un lavoro coordinato tra amministrazione comunale, forze dell’ordine, associazioni territoriali e cittadini. È urgente ripensare il modello di presidio del territorio, rilanciare l’inclusione sociale e dare nuove opportunità ai più giovani, per impedire che il crimine diventi un'alternativa possibile. Perugia non può permettersi di diventare una città dove ci si guarda le spalle a ogni angolo. Serve una reazione, decisa e condivisa, che restituisca ai perugini la serenità di uscire la sera senza paura, di vivere i quartieri senza sentirsi in un far west quotidiano.
Immediata la reazione dell’amministrazione comunale. In una nota ufficiale, la sindaca Vittoria Ferdinandi, accompagnata dal delegato alla sicurezza urbana Antonio Donato, ha espresso “ferma condanna, profonda preoccupazione e massima vicinanza ai cittadini di San Sisto”.
Ecco la nota completa:
"Questa notte, nel quartiere di San Sisto, si è verificata una brutale aggressione che ha portato al ferimento di almeno una persona e ciò ha profondamente scosso la comunità locale. Dai primi elementi raccolti potrebbe trattarsi di un regolamento di conti tra gruppi criminali, un fatto di estrema gravità che ha generato paura e tensione tra i residenti. In merito al grave episodio, la Sindaca Vittoria Ferdinandi e il delegato della sicurezza urbana Antonio Donato esprimono ferma condanna, profonda preoccupazione e massima vicinanza ai cittadini di San Sisto. Fin dalle prime ore del mattino l'Amministrazione è in costante contatto con le forze dell'ordine, cui spetta il compito di fare piena luce sull'accaduto. Si tratta di un grave fatto di ordine pubblico che ha giustamente allarmato i residenti, i quali hanno reagito con senso civico tentando di prestare soccorso. L'Amministrazione comunale confida pienamente nell'operato delle forze dell'ordine certa che sapranno definire con precisione le responsabilità e assicurare alla giustizia i responsabili di questo atto inaccettabile”.