Durante la partita tra Perugia e Rimini, andata in scena lo scorso 27 settembre e conclusasi con una vittoria netta dei romagnoli per 4-1, la polizia ha emesso tre provvedimenti di Daspo nei confronti di altrettanti tifosi, trovati in possesso di bastoni, fumogeni e catene. L’attenzione non è stata catturata soltanto dal risultato sul campo, ma anche da episodi di violenza potenziale che, fortunatamente, non hanno degenerato grazie all’intervento tempestivo delle forze dell’ordine.
Perugia-Rimini, Daspo per tre tifosi: il provvidenziale intervento della Digos
Il primo tifoso ad essere fermato è stato un ragazzo di soli 18 anni. Durante i controlli di routine all’ingresso dello stadio “Renato Curi”, i carabinieri hanno notato atteggiamenti sospetti da parte del giovane, il quale ha tentato inutilmente di eludere il controllo alla vista degli agenti. La perquisizione ha rivelato il motivo della sua preoccupazione: nascosto tra i suoi vestiti, il ragazzo aveva un fumogeno, pronto a essere utilizzato durante il match.
Nel parcheggio riservato ai tifosi del Rimini, la polizia ha poi individuato altre due persone, anch’esse coinvolte in attività illecite. In due auto diverse, gli agenti hanno rinvenuto un bastone, diversi fumogeni e delle catene. Anche in questo caso, il materiale incriminato è stato posto sotto sequestro dalla Digos di Perugia, mentre i due tifosi, residenti nella provincia romagnola, sono stati denunciati per possesso di materiale pericoloso in occasione di manifestazioni sportive.
Il questore di Perugia, alla luce dei gravi comportamenti, ha emesso tre provvedimenti di Daspo nei confronti dei soggetti coinvolti. Le durate dei divieti di accesso alle manifestazioni sportive variano da uno a cinque anni, a seconda della gravità delle azioni compiute e dei precedenti penali di ciascun individuo. Oltre al divieto di accesso agli stadi, le misure includono il divieto di avvicinamento a meno di 400 metri dai luoghi in cui si svolgono partite, stazioni ferroviarie e parcheggi legati agli eventi sportivi. Questo divieto si applica fino a due ore prima e dopo gli incontri, e include anche i centri di allenamento delle squadre.
Tifoseria violenta: un problema ricorrente a Perugia
L’episodio di violenza durante Perugia-Rimini non è un fatto isolato per la tifoseria umbra. Negli ultimi mesi, il problema della violenza tra supporter ha continuato a crescere, mettendo a dura prova le autorità locali e il club stesso, sempre più impegnato nel tentativo di garantire un clima sicuro all’interno e all’esterno dello stadio.
Lo scorso aprile, la questura di Perugia ha emesso ben 18 provvedimenti di Daspo nei confronti di tifosi del Perugia, in seguito agli scontri avvenuti durante la partita contro il Pineto, il 23 marzo. Durante quel match, la violenza è esplosa all’interno della stessa curva perugina, dove due gruppi di tifosi sono arrivati alle mani. La rissa è degenerata in una vera e propria battaglia, costringendo l’arbitro a sospendere la partita per alcuni minuti. I tifosi coinvolti si sono colpiti con pugni e calci, prima di iniziare a lanciarsi addirittura i seggiolini dello stadio. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha potuto riportare la calma, evitando che la situazione degenerasse ulteriormente.
Anche in quell’occasione, il questore di Perugia ha adottato la linea dura, emettendo una serie di Daspo nei confronti dei responsabili degli scontri. I provvedimenti, che variano in durata da uno a cinque anni, mirano a dissuadere i tifosi dal coinvolgimento in episodi di violenza, proteggendo al tempo stesso la maggioranza degli spettatori pacifici, che vogliono godersi la partita senza correre rischi.
Il futuro del calcio italiano non può essere associato alla violenza. Gli stadi devono tornare a essere luoghi di festa, dove famiglie, bambini e appassionati possono godersi lo spettacolo senza timore. Le istituzioni stanno facendo la loro parte, ma è fondamentale che anche il mondo del calcio si impegni con decisione in questa direzione, per preservare l’essenza più autentica dello sport.