Una rapina sfociata in molestia sessuale: è questo il raccapricciante scenario che si è consumato lo scorso gennaio in una pasticceria di Perugia. Un 33enne campano è stato arrestato con l'accusa di rapina aggravata e violenza sessuale, dopo un'indagine che ha incrociato testimonianze, video e analisi scientifiche. Ora l'uomo si trova in carcere a Poggioreale, dove già stava scontando una pena per un altro reato.
Il 18 gennaio, in pieno giorno, un uomo si è introdotto in una pasticceria di Perugia approfittando di un momento di calma. Senza alcun preavviso ha scavalcato il bancone e ha estratto un coltello, puntandolo al collo della giovane commessa. Con l'arma minacciosa a pochi centimetri dalla gola, la donna è stata costretta a consegnare l'intero incasso della giornata: 2.250 euro. Ma la violenza non si è fermata al gesto criminale. Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, l'aggressore ha poi cinto la donna alla vita e, immobilizzandola, l'ha costretta a subire un bacio sul collo. Un gesto che ha trasformato un episodio già drammatico in un incubo a sfondo sessuale.
Le indagini sono scattate immediatamente dopo la denuncia della vittima. La giovane ha fornito una dettagliata descrizione dell'uomo, che ha permesso ai Carabinieri di procedere con individuazioni fotografiche. Fondamentale anche l'analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza installate nel locale, che hanno immortalato le fasi concitate della rapina. I rilievi del Reparto Investigazioni Scientifiche di Roma hanno poi completato il quadro probatorio, conducendo all'identificazione del responsabile: un 33enne di origini campane, già noto alle forze dell'ordine per numerosi precedenti legati a reati contro il patrimonio.
L'uomo è stato rintracciato nel carcere di Napoli Poggioreale, dove era già detenuto per un'altra causa. Il giudice per le indagini preliminari di Perugia ha ritenuto gravi le condotte emerse dall'inchiesta e, valutando la reiterazione dei comportamenti criminali, ha disposto la custodia cautelare in carcere. Le accuse formulate a suo carico sono di rapina aggravata e violenza sessuale, in un contesto che mostra ancora una volta quanto possa essere sottile il confine tra la criminalità predatoria e la violenza contro le donne.
L'episodio di Perugia si inserisce in un quadro nazionale sempre più critico soprattutto per la violenza di genere. In Umbria si registrano 10,5 casi di violenza sessuale ogni 100 mila abitanti, un dato sopra la media nazionale.
Nel primo trimestre del 2025, in Italia sono state arrestate 1.440 persone per reati legati alla violenza sessuale. Il 2024 si era chiuso con oltre 6.300 casi. Il fenomeno preoccupa anche per le sue forme più subdole e digitali. Barbara Strappato, vicedirettrice della Polizia Postale, in un'intervista a Repubblica ha lanciato un monito: "I pericoli non sono solo sui social o sulle piattaforme di incontri, ma anche nelle chat dei videogiochi". Secondo Strappato, infatti, sono sempre più frequenti i casi di bambini e bambine, anche di appena 9-10 anni, vittime di estorsione sessuale online. Un trend preoccupante, aggravato da un accesso precoce agli smartphone e da una mancanza di sorveglianza da parte degli adulti.
Altro nodo critico è rappresentato dall'approccio precoce e distorto alla sessualità attraverso il web. "Un'esperienza aggressiva, priva di qualsiasi percezione dell’altro, di corporeità dell’altro", ha affermato Strappato, sottolineando anche i rischi legati all'intelligenza artificiale. Immagini di minori manipolate digitalmente e accompagnate da voci artificiali circolano in rete e alimentano circuiti pericolosi e difficili da arginare.
Un quadro che richiede risposte urgenti: dalle aule giudiziarie ai tavoli delle famiglie, passando per le scuole e le istituzioni, la battaglia contro la violenza sessuale è più che mai una priorità nazionale.