Nel cuore verde dell’Italia, in Umbria, c’è una questione finita al centro di una controversia che coinvolge diversi attori. Stiamo parlando del Parco del Colle della Trinità che è a rischio smembramento. L’area boschiva che sorge sulla sommità del monte Malbe, a dieci chilometri ad ovest di Perugia.
L’area, un tempo gestita dalla Comunità Montana, ora è oggetto di un complesso processo di liquidazione che potrebbe portare alla sua frammentazione e vendita. Il Parco del Colle della Trinità, noto per la sua bellezza naturale e come luogo di ritrovo per la comunità locale, sta vivendo giorni di incertezza.
A rischio il Parco della Trinità di Perugia
Le Comunità Montane, una volta pilastri nella gestione di territori montani e rurali, non esistono più. Il processo di liquidazione, attorniato da debiti e disavanzi, ha avuto una accelerazione nel 2021 con la nomina del commissario speciale per la liquidazione, il dottor Fabrizio Vagnetti. Incarico prolungato a fine 2023 fino alla fine della legislatura in essere: quindi, fino al 31 dicembre 2024.
La Regione Umbria ha già acquisito tre particelle del parco, ma la maggior parte dell’area rimane di proprietà dell’ex Comunità Montana. Il liquidatore ha già avviato le procedure per la vendita di vari lotti, che includono zone cruciali come l’acquedotto e il bar-ristoro, oltre a tre ettari di terreno.
Le rassicurazioni della Regione ed il pressing delle associazioni locali
Francesco Mangano, assessore del Comune di Corciano, ha rassicurato i cittadini che l’area verde del parco resterà accessibile al pubblico e non sarà edificabile, conformemente al piano regolatore attuale. Tuttavia, l’ambiguità rimane poiché il piano regolatore rimane, checché se ne dica, suscettibile di potenziali modifiche. E questo, crea malessere tra i cittadini e le associazioni che temono che l’area possa finire in mani private.
L’associazione Colle della Trinità, ad esempio, si è da tempo attivata per monitorare la situazione. Di recente, ha espresso serie preoccupazioni sia per la vendita delle aree che per le potenziali modifiche urbanistiche che potrebbero verificarsi. Quindi è stato sollecitato alla Regione Umbria: “Di provvedere all’acquisto accorpando di fatto tutta l’estensione del Parco, di cui alcune parti sono già in suo possesso, in quanto acquisite nel momento in cui le Comunità Montana sono state dismesse”.
Le preoccupazioni
Le parole dell’associazioni fanno sintesi con quelle della comunità tutta. Cittadini e cittadine che sperano di non vedere smembrato o, peggio, cancellato il loro Parco della Trinità che rimane più a rischio che mai. Un polmone verde, che fa bene alla natura e alla socialità. La richiesta che si muove alla Regione Umbria è chiara: acquistare e unificare l’intera estensione del Parco del Colle della Trinità.
Con parti del parco già acquisite dalla Regione al momento dello scioglimento delle Comunità Montana, un ulteriore passo in questa direzione potrebbe rappresentare un significativo baluardo contro il rischio di frammentazione e perdita di uno spazio pubblico vitale per la comunità di Corciano e dell’Umbria in generale. Ma la situazione, al momento, rimane altamente incerta.
I tentativi falliti
A scoraggiare l’opinione pubblica locale c’è anche una storia di vuoti a perdere e tentativi mancati. Ad esempio, nel 2017, il Comune di Corciano aveva tentato di modificare la destinazione urbanistica del Parco del Colle della Trinità da area verde pubblica — utilizzata per attività sportive e di svago — a area boscata, con l’intento di imporre restrizioni che precludessero qualsiasi tipo di speculazione edilizia.
Tuttavia, questa proposta non fu accettata dalle autorità competenti, nonostante le precedenti rassicurazioni fornite. Inoltre, la zona denominata “PRA 48” fu incorporata nel piano regolatore, ma successivamente sia il Tribunale Amministrativo Regionale dell’Umbria che il Consiglio di Stato la giudicarono come una designazione non legittima. Di conseguenza, questa area rimane ancora oggi su mappa con un “colore bianco”, simbolo di una destinazione ancora non definita e non come un’area esclusivamente dedicata al verde pubblico.