06 Jun, 2025 - 15:50

Perugia, caos in ospedale: 31enne attacca medici e agenti, arrestato

  Perugia, caos in ospedale: 31enne attacca medici e agenti, arrestato

Il Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia è stato teatro, nella giornata di ieri, di un episodio di violenza che ha scosso operatori sanitari, pazienti e forze dell’ordine. Un luogo dove ogni giorno si combatte per salvare vite, si è trasformato per alcuni interminabili minuti in un’arena di caos e paura. Protagonista, suo malgrado, un uomo di 31 anni, di origini gabonesi, entrato in ospedale per essere visitato e finito poi in stato di arresto per aver aggredito un medico e due agenti delle forze dell'ordine.

Dalla visita medica all’esplosione di violenza

Tutto è iniziato come una normale richiesta di soccorso. L’uomo si è presentato al Pronto Soccorso in apparente stato confusionale, lamentando un malessere fisico. Ma il suo comportamento ha presto destato l’attenzione del personale sanitario: insofferenza crescente, atteggiamenti aggressivi, e infine il gesto che ha segnato l’inizio del delirio, il ribaltamento di una barella, preludio a un’aggressione fisica al medico di guardia.

Il personale, seguendo le procedure previste per situazioni di rischio, ha immediatamente allertato le forze dell’ordine. Ma nemmeno l’arrivo degli agenti ha avuto un effetto dissuasivo. Al contrario: il 31enne si è lanciato contro i poliziotti con una furia cieca, colpendoli con pugni e calci. Poi ha strappato un’asta di acciaio da una parete e ha tentato di usarla come arma contro di loro. Una vera e propria scena di guerriglia in corsia, in uno dei luoghi simbolo dell’assistenza pubblica.

Solo dopo una difficile colluttazione, gli agenti sono riusciti a immobilizzarlo. Il bilancio è di tre feriti - un medico e due poliziotti - con prognosi di otto giorni. L’aggressore è stato arrestato e posto in regime di custodia cautelare presso l’ospedale stesso, in attesa delle decisioni dell’autorità giudiziaria. Le accuse a suo carico sono pesanti: resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate.

Un precedente inquietante

L’episodio, per quanto grave, non è isolato. Proprio nel medesimo ospedale, lo scorso dicembre, un altro caso aveva fatto discutere. Un detenuto del carcere di Perugia, trasferito al Pronto Soccorso per curare ferite autoinferte, seminò il panico in reparto. L’uomo aggredì gli agenti della Polizia Penitenziaria che lo scortavano, devastò le attrezzature mediche nel tentativo di fuggire e costrinse i presenti a barricarsi per proteggersi. Anche in quel caso, solo l’intervento deciso delle forze dell’ordine riuscì a evitare conseguenze più gravi. Due episodi ravvicinati, due allarmi che pongono con urgenza il tema della sicurezza all’interno delle strutture sanitarie, sempre più spesso esposte a tensioni sociali, disagio psichico e mancanza di personale specializzato nella gestione delle emergenze comportamentali.

Lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale: i reati contestati

I fatti di Perugia riportano alla ribalta due capi d’accusa gravi e tutt’altro che rari: resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate. Due reati distinti, ma spesso correlati nei casi di violenza contro forze dell’ordine e personale sanitario, come accaduto in questo caso.

La resistenza a pubblico ufficiale è disciplinata dall’articolo 337 del Codice Penale italiano. Si configura quando una persona usa violenza o minaccia per opporsi a un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni. È un reato contro la Pubblica Amministrazione, volto a tutelare l’autorità dello Stato e la possibilità che gli agenti operino liberamente. La pena prevista è la reclusione da sei mesi a cinque anni, ma può aumentare in presenza di lesioni o altri aggravanti.

Ancora più delicata è la questione delle lesioni personali aggravate, disciplinate dagli articoli 582 e 583 del Codice Penale. Quando una persona provoca ad altri una malattia o una ferita che richiede cure per un periodo superiore ai venti giorni, oppure quando il fatto è commesso contro un pubblico ufficiale in servizio (come un medico di pronto soccorso o un agente), la pena si aggrava sensibilmente. Nel caso in cui le lesioni siano lievi (prognosi entro i 20 giorni, come nel caso perugino), la pena base può essere di pochi mesi. Se le lesioni sono aggravate dalle circostanze - come l’uso di un’arma impropria o l’aggressione contro figure istituzionali - si applica l’articolo 583, che prevede pene da tre a sette anni.

Nel caso dell’uomo di 31 anni arrestato a Perugia, l’aggressione è avvenuta non solo contro pubblici ufficiali, ma anche all’interno di un ospedale, ambiente protetto dalla legge. L’uso di un’asta metallica strappata da una parete può configurare l’aggravante dell’uso di arma impropria, altro elemento che potrebbe influenzare la misura cautelare e l’eventuale condanna.

 

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Lorenzo Farneti
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