La sede della Lega di Perugia, situata in via Fonti Coperte, è stata nuovamente presa di mira da ignoti che, nelle scorse ore, hanno danneggiato l’ingresso imbrattando le vetrate con vernice rossa e nera. Un gesto che si inserisce in una serie di episodi analoghi registrati nell’ultimo periodo e che ha alimentato forte preoccupazione tra i rappresentanti locali del partito. Secondo quanto riferito dagli esponenti della Lega, non si tratterebbe di un episodio isolato ma dell’ennesima azione con finalità chiaramente intimidatorie. La sede, infatti, era già stata oggetto di atti vandalici: manifesti deturpati, scritte offensive e colla versata nelle serrature per impedire l’accesso ai locali.
Lo scenario che prende forma è quello di una serie di azioni ripetute, mirate e sempre più aggressive, interpretate dai vertici del partito come tentativi di ostacolare l’attività politica sul territorio e di alimentare un clima di tensione e ostilità crescente.
Nonostante i continui interventi di pulizia, ripristino e messa in sicurezza effettuati dopo ogni episodio, nuovi attacchi si sono puntualmente ripresentati, segnando - secondo la Lega - una vera e propria strategia vandalica pianificata e persistente.
La scelta della vernice rossa e nera, impiegata per imbrattare le vetrate della sede, richiama simbolismi riconducibili a forme estreme di dissenso. Tuttavia, per gli esponenti del partito si tratta unicamente di atti vandalici privi di qualsiasi contenuto politico coerente, espressione di una violenza gratuita che tenta di mascherarsi dietro presunte motivazioni ideologiche senza possederne la sostanza.
In una nota congiunta, il Segretario della Lega Umbria, On. Riccardo Augusto Marchetti, e il Commissario della Lega Umbria Perugia, Lorenzo Mattioni, hanno espresso “ferma condanna” per l’accaduto, annunciando l’intenzione di presentare una denuncia formale alle autorità competenti. “Questi non sono atti di protesta, ma gesti vigliacchi e intimidatori che nulla hanno a che vedere con il confronto democratico”, affermano Marchetti e Mattioni, sottolineando come “colpire la sede di un movimento politico significa tentare di attaccare la libertà di partecipazione e di espressione”.
I dirigenti confermano che, anche in questa circostanza, verrà presentata una nuova denuncia alle Forze dell’Ordine, auspicando che l’attività investigativa permetta di individuare i responsabili e porre un freno a episodi sempre più frequenti.
Marchetti e Mattioni ribadiscono che le intimidazioni non incideranno sull’attività del partito né sulla linea politica adottata. “Chi pensa di fermarci con la violenza o con il vandalismo si sbaglia di grosso. Non ci lasceremo intimidire: questi episodi non fanno altro che rafforzare la nostra convinzione di essere sulla strada giusta”.
Una posizione che i rappresentanti leghisti rivendicano come parte della propria identità politica e della propria missione sul territorio. “Andremo avanti senza paura, con ancora più orgoglio, passione e determinazione, continuando a lavorare ogni giorno per proteggere il futuro di Perugia e dell’Umbria. La Lega non arretra di un millimetro davanti a chi tenta di imporre il silenzio con l’odio”.
Le Forze dell’Ordine, tempestivamente informate dell’accaduto, hanno avviato una serie di accertamenti per individuare i responsabili del gesto. Gli investigatori stanno acquisendo e analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona, incluse quelle di esercizi commerciali e abitazioni private che potrebbero aver ripreso movimenti sospetti nelle ore precedenti il danneggiamento. Parallelamente, verranno raccolte testimonianze da residenti, passanti e commercianti, allo scopo di ricostruire con precisione la dinamica dell’episodio e l’eventuale via di fuga degli autori.
La ripetitività degli atti vandalici registrati negli ultimi mesi apre anche alla possibilità di un’azione non isolata: gli inquirenti valuteranno se il gesto possa essere riconducibile a un gruppo organizzato, a un singolo soggetto già monitorato o a emulazione rispetto a precedenti casi analoghi. Un’analisi comparativa con situazioni simili già verificatesi potrebbe dunque rivelarsi decisiva per chiarire se esista un filo conduttore o una matrice comune dietro questi episodi.