Bloccati nel minimetrò. Un pomeriggio da incubo quello avvenuto a Perugia, dentro l’ascensore della fermata Pincetto del minimetrò, vissuto da una famiglia perugina. Teresa e Francesco non lo dimenticheranno facilmente. L’episodio ha avuto luogo durante un’ondata di calore soffocante, proprio quando la città umbra era in pieno fermento per il primo weekend di Umbria Jazz. La famiglia, composta dai due genitori e la loro figlia di appena due mesi, ha vissuto momenti di vero terrore all’interno dell’ascensore inclinato del Pincetto, dove sono rimasti bloccati per circa mezz’ora.

Bloccati nell’ascensore del minimetrò: cosa è successo

La temperatura esterna era già rovente, ma all’interno della cabina dell’ascensore, fatta di vetro e acciaio, il calore era insopportabile: “Erano quasi le sette di sera, pronti per salire in centro e goderci la serata – racconta Teresa ai microfoni de Il Messaggero – ma l’ascensore si è fermato e le porte non si aprivano. Bloccati a piano terra, il caldo diventava feroce”.

Teresa ha premuto il pulsante di emergenza, sperando in un pronto intervento: “Ci avevano rassicurato che sarebbero arrivati in due o tre minuti, ma dopo un quarto d’ora non era successo nulla. Abbiamo ricordato agli operatori che con noi c’era una neonata, ma dopo dieci minuti di attesa ulteriore, nessuno rispondeva più alle nostre richieste di aiuto”.

I minuti passavano inesorabili, il caldo si faceva sentire sempre di più specialmente per la piccola bambina che sudava incontrollatamente. Sempre la mamma racconta: “In dialetto perugino si dice “borfa” e non avevamo nemmeno una goccia d’acqua con noi. L’unica cosa che ci ha aiutato è stato un piccolo ventilatore manuale, ma anche quello non bastava più”.

La liberazione ed il sospiro di sollievo

Quando tutto sembrava perso, il momento di luce. A raccontarlo è papà Francesco sempre ad Il Messaggero: “Non c’era campo per chiamare aiuto, finché alla fine abbiamo contattato i pompieri. Appena abbiamo stabilito la linea, le porte si sono aperte dall’esterno e siamo riusciti a uscire”.

La famiglia è finalmente uscita dall’ascensore alle 19:30: “Una volta fuori, nessuno si è scusato con noi. Abbiamo chiesto di parlare con un responsabile, ma ci hanno detto di citofonare alla biglietteria del minimetrò. Gli addetti si sono chiusi nel loro ufficio e non hanno più risposto”. E Teresa conclude con amarezza: “Se fosse successo qualcosa alla bambina…”.

Problemi con il minimetrò

Non è stato l’unico episodio di disagio di questi giorni. Durante la seconda serata di Umbria Jazz, migliaia di persone utilizzavano il minimetrò e l’accesso al centro dal Pincetto. Per circa un’ora, coincidente con il momento denunciato dalla famiglia, anche il minimetrò si è fermato sotto il sole. Alcuni passeggeri sono rimasti bloccati nelle navette, parlando di un problema tecnico risolto in un’ora. Le temperature elevate rendevano l’attesa insopportabile per molti, aumentando il malcontento tra gli utenti.

Le scuse della società

La società che gestisce il servizio del Minimetrò ha rilasciato una nota di scuse nella serata di domenica. All’interno leggiamo: “Porgiamo infinite scuse alla famiglia per il disagio subito, sicuramente aggravato dalle condizioni climatiche. Stiamo verificando il rispetto delle procedure di emergenza e la corretta comunicazione da parte degli operatori. Sarà nostra cura interloquire con la famiglia coinvolta, una volta accertati i fatti in modo puntuale”.

Quello di Teresa, Francesco e della loro piccola bambina è una storia che poteva finire molto peggio. Un episodio importante che dovrebbe mettere luce, con l’intento di ottimizzarla, le modalità di comunicazione all’interno del servizio in caso di difficoltà e di emergenza. Specialmente ora che, nel pieno dell’Umbria Jazz, la città di Perugia sta accogliendo migliaia di turisti provenienti da tutta Italia.