Si è tenuta, alla fine, l’assemblea pubblica relativa al metrobus. La sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, è intervenuta sugli aspetti relativi al progetto infrastrutturale. Lo ha fatto, a San Sisto, insieme all’assessore con delega alla mobilità, Pierluigi Vossi, e alla dirigente alla mobilità Margherita Ambrosi.
Le sue parole: “Si tratta di una progettualità che solleva in noi enormi criticità e dubbi non solo rispetto alla sua visione complessiva, ma anche in relazione ad aspetti specifici che riguardano la sua realizzazione. È evidente – leggiamo in una nota ufficiale – che se fossimo stati noi in precedenza al governo della città avremmo scelto di impiegare le risorse del pnrr in altri progetti e direzioni”.
Metrobus, per Ferdinandi un’eredità ingombrante
Il cuore del ragionamento è chiaro: il metrobus non ci piace e non l’avremmo fatto, ma ora c’è e dobbiamo tenercelo. La sindaca ha detto: “In questo mese dall’insediamento e nonostante il fatto che l’assessore alla mobilità (Pierluigi Vossi) sia stato nominato da una sola settimana, sono state effettuate tutte le verifiche del caso”.
Da queste verifiche è emerso che: “Il metrobus è un’eredità quasi ineluttabile. Il primo dato che emerge, infatti, è l’impossibilità di bloccare questa progettualità, perché ciò comporterebbero penali da pagare per complessivi 25 milioni di euro, destinati a pesare direttamente sul bilancio comunale. L’unica direzione resta quindi di apportare modifiche al progetto, pur se il raggio d’azione – ha riferito la sindaca – appare assai limitato, perché si tratta di fondi pnrr legati a criteri ben precisi (trasporto pubblico di massa e rapidità) che impediscono modifiche strutturali”.
Tentativi di miglioramento
Quindi, Ferdinandi passa alla seconda fase del ragionamento. Il metrobus non si può fermare, ma si può migliorare. In questo senso ha detto: “Ci sono però un paio di punti su cui si proverà a lavorare: tutela assetto arboreo (mandorli di via Donizetti e pini di viale San Sisto), spostamento della fermata di Sant’Andrea delle Fratte in via Penna, mentre appare impossibile ogni modifica dell’area deposito/parcheggio pur se individuata in una zona agricola”.
E ancora: “Pur con ciò è intenzione della giunta battersi fino in fondo, per quando possibile, per trovare soluzioni volte a tutelare il benessere della popolazione e della natura. Essere coraggiosi non significa essere temerari. Amministrare significa valutare una situazione per atti amministrativi, comprensiva di tutte le implicazioni per l’ente, in primis quelle economiche”.
Poi ha concluso: “Questo progetto è frutto, purtroppo, di un processo politico sbagliato, che noi abbiamo ereditato, perché non ha tenuto conto delle necessità reali del territorio. Io sposo ad una ad una le criticità del progetto sollevate dalla cittadinanza, ma c’è un dato fermo: l’impossibilità di fermare oggi o di riprogettare l’intervento a meno di un esborso di penali e spese pari a 25 milioni di euro, insostenibili per un Comune come Perugia a meno di tagliare servizi essenziali (sociale, manutenzioni stradali, ecc.)”.
Perugia, sul metrobus altre critiche dall’opposizione
Le opposizioni di centrodestra, che già erano intervenute per criticare la scelta della sindaca di tenere questo incontro all’interno della sua sede elettorale, sono passate all’attacco. Stavolta nel merito politico. Nilo Arcudi e Chiara Calzoni, consiglieri di Perugia Civica, commentano: “Purtroppo siamo stati facili profeti ad anticipare che durante la campagna elettorale da questa maggioranza sono state avanzate alcune promesse che, a conti fatti, si sono rivelate già irrealizzabili”.
“In particolare, l’impegno a rinunciare al progetto del metrobus si è dimostrato insostenibile. Tale rinuncia comporterebbe non solo il rischio di dover pagare ingenti penali, ma anche la perdita dei fondi stanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Quelle della maggioranza (di fermare il progetto del metrobus, ndr) sono state – commentano – semplici promesse elettorali”.