Maxi squalifica per due tifosi del Perugia, protagonisti di una violenta rissa avvenuta in Curva Nord durante il match contro il Pineto lo scorso marzo. La partita, terminata con un pareggio per 2 a 2, è stata teatro di un episodio che ha visto scontrarsi fazioni opposte del tifo biancorosso, culminando in una decisione giudiziaria tra le più severe mai adottate in relazione a episodi di violenza tra tifosi: dieci anni di Daspo per entrambi i coinvolti.
Perugia, squalifica di 10 anni per due tifosi del Grifo
La rissa è scoppiata durante il match contro il Pineto giocato al Curi. La Curva Nord, solitamente cuore pulsante del tifo perugino, si è trasformata in un campo di battaglia, con tifosi della stessa squadra che si affrontavano con una ferocia inaudita. L’intervento delle forze dell’ordine ha posto fine alla violenza, ma non senza conseguenze.
I due tifosi, difesi rispettivamente dagli avvocati Stefano Tentori Montalto, Andrea Pierozzi e Michele Nannarone, hanno recentemente ricevuto i provvedimenti di Daspo. L’avvocato Nannarone, rappresentante di uno dei tifosi, ha deciso di portare il caso in Cassazione, ritenendo eccessiva la durata del Daspo. L’udienza si è svolta alcune settimane fa, con la corte che ha deciso di riservarsi la decisione, lasciando in sospeso il destino del tifoso.
I giudici di Cassazione, analizzando la ricostruzione del gip che ha ratificato il provvedimento, hanno evidenziato “la presenza di numerosi precedenti penali tra cui lesioni personali, rissa, resistenza a pubblico ufficiale, rifiuto di fornire la propria identità, molestie o disturbo alle persone, oltraggio a pubblico ufficiale, incitazione a delinquere durante eventi sportivi, calunnia, autocalunnia e spaccio di stupefacenti”. Dagli atti è emerso che uno dei tifosi aveva già subito due Daspo, rispettivamente nel 2005 e nel 2013.
Pertanto, per la Cassazione, il ricorso è inammissibile e, oltre al pagamento di 3mila euro alla Cassa delle ammende, viene confermato “l’obbligo di presentarsi presso il comando dei Carabinieri o della Polizia di Stato” del tifoso “in occasione di ogni partita del Perugia (nei primi 10 minuti e prima degli ultimi 10 minuti di gioco per le partite in casa e entro 20 minuti dall’inizio per quelle in trasferta), per una durata di dieci anni”. I tifosi del Perugia sperano che questa maxi squalifica plachi gli animi più accesi.
Annata turbolenta per i tifosi del Grifo
Durante la scorsa stagione molti tifosi del Perugia hanno ricevuto il Daspo. Sempre nel match contro il Pineto ben 18 tifosi hanno ricevuto una squalifica. Lo scorso 3 febbraio invece, in seguito ai scontri avvenuti contro i tifosi del Rimini, quattro tifosi umbri hanno ricevuto il Daspo.
L’incidente, avvenuto nei pressi dello stadio “R. Curi”, è sfociato, secondo la Questura, in lanci di fumogeni, bottiglie e grossi petardi. L’intervento tempestivo delle forze dell’ordine ha impedito che la situazione degenerasse ulteriormente.
La Digos ha identificato i nove soggetti (4 tifosi del Grifo e 5 del Rimini) grazie all’analisi delle immagini fornite dal sistema di videosorveglianza e da quelle raccolte dalla Polizia Scientifica. A causa della gravità dei fatti, il Questore di Perugia ha emesso provvedimenti di Daspo nei confronti di tutti i coinvolti. Questi divieti prevedono l’esclusione dalle manifestazioni sportive di calcio, Coppa Italia, competizioni internazionali e campionati per un periodo compreso tra 3 e 10 anni, a seconda della gravità delle singole azioni e dei precedenti dei tifosi.
In aggiunta al Daspo, ai nove tifosi sarà vietato l’accesso e la permanenza, a partire da due ore prima e fino a due ore dopo la conclusione di ogni manifestazione sportiva, in un raggio di 400 metri dalle aree circostanti lo stadio, le stazioni ferroviarie utilizzate dai tifosi, i parcheggi pubblici adiacenti agli impianti sportivi, i luoghi di allenamento e i ritiri delle squadre di calcio. Inoltre, l’accesso sarà vietato anche in un’area di 200 metri dalle zone utilizzate per la sosta, il transito o il trasporto dei partecipanti e spettatori. In caso di violazione di queste disposizioni, le pene previste possono variare da uno a tre anni di reclusione e una multa che va da 10.000 a 40.000 euro.