Una lite domestica nata in cucina è finita prima all’ospedale e poi davanti al Tar. Il Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria ha confermato una sentenza: niente armi per l'uomo (nonostante il ricorso presentato) autore dell'episodio di violenza nei confronti dell’ex moglie.
La donna aveva riferito di essere stata colpita al volto con pacchi di cibo durante una lite in casa. L'alterco nacque perché la donna gli aveva “manifestato l’intenzione di separarsi da lui”. La vittima del litigio venne ricoverata al pronto soccorso dell’ospedale di Perugia e fu dimessa con una prognosi di sette giorni.
Quel giorno stesso arrivò la denuncia: la donna riferì anche di tensioni passate con il marito. Cinque anni prima, infatti, dovettero intervenire le forze dell’ordine, viste anche le minacce e frasi gravi da parte del marito.
Non un'unica denuncia. Anche l'uomo aveva presentato una querela: “la responsabilità dell’aggressione”, secondo l'ex marito, sarebbe stata della moglie “la quale, avendo aperto il frigorifero ed essendo rimasta contrariata per la presenza, durante il periodo del ramadan, di prodotti non ammessi dalla propria religione, aveva iniziato a prelevare il cibo ivi presente, scagliandoglielo addosso, mentre lui si era limitato a difendersi”.
L’uomo, difeso dagli avvocati David Zaganelli e Alessio Tomassucci, ha, perciò, presentato ricorso al Tar chiedendo l’annullamento dei provvedimenti della Prefettura di Perugia, in merito al divieto di detenere armi e munizioni e di cedere quelle in suo possesso a persona non convivente.
I provvedimenti erano presi dopo il ritiro e l’acquisizione cautelativa delle armi e munizionamento effettuato dai Carabinieri “in ragione di forti dissidi familiari con l’ex coniuge”.
L’uomo ha cercato, quindi, tentato di ribaltare la vicenda, spiegando che avesse cercato solo di difendersi.
I due coniugi, però, sono riusciti nella riappacificazione e ad avviare le pratiche per una separazione consensuale, anche ritirando le reciproche denunce. Il divieto di detenere armi e munizioni, però, non è stato cancellato.
Per questo è arrivato il ricorso al Tar che ha confermato il divieto di detenere armi e munizioni, spiegando che “prescindendo da un giudizio diretto di riprovevolezza nei confronti del soggetto colpito dal divieto, deve ritenersi che le valutazioni operate dall’amministrazione si sottraggano a tutte le censure dedotte”.
Il Tar, però, non chiude definitavamente la questione, visto che l’evoluzione “in senso positivo dei rapporti tra gli ex coniugi” potrebbero “supportare una richiesta di riesame della situazione da parte dell’Amministrazione”. La Prefettura, quindi, potrà eventualmente riesaminare la posizione dell’uomo in futuro.