Le dichiarazioni di Leonardo Caponi, candidato a sindaco di Perugia per la lista “Pci, Perugia contro guerra e neoliberismo”, sollevano una questione critica che sembra essere ampiamente ignorata nel dibattito politico locale: l’impatto della guerra in Europa e il rischio di un conflitto nucleare mondiale. Caponi denuncia l’apatia e l’insensibilità degli altri candidati nei confronti di un problema che ritiene di primaria importanza non solo a livello globale, ma anche per le ripercussioni dirette sulla comunità perugina.

Il candidato sindaco critica duramente il dibattito politico elettorale per le comunali di Perugia, accusandolo di essere impermeabile alla minaccia di una guerra globale. Egli sottolinea come la destra, che governa sia l’Italia che Perugia, mostri una chiara complicità con le politiche belliciste, mentre il cartello elettorale progressista, secondo lui, non si distanzia sufficientemente dalle posizioni del Partito Democratico, anche quello guidato da Elly Schlein, che ha sostenuto le scelte favorevoli al riarmo del governo Meloni.

Caponi fa un collegamento diretto tra la guerra in Ucraina e i rincari tariffari che colpiscono i cittadini di Perugia. Egli sostiene che le società di servizio perugine hanno aumentato i costi di acqua, luce, gas e trasporti a causa delle sanzioni alla Russia, che considera masochiste. Questa argomentazione mira a mostrare come le decisioni politiche a livello internazionale abbiano un impatto concreto sulla vita quotidiana delle persone, anche a livello locale.

Leonardo Caponi, candidato a sindaco di Perugia: “Dietro questo atteggiamento di tutti gli altri candidati a sindaco e delle loro liste si celano, insieme, provincialismo e agnosticismo guerrafondaio”

Arriva la guerra e a Perugia non se ne parla. – Inizia così la nota del candidato a sindaco di Perugia – E’ impressionate il fatto come, a parte noi, il dibattito politico elettorale per le comunali rimanga insensibile e impermeabile al rischio sempre più drammaticamente reale e vicino di una guerra che, deflagrata in Europa, potrebbe con alta probabilità trasformarsi in conflitto nucleare mondiale. Al proposito le dichiarazioni del segretario generale della Nato sono pericolosissime.

La lista ‘Pci, Perugia contro guerra e neoliberismo‘ – continua Caponi – è l’unica che, dall’inizio della campagna elettorale, chiede il blocco dell’invio delle armi all’Ucraina, una trattativa immediata sotto egida internazionale, l’uscita dell’Italia dalla Nato, il drastico ridimensionamento delle spese militari e le sanzioni nei confronti di Israele perché cessi l’eccidio del popolo palestinese (vorrei ricordare che il nostro capolista è un medico palestinese). Ed è dall’inizio della campagna elettorale che ci viene opposta l’obiezione che ‘questi non sono temi da elezioni comunali

Se non fosse tragica – prosegue – la questione sarebbe comica. Come a dire che Perugia si trova sulla luna o che i rincari tariffari che applicano le società di servizio perugine su acqua, luce, gas, trasporti e altro non siano causati dalla guerra in Ucraina e relative, masochiste, sanzioni alla Russia.


Dietro questo atteggiamento di tutti gli altri candidati a sindaco e delle loro liste si celano, insieme, provincialismo e agnosticismo guerrafondaio. Nel caso della destra che governa l’Italia e Perugia c’è aperta complicità. Ma anche il cartello elettorale progressista non è molto diverso o non lo è come dovrebbe essere. Il Pd, anche il Pd della Schlein, ha votato tutte le scelte riarmiste e guerrafondaie della Meloni (e poi vengono a dire a noi che aiutiamo la destra!). Sinistra Italiana, Rifondazione comunista e i Verdi fanno da supporto ad una coalizione il cui azionista di riferimento è quel Pd che dicevo poco sopra. La candidata a sindaca Ferdinandi non può discostarsi dal dire, quando lo fa, qualche generica invocazione di ‘pace’ perchè, come è per tutte le cose, se si sbilancia scontenta l’una o l’altra parte del cartello elettorale che guida. Volete un’alternativa alle politiche di guerra? Siamo noi”.