È partita da Perugia la mobilitazione delle Camere penali dell’Umbria a sostegno del “sì” al referendum sulla riforma costituzionale della giustizia, che introduce la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. L’iniziativa è stata illustrata nel corso di una conferenza stampa nel capoluogo umbro, alla quale hanno preso parte i rappresentanti delle Camere penali regionali, i quali hanno spiegato le ragioni dell’impegno dell’avvocatura penalista in vista della consultazione referendaria.
La riforma, che sarà sottoposta al voto dei cittadini, è considerata un passaggio fondamentale per rafforzare le garanzie del processo e assicurare la piena applicazione dei principi costituzionali in materia di giurisdizione. Al centro del dibattito vi è il tema della terzietà del giudice, ritenuta ancora parzialmente incompleta nell’attuale assetto ordinamentale, e che la separazione delle carriere mira a consolidare in maniera definitiva.
A introdurre i lavori è stato l’avvocato Pietro Gigliotti, referente distrettuale del comitato per il “sì”, che ha definito la separazione delle carriere “una scelta di civiltà che sfugge alle logiche politiche”. Un concetto ribadito più volte nel corso dell’incontro, con l’obiettivo di collocare il referendum al di fuori delle contrapposizioni partitiche e di ricondurlo a un tema di garanzie democratiche e trasparenza del sistema giudiziario.
Secondo Gigliotti, la partecipazione attiva dell’avvocatura al dibattito pubblico è naturale: “È fisiologico essere presenti come lo eravamo a fianco centrosinistra e radicali”, ha affermato, precisando tuttavia che “questo è un tema trasversale. Sarebbe un errore polarizzarsi a livello politico. È una riforma per la democrazia. Il giudice non può fare parte della stessa squadra del pm”.
Sulla stessa linea il presidente della Camera penale di Perugia, Luca Gentili, che ha parlato apertamente di “riforma di civiltà”, ribadendo come l’Unione delle Camere penali “invita a votare sì”. Gentili ha posto l’accento sulla distinzione tra imparzialità e terzietà, concetti spesso sovrapposti ma giuridicamente differenti: “Non esiste ancora - ha aggiunto - la terzietà del giudice che è diversa da imparzialità. Va restituita credibilità alla magistratura anche attraverso separazione delle carriere”.
Per il presidente della Camera penale del capoluogo umbro, la riforma “non è la panacea a tutti i mali ma passo avanti necessario e doveroso”. Gentili ha inoltre respinto l’idea che si tratti di una rivendicazione di categoria: “Non è una battaglia corporativa come invece conduce l’Associazione nazionale magistrati. La separazione delle carriere è l’applicazione di un principio costituzionale già esistente, quello del giusto processo. Manca solo un tassello per la terzietà del giudice”.
A rimarcare la centralità dei cittadini è intervenuta Francesca Carcascio, della Camera penale di Terni, che ha spiegato come il quesito referendario investa i diritti fondamentali più che interessi professionali. “È riforma per i cittadini non per gli avvocati”, ha dichiarato, denunciando che l’opposizione alla separazione delle carriere tenderebbe a "difendere una rendita di posizione".
Carcascio ha definito il momento come un possibile punto di svolta per il sistema giudiziario nazionale: “Siamo a un passo da una svolta epocale per un processo equo”. Ha quindi richiamato l’attenzione sull’impatto tangibile della riforma, sia sulla parità effettiva tra accusa e difesa, sia sulla fiducia dei cittadini nel corretto funzionamento della giustizia, invitando a interpretare il voto come una scelta di rilevanza pubblica e non come una contesa tra interessi di categoria.
Un messaggio analogo è stato rilanciato da Francesca Pepperosa, vicepresidente della Camera penale di Spoleto, che ha sottolineato l’impostazione divulgativa dell’iniziativa: “La campagna è rivolta ai cittadini”, ha spiegato. Pepperosa ha evidenziato l’urgenza di far conoscere ai non addetti ai lavori i contenuti della riforma, i suoi effetti pratici e le implicazioni per il funzionamento dei processi.
La vicepresidente ha inoltre precisato che l’obiettivo è promuovere un confronto informato e partecipato, attraverso iniziative pubbliche, materiale esplicativo e incontri sul territorio, affinché il dibattito sul quesito non resti confinato agli ambienti forensi ma diventi patrimonio dell’opinione pubblica.
Nel suo intervento conclusivo, Gigliotti ha ricondotto il tema della separazione delle carriere a un percorso riformatore iniziato decenni fa: “La separazione delle carriere - ha detto ancora - altro non è che il completamento della riforma, monca del 1988, con un giudice terzo e imparziale. Oggi ci sono i presupposti per completare il giusto processo”.
Secondo i penalisti umbri, l’attuale assetto ordinamentale non garantisce pienamente quella distanza strutturale tra giudice e accusa che costituisce uno degli elementi cardine dei sistemi processuali di stampo accusatorio. Da qui la convinzione che il referendum rappresenti un’occasione per colmare una lacuna storica e rafforzare le garanzie costituzionali.
Con la conferenza stampa di Perugia prende il via una campagna che, nelle intenzioni delle Camere penali dell’Umbria, sarà capillare e orientata al confronto pubblico. L’obiettivo dichiarato è quello di portare il tema della separazione delle carriere fuori dagli addetti ai lavori, stimolando una riflessione ampia e consapevole in vista del voto referendario, considerato dagli avvocati penalisti un passaggio decisivo per il futuro della giustizia italiana.