Un’inchiesta della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura di Perugia, accende i riflettori su un presunto sistema di collusioni capace di condizionare affidamenti e gare per opere pubbliche. Cinque le misure cautelari eseguite su ordinanza del GIP: arresti domiciliari per due funzionari (Provincia di Perugia e Consorzio Bonifica Val di Chiana Romana e Val di Paglia) e per l’amministratore di una srl con sede a Città della Pieve. Obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria per un geometra di Ficulle e interdizione a contrattare con la Pubblica amministrazione per il titolare di una ditta individuale perugina.
Le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, sono corruzione, falso ideologico indotto e turbata libertà degli incanti.
L’indagine nasce dalla denuncia di un professionista a cui, tramite un presunto intermediario, sarebbe stata chiesta una somma di denaro in cambio dell’affidamento di un incarico di progettazione pubblicato dalla Provincia di Perugia. Da quel momento il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della GdF ricostruisce — tra intercettazioni telefoniche e telematiche, localizzatori GPS e servizi di osservazione — un quadro indiziario di accordi preventivi, scambio di informazioni riservate e ribassi concertati tra imprenditori e pubblici ufficiali.
Al centro delle verifiche finisce la procedura per la ricostruzione spondale del fiume Chiani a Monteleone di Orvieto (963.800 euro), indetta dal Consorzio di bonifica. Secondo gli inquirenti, un dipendente del Consorzio avrebbe anticipato a un imprenditore pievese giorno e ora di pubblicazione dell’indagine di mercato sulla piattaforma telematica.
Un’informazione determinante perché l’avviso selezionava l’affidatario tra i primi dieci operatori che manifestavano interesse online. L’amministratore della srl, con l’ausilio di un collaboratore, avrebbe condiviso il timing e concordato ribassi con altri sette imprenditori: l’appalto finisce a un soggetto del “cartello” e, tramite subappalto, torna nella disponibilità del beneficiario della soffiata.
Un secondo filone riguarda lavori su tratte provinciali (S.P. 300/1 di Porto; S.P. 308/3 Città della Pieve; S.P. 318/4 Pila; S.P. 344/1 Castello del Piano). Per gli investigatori, un funzionario della Provincia avrebbe dialogato con l’imprenditore pievese e con un professionista, prefigurando assegnazioni e persino i computi metrici prima dell’avvio delle procedure sulle piattaforme certificate.
L’ipotesi è di una società “prestanome” usata per acquisire un primo micro-affidamento (circa 14 mila euro) e spianare la strada a un successivo pacchetto di lavori oltre quota 100 mila euro, in violazione del principio di rotazione.
Il GIP, condividendo la ricostruzione accusatoria in fase cautelare, scrive che "Non vi è dubbio che vi sia stata la collusione volta al turbamento della gara" e che "le modalità e le circostanze dei fatti reato … denotano una spiccata pericolosità sociale degli indagati certamente tale da rendere assai probabile la reiterazione di analoghi comportamenti delittuosi".
Tra gli episodi documentati, le riprese a Magione, all’interno di un edificio provinciale: un imprenditore consegna a un funzionario una busta dicendo "questo è bono". Il giorno dopo, il pubblico ufficiale esibisce buoni carburante per 400 euro, sequestrati.
Le misure arrivano dopo l’interrogatorio preventivo degli indagati, previsto dalla legge 114/2024 (cosiddetta “Legge Nordio”), al termine del quale il giudice ha ritenuto "concreto il pericolo di reiterazione del reato". Resta ferma la presunzione di innocenza fino a eventuale sentenza definitiva. L’inchiesta prosegue per chiarire l’estensione del presunto sistema, i flussi economici (anche tramite fatture per noleggi mai avvenuti) e i profili di responsabilità degli attori coinvolti.
Se confermato in giudizio, il meccanismo avrebbe inciso sulla concorrenza, sull’efficienza della spesa e sulla qualità delle opere pubbliche nel perugino. Gli investigatori passano al setaccio gare, subappalti e partecipazioni d’impresa, mentre per gli enti coinvolti si profilano verifiche interne su procedure e controlli.