22 Feb, 2025 - 21:00

Perugia, il Tribunale ammonisce una madre per aver ostacolato il rapporto tra il figlio e l’ex marito

Perugia, il Tribunale ammonisce una madre per aver ostacolato il rapporto tra il figlio e l’ex marito

Una separazione dolorosa, come tante, ma con un risvolto inaspettato che potrebbe fare giurisprudenza. A Perugia, un giudice ha deciso di ammonire una madre per aver influenzato negativamente il figlio nei confronti del padre, contribuendo a creare un distacco emotivo tra i due. Riferisce Il Massaggero che la decisione, presa dalla prima sezione civile del Tribunale di Perugia e resa nota dalla Camera minorile di Perugia, presieduta dall’avvocato Simona Garone, sottolinea la gravità di comportamenti apparentemente non ostili ma ripetuti, capaci di condizionare la psiche di un adolescente già provato dalla separazione dei genitori.

Tutto nasce da una causa intentata dal padre del ragazzo, il quale ha denunciato come l’ex compagna avesse, nel tempo, influenzato il figlio fino a fargli sviluppare un vero e proprio rifiuto nei suoi confronti. A pesare non sarebbero stati gesti eclatanti, ma piuttosto una serie di frasi dette nel tempo, velate ma incisive, che hanno contribuito a rafforzare il senso di protezione del minore verso la madre e, parallelamente, il distacco emotivo nei confronti del padre.

Frasi come: «Tuo padre ci ha lasciato. Ora pensa alla sua nuova vita. Noi siamo stati abbandonati» possono sembrare sfoghi momentanei, ma ripetute nel tempo diventano gocce capaci di scavare un solco profondo nella mente di un figlio. E così è successo anche in questo caso, dove il ragazzo, pur senza divieti espliciti da parte della madre, ha progressivamente evitato il padre, rifiutando ogni contatto con lui.

Il giudice Ilenia Micciché tramite Consulenza tecnica d'ufficio ha stabilito la presenza di coartazione emotiva

A fronte della denuncia dell’uomo, il giudice Ilenia Miccichè ha deciso di indagare a fondo sulla questione per comprendere le motivazioni dietro il comportamento del minore. Ha quindi disposto una consulenza tecnica d’ufficio (CTU) per analizzare il legame tra il ragazzo e i due genitori, con l’obiettivo di verificare se realmente la madre avesse avuto un ruolo nel deterioramento della relazione padre-figlio.

I risultati della consulenza hanno confermato i timori del padre: nel ragazzo si era sviluppata una coartazione emotiva, un processo psicologico che lo aveva portato a identificarsi e allearsi con la madre, fino al punto di rifiutare categoricamente il padre. Questo fenomeno, noto in psicologia come alienazione genitoriale, può avere conseguenze psicopatologiche gravi per il minore, in quanto lo priva di una delle due figure di riferimento fondamentali per la sua crescita emotiva.

Di fronte a tali evidenze, il tribunale ha emesso un provvedimento di ammonimento nei confronti della donna, citando l’articolo 473 bis 39 del codice di procedura civile, con il quale le viene imposto di evitare qualsiasi espressione svalutante nei confronti del padre alla presenza del figlio e di collaborare attivamente per favorire il recupero del rapporto padre-figlio.

La decisione del tribunale non si limita a un semplice richiamo: il giudice ha infatti avvertito la madre che, qualora il suo comportamento non cambiasse, potrebbero essere adottati ulteriori provvedimenti sanzionatori, fino alla revisione dell’affidamento del figlio.

In altre parole, se la donna continuerà con atteggiamenti che ostacolano la relazione tra il ragazzo e il padre, il tribunale potrebbe decidere di modificare il collocamento del minore, privandola della custodia prevalente. Inoltre, il padre potrebbe intentare una causa per risarcimento danni, sostenendo di aver subito un danno emotivo e relazionale a causa del comportamento dell’ex compagna.

Le separazioni sono accompagnate da rancore e dolore e i figli diventano spesso gli strumenti di conflitti irrisolti

Il caso in questione apre una riflessione più ampia sul delicato equilibrio che deve essere mantenuto nelle famiglie separate, soprattutto quando ci sono figli coinvolti. Le separazioni, purtroppo, spesso sono accompagnate da rancore e dolore, e i figli rischiano di diventare strumenti inconsapevoli di conflitti irrisolti tra i genitori.

La sentenza del tribunale di Perugia sottolinea l’importanza di evitare qualsiasi comportamento che possa influenzare negativamente il minore, anche se non intenzionalmente. Non si tratta solo di vietare l’accesso fisico al padre, ma anche di evitare parole e atteggiamenti che possano instillare nel figlio sentimenti di rifiuto, paura o risentimento nei confronti dell’altro genitore.

L’alienazione genitoriale è un problema sempre più diffuso e riconosciuto dai tribunali italiani. Questo fenomeno si verifica quando un bambino viene manipolato psicologicamente da un genitore contro l’altro, fino al punto di rifiutare ogni contatto con quest’ultimo.

Nel tempo, i tribunali hanno sviluppato strumenti per riconoscere e contrastare questa forma di abuso emotivo. In alcuni casi estremi, i giudici hanno anche disposto il cambio di collocamento del minore, affidandolo al genitore alienato per proteggerlo da un ambiente emotivamente nocivo.

Il caso di Perugia si inserisce in questo contesto, dimostrando che la magistratura sta diventando sempre più attenta a tutelare il diritto del minore a mantenere un rapporto sano e costante con entrambi i genitori, anche dopo la separazione.

La decisione del giudice Micciché rappresenta un importante precedente giuridico

La decisione del giudice Miccichè ha sollevato un acceso dibattito nel mondo giuridico e tra gli esperti di diritto di famiglia. La Camera minorile di Perugia ha evidenziato come il provvedimento rappresenti un importante precedente giuridico, che potrebbe essere utilizzato in casi simili per prevenire e contrastare l’alienazione genitoriale.

D’altra parte, alcuni esperti sottolineano che è necessario valutare caso per caso, poiché ogni separazione ha dinamiche uniche e non sempre il distacco del figlio da un genitore è causato da influenze esterne. In alcuni casi, infatti, il rifiuto di un genitore può derivare da esperienze personali negative vissute dal minore e non da manipolazioni della madre o del padre.

Il caso di Perugia rappresenta un monito importante per tutti i genitori separati: anche le parole contano. I figli hanno bisogno di amore, stabilità e di un rapporto sano con entrambi i genitori, e qualsiasi comportamento che possa minare questo equilibrio può avere conseguenze legali e psicologiche molto serie.

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Mario Farneti
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