Oggi, 29 dicembre, l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Ivan Maffeis, ha dato ufficialmente il via al Giubileo 2025 con una solenne celebrazione nella Cattedrale di San Lorenzo. L’evento segna l’inizio di un cammino di fede e riflessione che attraverserà tutte le diocesi italiane, seguendo il filo conduttore della speranza tracciato da Papa Francesco nel messaggio natalizio. La giornata si è aperta in Piazza IV Novembre, dove la comunità si è riunita per condividere testimonianze di vita e di fede, proseguendo poi con un pellegrinaggio verso la Cattedrale.
Perugia, apertura Giubileo 2025: l’omelia dell’arcivescovo Ivan Maffeis
Nel solco delle parole di Papa Francesco, l’arcivescovo Maffeis ha esortato i fedeli a riscoprire il valore della speranza, definendola come il fondamento di un’esistenza autentica e piena di significato. “Abbiamo iniziato sulla Piazza,” ha ricordato nell’omelia, “dove il bisogno di speranza che sale dalla città ha preso voce nelle parole di un giovane studente lavoratore, della dottoressa responsabile dell’Hospice, del direttore della Caritas e della Prima Cittadina.” L’arcivescovo ha sottolineato come l’ascolto delle esperienze personali rappresenti un atto di umiltà e un impegno concreto a rispondere alle sfide della vita quotidiana.
Durante il pellegrinaggio verso la Cattedrale, i partecipanti sono stati invitati a mettersi “in cammino come mendicanti di speranza”, ispirandosi ai pastori del presepe e ai Magi, che bussarono alla porta del Bambino di Betlemme. “Lui, il Crocifisso e il Risorto, è la nostra speranza,” ha dichiarato Maffeis. “Lui, volto misericordioso del Padre, restituisce un significato buono al nostro presente e ci rende testimoni di speranza dove questa è andata perduta”.
L’omelia ha anche ripreso le parole di Sant’Agostino, invitando i fedeli a non restare indifferenti alle ingiustizie: “La speranza cristiana è la promessa del Signore da accogliere qui e ora, con il coraggio di cambiare le cose che non vanno”.
Segni concreti di speranza nella comunità
L’arcivescovo ha poi indicato una serie di segni concreti di speranza che emergono nella vita quotidiana della comunità. “La speranza fiorisce dove il desiderio di generare e la vita sono custoditi nella loro sacralità,” ha affermato. Ha citato l’impegno di chi aiuta i giovani a non cadere in gesti autodistruttivi, di chi si prende cura dei malati e degli anziani, e di chi offre opportunità di riscatto a chi vive in condizioni di disagio. Un richiamo importante è stato rivolto anche ai migranti, con l’esortazione a superare pregiudizi e chiusure per costruire una società inclusiva.
Non sono mancati riferimenti alle grandi questioni globali, come la riduzione del debito dei Paesi impoveriti e la conversione delle spese militari in risorse per combattere la fame. “La speranza,” ha sottolineato Maffeis, “fiorisce dove le relazioni bloccate sono rinnovate dalla forza del perdono”. Ha citato ancora Papa Francesco: “Perdonare non cambia il passato, ma può trasformare il futuro, liberandolo da rancore e vendetta”.
La porta santa: simbolo di un cammino interiore
L’apertura della porta santa della Cattedrale ha rappresentato un momento di profondo significato spirituale. “La porta santa è un simbolo di accoglienza e di riconciliazione,” ha spiegato l’arcivescovo. “Entrare attraverso di essa significa aprire il cuore alla speranza e al prossimo”. L’invito è stato rivolto a tutti: credenti e non, perché l’Anno Santo sia un’occasione di dialogo e di condivisione.
Il Giubileo 2025, con il suo tema centrale della speranza, rappresenta un cammino che coinvolge non solo la Chiesa ma l’intera società. L’iniziativa di Perugia, con la partecipazione attiva di diverse figure della comunità civile, ha dimostrato come sia possibile costruire ponti tra fede e vita quotidiana, tra spiritualità e azione concreta. La giornata inaugurale del Giubileo a Perugia ha messo in luce un messaggio universale: la speranza non è solo un sentimento, ma un impegno concreto verso il cambiamento e il bene comune.