30 May, 2025 - 15:00

Perugia capitale della biodiversità: dal 3 al 6 giugno il 15esimo congresso nazionale per la tutela delle specie e degli habitat

Perugia capitale della biodiversità: dal 3 al 6 giugno il 15esimo congresso nazionale per la tutela delle specie e degli habitat

Dal 3 al 6 giugno, Perugia diventa il centro del dibattito nazionale sulla biodiversità con il 15° Congresso organizzato dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università degli Studi, in collaborazione con l’Accademia delle Scienze della Biodiversità Mediterranea. L’evento mira a mettere in relazione mondo accademico e istituzioni per affrontare, con strumenti concreti e nuovi modelli di intervento, l’urgenza della conservazione e valorizzazione sostenibile della biodiversità animale, vegetale e microbica.

Tema centrale del congresso sarà “La biodiversità nel XXI secolo: nuovi paradigmi per nuove sfide”, con l’obiettivo di rispondere agli effetti crescenti del cambiamento climatico e dell’intervento umano sugli ecosistemi. Tra i dati più allarmanti riportati dagli organizzatori, spicca il fatto che su oltre 30.000 specie vegetali edibili, solo 30 sono coltivate su larga scala, e cinque (riso, frumento, mais, miglio, sorgo) forniscono il 60% del cibo globale. Analoga la situazione per le specie animali: solo 14 coprono il 90% della produzione.

Perugia, al congresso nazionale un confronto tra ricerca e istituzioni per il futuro della biodiversità

L'Umbria non ospita solo il congresso, ma rappresenta essa stessa un modello virtuoso di equilibrio tra uomo e natura. Nota come il "cuore verde d'Italia", la regione è infatti caratterizzata da una sorprendente varietà di habitat, dai monti innevati ai boschi, dai laghi alle zone umide, che offrono rifugio a un'infinità di specie protette.

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, condiviso con le Marche, ospita predatori iconici come il lupo appenninico e rapaci come l'aquila reale. Non meno rilevante il Parco del Monte Cucco, con la sua rete di sentieri, le faggete silenziose e la presenza di specie come il falco pellegrino e il gatto selvatico. Le escursioni invernali, tra grotte e panorami mozzafiato, sono un invito alla scoperta rispettosa dell'ambiente.

Zone umide e riserve: ecosistemi fragili e indispensabili

Al centro dell’attenzione anche il Parco del Lago Trasimeno, uno scrigno di biodiversità acquatica dove convivono pesci autoctoni e uccelli migratori come aironi e cormorani. Ma è soprattutto l'Oasi di Alviano, lungo il Tevere, a rappresentare uno degli esempi più significativi di conservazione in Umbria.

Riconosciuta a livello internazionale dalla Convenzione di Ramsar, l'Oasi è un punto strategico per il birdwatching e l'educazione ambientale, con percorsi didattici immersi nella natura e infrastrutture che permettono l'osservazione senza disturbare gli animali.

Specie rare e azioni di tutela: un patrimonio da difendere

La biodiversità umbra è anche sinonimo di rarità botaniche e faunistiche. Il camoscio appenninico, reintrodotto nei Sibillini, e la trota fario nei corsi d'acqua testimoniano l'impegno delle istituzioni nella tutela di specie a rischio. La presenza del lupo appenninico è monitorata da anni, così come quella di piccoli predatori come la martora, la donnola e il gatto selvatico.

Non meno importante è la flora: orchidee selvatiche, felci e muschi antichi prosperano in ambienti umidi e boscosi, contribuendo alla ricchezza genetica e alla stabilità degli ecosistemi. L'azione combinata di enti locali, università e associazioni ambientaliste ha permesso di attivare progetti di riforestazione e di educazione rivolti a cittadini e turisti.

Turismo responsabile e modelli sostenibili: una sfida concreta

In linea con le strategie del Green Deal europeo, l'Umbria promuove un modello di sviluppo basato sull'equilibrio tra fruizione turistica e tutela ambientale. Percorsi escursionistici, agriturismi eco-friendly e attività didattiche nei parchi offrono esperienze immersive senza impatti negativi. L'inverno, in particolare, trasforma i paesaggi umbri in luoghi di contemplazione e scoperta lenta, favorendo un turismo più consapevole.

In questo scenario, il congresso di Perugia rappresenta un momento cruciale per definire nuove strategie di intervento, che integrino le più recenti scoperte scientifiche con le esigenze del territorio. Un passo in avanti per costruire una cultura della biodiversità che non sia solo conservazione, ma anche innovazione, educazione e partecipazione.

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Giorgia Sdei
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