Che al Percorso Verde di Perugia si aggirasse qualche cinghiale non rappresenta di certo una grande novità. Di questi animali, infatti, già molte volte in passato, hanno segnalato la presenza i numerosi frequentatori dell’area verde più famosa del capoluogo umbro. Ciò che stupisce, questa volta, è l’orario e – lasciatemelo dire, per esperienza diretta – il mood di quello che è l’esemplare di fauna selvatica per antonomasia. Vi racconto come è andata.
Jogging con cinghiale al percorso verde
Questa mattina, come da routine, mi sono recata al Percorso Verde “Leonardo Cenci” di Pian di Massiano a Perugia, per la mia abituale corsetta mattutina. Perché, si sa, iniziare la giornata con il piede giusto è fondamentale. Niente di più vero se sei anche giornalista, e come tale non hai mai idea di quando la giornata possa davvero terminare. E poi il jogging aumenta il rendimento fisico, rafforza il sistema immunitario, contrasta lo stress e mette semplicemente di buon umore e bla bla bla.
Ecco quindi che, airpods alle orecchie e cronometro al polso, alle 8:00 spaccate ero pronta ai nastri di partenza per il solito giretto. Non ero, però, l’unica ad avere avuto l’idea, a quanto pare, di godere delle prime luci del mattino all’aria aperta. Al mio fianco, tranquillo e sereno, c’era un cinghiale. L’animale non si è mostrato minimamente infastidito dalla mia presenza. Tutt’altro, ha continuato a brucare l’erba indisturbato. Ho provato a domandargli se volesse correre un po’ con me ma senza risultato. Che pigro!
Allora, ho approfittato per fare una chiacchierata al telefono con Valerio Mancini, capogruppo della Lega nell’Assemblea Legislativa dell’Umbria, che di caccia al cinghiale se ne intende. È di ieri, infatti, la notizia di una sua mozione pronta a essere lanciata a Palazzo Cesaroni contro la proposta degli ambientalisti di abolire l’articolo 842 del Codice civile. Quell’articolo che “consente il libero accesso dei cacciatori nei fondi privati non recintati – riferisce il consigliere – e comunque dove non si arreca danno alle colture”.
Mancini (Lega): “Giorgia, ti è andata bene!”
Per il capogruppo della Lega a Palazzo Cesaroni, Valerio Mancini, il mio incontro ravvicinato con il cinghiale di questa mattina al Percorso Verde di Perugia desta preoccupazione. “È stato un episodio che nell’immediato non ha rappresentato un pericolo – mi dice Mancini – ma non dimentichiamoci che il cinghiale con prole diventa aggressivo: è andata bene! È evidente che il suo numero è in eccesso in Umbria come in tutta Italia. Quindi, ostacolare l’attività venatoria è indubbiamente un’assurdità!”
“Il mondo venatorio vuole contenere la specie – spiega il consigliere Mancini – ma la continua pressione mediatica e normativa che penalizzano il naturale svolgimento dell’attività venatoria, finisce per ostacolare la stessa vocazione del cacciatore. Non a caso, ci sono sempre meno cacciatori in Umbria”. Mancini ricorda, a questo punto, come “l’eccessiva proliferazione della specie cinghiale sul territorio regionale rischia di causare un danno importante non solo alla nostra agricoltura, ma anche all’economia intera e parlo di migliaia di posti di lavoro”.
Cinghiale e PSA in Umbria
“L’Umbria è ad oggi indenne al fenomeno della peste suina africana, motivo per il quale gli Stati Uniti hanno di recente dato il via libera ai nostri prodotti suinicoli umbri sotto i 400 giorni di stagionatura. Un risultato ottenuto grazie al mio impegno come Presidente della Commissione Agricoltura, dell’Assessore Fioroni e della Presidente Tesei – racconta, poi, Valerio Mancini – ciò nonostante, le autorità locali mantengono alta la guardia. I controlli proseguono serrati e le misure preventive coinvolgono numerosi attori, dalla sanità pubblica agli allevatori, fino ai cittadini e, naturalmente, i cacciatori”.
Di conseguenza, per Valerio Mancini risulta mera propaganda ideologica il tentativo degli ambientalisti di porre fine all’articolo 842 del Codice civile. “Non vorrei arrivare a trovarmi i cinghiali ad abbeverarsi in Piazza IV Novembre alla Fontana Maggiore – ironizza – e sarei curioso di conoscere il parere di certi partiti che ancora sostengono che si possa monitorare e limitare la diffusione della specie cinghiale in modo alternativo. I capi si abbattono con i fucili e i cacciatori. Non con le app o con altre strampalate iniziative. A meno che – conclude – i 5 stelle non intendano abbattere i cinghiali tirando loro qualche banco a rotelle rimasto in magazzino”.