27 May, 2025 - 19:54

Perugia si candida ad ospitare la marcia nazionale in sostegno a Gaza

Perugia si candida ad ospitare la marcia nazionale in sostegno a Gaza

Perugia si propone come sede di una grande manifestazione nazionale a sostegno del popolo di Gaza, rilanciando la sua storica vocazione di città della pace. L’idea, emersa in questi giorni, è di organizzare un corteo unitario per chiedere la fine dei bombardamenti e dei crimini di guerra nella Striscia.

A farsi portavoce della candidatura è la sindaca Vittoria Ferdinandi, che ha annunciato la disponibilità del capoluogo umbro ad accogliere l’evento: "Perugia c'è, siamo disponibili ad ospitare la manifestazione nazionale per Gaza". L’obiettivo dichiarato è duplice: esprimere solidarietà alla popolazione civile palestinese martoriata dal conflitto e lanciare un appello corale affinché "tacciano le armi" e si ponga fine alla strage di innocenti.

Perugia si candida a ospitare la marcia nazionale per Gaza

La proposta di ospitare la marcia nasce dal fermento delle realtà umbre impegnate per la pace. Nel fine settimana Perugia ha ospitato un partecipato incontro promosso dall’Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) presso il circolo Arci Piccione, durante il quale il deputato Nicola Fratoianni ha lanciato un appello a tutte le forze progressiste e pacifiste: "Organizziamo insieme una grande manifestazione nazionale, per dire basta, perché si fermi il massacro a Gaza".

Dal palco Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, ha ricordato la tradizione perugina di città ponte per il dialogo, sottolineando che "da Perugia, città della pace" deve partire un segnale forte rivolto a partiti, sindacati, associazioni e media per unirsi nella mobilitazione. L’idea è stata immediatamente raccolta dalla sindaca Ferdinandi, presente all’incontro, e da esponenti locali del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, forze che in Parlamento hanno già presentato una mozione unitaria per chiedere il cessate il fuoco a Gaza.

Lenzuola bianche e bandiere palestinesi: l’Umbria si mobilita per la pace

Anche la società civile umbra si è mossa da tempo. Il coordinamento "Umbria della pace" ha organizzato presìdi e marce cittadine, tra cui una manifestazione pacifista tenutasi a Perugia lo scorso 17 maggio per gridare "Stop al genocidio a Gaza". In quella occasione è stata lanciata la campagna "Una bandiera palestinese su ogni balcone", invitando i cittadini ad esporre il vessillo della Palestina come simbolo di vicinanza al popolo di Gaza. Parallelamente, in decine di Comuni della regione sono comparsi lenzuoli bianchi alle finestre e nelle piazze.

L’iniziativa, denominata "50.000 sudari per Gaza", nasce per rappresentare simbolicamente le oltre 50 mila vittime del conflitto e ribadire con forza la richiesta di pace. All’azione dei cittadini si è affiancata quella di molti amministratori locali: da ieri, 26 maggio, numerosi sindaci e consiglieri umbri hanno iniziato a praticare a turno il digiuno di protesta, aderendo a una rete nazionale di enti locali che chiede lo stop immediato dei bombardamenti.

Sindaca Ferdinandi: "Perugia città della pace, pronti ad accogliere la manifestazione"

Le istituzioni umbre hanno subito abbracciato la causa. La sindaca Ferdinandi – prima donna alla guida di Perugia da meno di un anno – ha fatto della pace una bandiera programmatica, istituendo persino una delega speciale ad hoc in giunta.

In una nota ufficiale, la prima cittadina ha ribadito il ruolo storico di Perugia nel movimento pacifista italiano e "il dovere di mettere a disposizione questo straordinario patrimonio civile" per fermare la sofferenza a Gaza.

Ferdinandi in questi giorni ha partecipato personalmente alle manifestazioni in città, facendosi vedere in piazza con un sudario bianco in segno di lutto per i bambini uccisi nel conflitto. "Perugia ci sarà", ha assicurato, pronta ad offrire le sue strade per ospitare il corteo nazionale se ciò potrà contribuire a far sentire un grido di pace "forte e unito oltre ogni confine".

Digiuno a staffetta degli amministratori umbri contro la guerra a Gaza

Dal Palazzo Donini è giunto un segnale altrettanto deciso. La presidente umbra Stefania Proiettiha annunciato insieme ad altri amministratori l’adesione allo sciopero della fame a staffetta, spiegando che "non si può più rimanere indifferenti" di fronte alla strage quotidiana di civili.

Proietti ha richiamato la tradizione francescana dell’Umbria come terra di dialogo e accoglienza, affermando che la regione "non può tacere di fronte a tanto male" e deve "rilanciare il messaggio più autentico e nostro: stare dalla parte degli oppressi, dei bambini a cui la guerra sta rubando l’infanzia". All’iniziativa di digiuno, partita da una rete di sindaci di Trieste e dal Movimento di Azione Nonviolenta, hanno aderito in Umbria anche la presidente dell’Assemblea legislativa Sarah Bistocchi e l’assessore regionale Fabio Barcaioli, titolare proprio della nuova delega "alla Pace".

Tra i primi firmatari locali compaiono inoltre alcuni consiglieri regionali e la stessa sindaca di Perugia, a testimonianza di un fronte istituzionale compatto – dal Comune alla Regione – nel sostenere la mobilitazione per Gaza.

Gaza, le opposizioni preparano una grande marcia nazionale: Perugia tra le città possibili

La candidatura di Perugia ad ospitare la marcia si inserisce in una crescente mobilitazione a livello nazionale. Nelle scorse settimane diverse voci autorevoli avevano invocato un’iniziativa unitaria per la pace: il direttore di Repubblica Mario Orfeo, durante un dibattito al festival di Dogliani, ha lanciato per primo l’idea di una grande manifestazione popolare per chiedere la fine delle violenze a Gaza; poco dopo l’ex sindaco di Roma Walter Veltroni ha raccolto l’appello dalle colonne del Corriere della Sera, esortando la politica a non restare in silenzio di fronte alla guerra: "La guerra deve finire, la politica non può continuare a restare in silenzio. Qualcuno deve muoversi".

Tali appelli hanno spronato le opposizioni parlamentari a passare all’azione. I leader di PD, M5S e AVS si sono confrontati negli ultimi giorni per organizzare una mobilitazione unitaria di tutte le forze progressiste e pacifiste. Dal Nazareno (sede PD) trapela che si sta lavorando insieme a una vasta rete di associazioni, riunite attorno all’"Appello di Marzabotto", per mettere in piedi "una grande manifestazione nazionale per Gaza" da costruire con spirito largo e unitario. L’intenzione è quella di dar vita a una piazza trasversale, aperta ai partiti d’opposizione ma anche ai sindacati (la CGIL di Maurizio Landini ha già aderito) e al mondo del volontariato laico e cattolico.

La data più probabile per l’evento è sabato 7 giugno 2025, scelta che consentirebbe anche di catalizzare l’attenzione in vista dei referendum nazionali previsti il giorno seguente. Quanto alla sede, in queste ore sembra prevalere l’opzione di Roma come città ospitante, tuttavia Perugia non è stata scartata a priori: l’offerta umbra è stata valutata positivamente per il suo alto valore simbolico, dato il legame storico del territorio con i movimenti per la pace. Non è escluso che nelle prossime ore si trovi una convergenza tra le varie anime del pacifismo italiano per un’unica grande manifestazione nazionale, capace di unire le diverse iniziative in cantiere sotto un solo messaggio: fermare la guerra e salvare la popolazione di Gaza.

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Francesca Secci
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