04 Oct, 2025 - 18:55

Permesso di soggiorno scaduto: lite e aggressione in Questura di Terni

Permesso di soggiorno scaduto: lite e aggressione in Questura di Terni

Un cittadino gambiano di 36 anni è stato arrestato dagli agenti dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Terni dopo aver aggredito alcuni agenti di polizia. L’uomo, recatosi in Questura per il rinnovo del permesso di soggiorno appena scaduto, ha dato in escandescenze opponendo resistenza e ferendo un agente. Già noto alle forze dell’ordine per episodi analoghi in passato, è stato processato per direttissima e condannato a 8 mesi di reclusione per i reati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Terni, cittadino gambiano arrestato dopo aggressione in Questura

L’episodio si è verificato il 1° ottobre presso gli uffici Immigrazione della Questura di Terni. Il 36enne, originario del Gambia, si era presentato negli uffici di polizia con l’intenzione di parlare direttamente con il dirigente riguardo al rinnovo del proprio permesso di soggiorno, da poco scaduto. Fin da subito l’uomo si è mostrato agitato e poco collaborativo, insistendo per essere ricevuto subito, senza seguire la procedura.

Di fronte a quel comportamento, il personale di polizia lo ha più volte sollecitato a calmarsi e a seguire le procedure ordinarie, invitandolo ad allontanarsi se sprovvisto di appuntamento. La situazione è però rapidamente degenerata. L’uomo ha reagito con violenza, rifiutandosi di allontanarsi e scagliandosi contro i poliziotti presenti. Ne è nata una colluttazione in cui il 36enne ha opposto strenua resistenza, arrivando a colpire gli agenti.

Permesso di soggiorno scaduto: lite violenta con la Polizia

Durante la colluttazione, uno degli agenti ha riportato lesioni giudicate guaribili in 5 giorni. Nella foga dell’aggressione ha anche danneggiato alcuni arredi dell’ufficio. Solo grazie al sangue freddo e alla professionalità degli agenti la situazione è tornata alla calma, e il 36enne è stato definitivamente immobilizzato e tratto in arresto.

Agente ferito durante la colluttazione: prognosi di 5 giorni

Il 36enne è stato quindi condotto in Questura per gli accertamenti di rito. Dalle verifiche è emerso che lo straniero non solo aveva il permesso di soggiorno scaduto, ma risultava anche gravato da precedenti specifici per reati di resistenza a pubblico ufficiale. In passato si era già reso protagonista di comportamenti violenti nei confronti delle forze dell’ordine.

Pertanto, l’uomo è stato arrestato con le accuse di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, nonché di danneggiamento. Nel frattempo, l’agente ferito durante l’aggressione è stato medicato. Fortunatamente le sue condizioni non destano preoccupazione, trattandosi di traumi lievi.

L’uomo aveva precedenti per resistenza a pubblico ufficiale

Nella mattinata di ieri, a meno di 48 ore di distanza dai fatti, l’indagato è comparso davanti all’Autorità Giudiziaria di Terni per essere processato con rito direttissimo. Il giudice, dopo aver convalidato l’arresto, ha valutato gli elementi raccolti a carico del 36enne e ascoltato le testimonianze degli agenti coinvolti. Al termine dell’udienza, l’imputato è stato ritenuto colpevole dei reati contestati e il tribunale lo ha condannato a 8 mesi di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali.

Processo per direttissima: condanna a 8 mesi di reclusione

Grazie al ricorso al giudizio direttissimo, procedura speciale prevista per gli arresti in flagranza di reato, il processo è stato celebrato entro 48 ore dall’arresto senza udienza preliminare. I presupposti per il direttissimo erano infatti pienamente soddisfatti, dato che l’uomo era stato bloccato sul posto subito dopo l’aggressione.

Cosa prevede il Codice Penale per resistenza e lesioni agli agenti

Dal punto di vista normativo, la resistenza a pubblico ufficiale è un reato previsto dall’articolo 337 del Codice Penale, che prevede una pena da 6 mesi a 5 anni di reclusione per chiunque usi violenza o minaccia per opporsi a un pubblico ufficiale. Quando, come in questo caso, dalla condotta violenta derivano anche lesioni a danno dell’agente, si configura un ulteriore reato di lesioni personali (art. 582 c.p.). Tale fattispecie è perseguibile d’ufficio, in quanto la vittima è un pubblico ufficiale.

Il 36enne dovrà ora scontare la pena inflitta per le sue azioni.

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Francesca Secci
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