02 May, 2025 - 18:30

Percorso dei Ceri, polemica delle opposizioni: ma Gubbio ha bisogno di unità, non di sterili contrasti. "Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur"

Percorso dei Ceri, polemica delle opposizioni: ma Gubbio ha bisogno di unità, non di sterili contrasti. "Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur"

La decisione di modificare il tradizionale percorso dei Ceri in Piazza Quaranta Martiri, resa necessaria dai lavori di ripavimentazione e dalla messa in sicurezza dell’area del cantiere, ha suscitato un dibattito politico accesissimo. Le opposizioni consiliari accusano il sindaco Vittorio Fiorucci di non aver comunicato in aula, durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale, l’avvenuta scelta del nuovo tracciato. Una posizione che appare più come una forzatura politica che non una reale questione istituzionale.

"Quanto accaduto ieri durante il Consiglio Comunale di Gubbio rappresenta un fatto di eccezionale gravità istituzionale...", affermano in una nota congiunta i consiglieri di minoranza. La loro denuncia si concentra sul presunto silenzio del Sindaco riguardo agli esiti del Tavolo dei Ceri e sul mancato aggiornamento dello stato dei lavori in Piazza 40 Martiri.

Ma ci si chiede: in un momento storico tanto complesso, è davvero questa la priorità su cui concentrare l’attenzione politica della città?

La realtà dei fatti: un cantiere, una decisione necessaria

La verità è che i lavori in Piazza Quaranta Martiri hanno subito dei ritardi tecnici, e la sicurezza pubblica è da sempre una priorità assoluta per chi organizza e garantisce la Festa dei Ceri. Proprio per questo, nel Tavolo dei Ceri, composto da rappresentanti delle istituzioni civili, religiose e ceraiole, si è deciso di deviare il percorso facendo passare i Ceri davanti alle Logge dei Tiratori e chiudendo l'accesso ai Giardini.

Una scelta tecnica e condivisa, non un colpo di mano. Nessun mistero, nessun inganno.

Eppure, le opposizioni hanno deciso di alzare i toni, accusando il sindaco Fiorucci di aver "taciuto scientemente" e parlando addirittura di "rottura democratica intollerabile". Termini eccessivi, che sembrano voler creare frattura piuttosto che favorire una riflessione costruttiva.

Un dibattito che distoglie dalle vere urgenze di Gubbio

Mentre a Gubbio si discute animatamente di una deviazione di poche decine di metri, la città affronta problemi ben più gravi.

La crisi economica morde, i giovani continuano a emigrare, e la crescita demografica è ferma, quando non in declino. Le attività produttive lottano per sopravvivere, il centro storico soffre la desertificazione commerciale, e molti cittadini chiedono più servizi, più attenzione, più visione.

È in questo contesto che appare miope e controproducente sollevare una polemica su una modifica temporanea, necessaria e condivisa, che ha come unico obiettivo la sicurezza di tutti, compresi ceraioli, turisti e spettatori.

Trasparenza sì, strumentalizzazione no

"Gubbio non merita l'inganno, Gubbio merita rispetto", concludono i consiglieri di opposizione. Ed è vero: Gubbio merita rispetto. Ma lo merita da tutti. Anche da chi, pur legittimamente in minoranza, dovrebbe esercitare il proprio ruolo con proposte, visione e responsabilità, non con polemiche che sanno di strumentalizzazione elettorale.

Il Consiglio Comunale è luogo di confronto, non di messa in scena. Le decisioni operative della Festa dei Ceri vengono storicamente prese all’interno del Tavolo dei Ceri, proprio per garantire un dialogo fra tutte le componenti coinvolte, non per escludere il Consiglio ma per evitare che la Festa venga politicizzata.

È questo un principio fondante della Festa: il rispetto delle sue regole interne, dei suoi tempi, della sua sacralità.

Festa e politica: un equilibrio da preservare

Gubbio ha sempre saputo difendere la Festa dai personalismi. Ogni volta che la politica ha tentato di mettervi il cappello, la città ha risposto con fermezza. Perché i Ceri non sono di destra né di sinistra, non sono della maggioranza né dell’opposizione. I Ceri sono di tutti.

È per questo che il clima di polemica continua rischia di danneggiare l'immagine stessa della Festa, alimentando sospetti e divisioni inutili.

"Abbiamo profondo rispetto per tutte le componenti della Festa... A noi spetta la tutela delle istituzioni", affermano i consiglieri. Ma la tutela delle istituzioni si esercita anche evitando di fare della Festa un campo di battaglia politico.

La comunità chiede unità, non scontro

La città ha bisogno di amministratori che collaborano, costruiscono, ascoltano. Non di fazioni che si accusano a vicenda mentre i problemi reali restano sullo sfondo.

In questo senso, l’appello è chiaro: evitiamo lo scontro sterile. Il percorso dei Ceri è stato modificato per una volta, per un motivo concreto. Tornerà com'è sempre stato, appena sarà possibile.

Nel frattempo, si lavori insieme per rendere Gubbio più vivibile, più forte, più attrattiva. Il tempo dedicato alle polemiche è tempo perso per chi cerca un lavoro, per chi gestisce un'attività, per chi decide se restare o partire.

Il buon senso è ancora possibile

Il diritto della minoranza di fare domande è sacrosanto. Ma è altrettanto sacrosanto il dovere di non alimentare tensioni inutili.

La decisione di spostare temporaneamente il percorso dei Ceri è frutto di responsabilità, non di occultamento. Se c'è stata una mancanza di comunicazione formale in aula, può e deve essere corretta. Ma questo non giustifica l'escalation verbale e l'allarmismo istituzionale.

Gubbio merita rispetto, sì. Ma merita anche serietà, concretezza e amore per il bene comune.

E chi ama davvero i Ceri, sa che non si difendono con i comunicati stampa. Si difendono correndo insieme, ogni 15 maggio, e ogni giorno dell’anno, nel rispetto di ciò che unisce, non di ciò che divide.

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Mario Farneti
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