Concretezza e programmazione a lungo termine sono gli asset strategici che guidano la visione politica di Pensa Perugia: la piattaforma di idee che raggruppa Azione, +Europa, i Socialisti e Laboratorio Civico a sostegno della candidatura a sindaco di Perugia di Vittoria Ferdinandi in vista delle prossime elezioni amministrative di 8 e 9 giugno 2024. Ce ne ha parlato in esclusiva a Tag24 Umbria il coordinatore, Giacomo Leonelli

Come nasce Pensa Perugia?

“Il progetto Pensa Perugia nasce a ottobre scorso, ma si consolida a gennaio. Siamo partiti negli ultimi mesi del 2023 con la somministrazione ai cittadini di circa 400 questionari. Si è trattato di un lavoro molto dettagliato, con domande divise per classi di età, territori di provenienza, titoli di studio. Abbiamo voluto domandare ai perugini cosa pensano sostanzialmente della loro città, cosa credono sia cambiato con l’ultima amministrazione, tanto in meglio quanto in peggio. Sono emersi spunti di riflessione interessanti sui quali è valsa la pena aprire un dibattito, che abbiamo portato avanti nei mesi successivi tramite la costituzione di quattro tavoli tematici di confronto. L’ultimo evento si è tenuto proprio lo scorso sabato e si è protratto per l’intera mattinata, con grande entusiasmo e partecipazione dei presenti”. 

Qual’è l’idea alla base del progetto? 

“Noi partiamo dal presupposto che la città di Perugia oggi vive una fase di evidente criticità, con alcuni dati che appaiono a dir poco emergenziali. Penso al crollo demografico che procede a un ritmo quadruplicato rispetto alla media nazionale, al rapporto negativo tra imprese che chiudono e quelle che aprono, al fenomeno dell’emigrazione giovanile in forte crescita. Tali emergenze, se non vengono affrontate in maniera concreta e strategica, rischiano di pregiudicare significativamente funzione e prospettiva della città, anche in relazione al suo ruolo di capoluogo dell’Umbria. Non dimentichiamoci che Perugia è la terza città del centro Italia per rilevanza dopo Roma e Firenze, e demograficamente è la quarta perché preceduta da Prato, che tuttavia non gode delle stesse potenzialità in termini di sviluppo”.

Cosa manca a Perugia, secondo te?

Una visione a lungo termine, che vada ben al di là della chiamata alle urne. Mi spiego meglio: ho la sensazione che gli avversari della coalizione di centrodestra evitino di proposito di affrontare certi argomenti, che ritengono probabilmente poco convenienti da trattare in periodo di campagna elettorale. Fingono di ignorare l’esistenza delle diverse criticità strutturali che affliggono Perugia. E così facendo, illudono i cittadini. Basta con questa narrazione da ‘Mulino Bianco’. Chi amministra una città deve assumersene la responsabilità. Loro, invece, chiedono ai cittadini il consenso sul mantenimento dello status quo. Il voto alle amministrative sembra essersi quasi trasformato in una sorta di referendum. Della serie, ‘ti piace Perugia così com’è?’. Se sì, vota per noi; se no, vai dagli altri. Ma manca un ragionamento costruttivo improntato sul cambiamento. Che è quello che noi di Pensa Perugia cerchiamo di promuovere quotidianamente accogliendo le istanze che vengono dal basso”.

Al fianco di Vittoria Ferdinandi.

“Inizialmente mi era stata chiesta la disponibilità a mettermi in gioco in prima persona per il bene di Perugia, in quanto perugino e coordinatore di questa piattaforma politica. Ma io, che concepisco la politica come servizio e non pura velleità, sono sempre stato aperto all’ipotesi di valutare un tavolo più allargato, perché la mia non è una battaglia di posizionamento, bensì di idee. Avevo anche cercato un dialogo con altre forze più centriste, come Progetto Perugia e Italia Viva, prima ancora che fosse fatto il nome di Vittoria Ferdinandi quale candidata a sindaco per la coalizione di centrosinistra. Con lei, a febbraio, ho poi firmato un documento programmatico in otto punti che ci assumiamo come impegni comuni da assolvere in questo viaggio elettorale. Starà a lei, adesso, trovare una sintesi tra le nostre proposte e quelle di Un Patto Avanti, con Partito democratico e Movimento 5 Stelle”.

Nel frattempo, Pensa Perugia si allarga.

“Proprio così. Recentemente ha aderito alla squadra Laboratorio civico, una realtà civica che ha sposato le nostre linee programmatiche. Abbiamo il supporto di molti giovani e giovanissimi, tra l’altro. Sicuramente ci sono due elementi che ci avvantaggiano. In primo luogo, il non essere ideologizzati, visto che mettiamo al centro dell’attenzione questioni pratiche, logistiche, attuali, con discussioni che stanno al di fuori delle tradizionali categorie di destra e sinistra. In secondo luogo, utilizziamo dei format narrativi all’avanguardia. La costituzione dei quattro tavoli di lavoro tematici ne è stata la prova. Ciascun cittadino ha potuto liberamente iscriversi al tavolo che meglio rifletteva i suoi interessi o le sue attitudini. Ciascuno ha potuto fornire il suo prezioso contributo alla scrittura del nostro manifesto elettorale per Perugia”.

Come dovrà essere Perugia?

“Come desideriamo che diventi la città di Perugia con la prossima legislatura è già stato svelato dai nomi stessi dei nostri tavoli di lavoro. Dalla Perugia “ambiziosa” dove si è parlato di sviluppo economico, imprenditorialità e formazione, alla Perugia “vivibile” dove si è ragionato non soltanto di viabilità, sicurezza e decoro urbano ma anche di sport e servizi alle persone e alle famiglie. Senza dimenticare la Perugia “sostenibile” con focus su ambiente, energia e rifiuti; e ancora, la Perugia “europea” con proposte relative a nuovi modelli di governance. Salvaguardare la propria identità non vuol dire accontentarsi. È necessario che la città cambi parallelamente all’evolversi della società, pur mantenendo intatti alcuni asset storici, al fine di rimanere competitiva sul piano economico, turistico, culturale”.