La Ternana Calcio non ci sta e decide di andare fino in fondo: il club rossoverde ha presentato un ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport presso il CONI per l’annullamento della decisione della Corte Federale di Appello della FIGC del 20 dicembre 2024. Quest’ultima aveva inflitto alle Fere una penalizzazione di due punti in classifica, da scontare nella stagione corrente, per il ritardo nei pagamenti delle ritenute IRPEF relative ai mesi di maggio e giugno 2024.
Una decisione che pesa moltissimo sul cammino della squadra, attualmente seconda nel Girone B di Serie C, con 42 punti, a due lunghezze dalla Virtus Entella. Proprio quei due punti sottratti dalla penalizzazione rappresentano il margine che separa la Ternana dal primo posto, sinonimo di promozione diretta in Serie B. La società rossoverde, guidata dal presidente Stefano D’Alessandro, non ha intenzione di arrendersi, sostenendo che la sanzione inflitta non rispetti i criteri di proporzionalità e uguaglianza previsti dai regolamenti federali. L’obiettivo, ora, è vedersi restituiti almeno uno dei due punti, o, nella migliore delle ipotesi, ottenere l’annullamento totale della penalizzazione.
I dettagli del ricorso al Coni: le richieste della Ternana
Il ricorso presentato dalla Ternana Calcio al Collegio di Garanzia si articola in due punti principali:
- In via principale, il club chiede l’annullamento delle decisioni impugnate e la riformulazione della sanzione in un solo punto di penalizzazione, come previsto dall’articolo 62.1 del Codice di Giustizia Sportiva del CONI. La Ternana sottolinea che il tardivo pagamento delle ritenute IRPEF non giustifica una penalità così severa, considerando che il pagamento relativo all’INPS è stato effettuato nei termini previsti.
- In via subordinata, la società chiede l’annullamento della decisione della Corte Federale di Appello e il rinvio della stessa a una nuova composizione, ribadendo l’errata applicazione dei principi di uguaglianza sostanziale e proporzionalità. La difesa rossoverde si basa sul fatto che le due condotte previste (ritardato pagamento IRPEF e INPS) devono essere considerate cumulativamente per giustificare la penalizzazione di due punti, mentre nel caso della Ternana si è verificata solo una delle due violazioni.
L’argomentazione della Ternana fa leva anche su precedenti giurisprudenziali, come la decisione del 3 giugno 2015 che ridusse la penalizzazione inflitta alla Reggina, stabilendo criteri più equi per la valutazione di casi simili.
In una stagione che si preannuncia combattutissima, ogni punto può fare la differenza. La Ternana, attualmente seconda, si trova in una posizione delicata: i due punti tolti dalla penalizzazione sono gli stessi che oggi separano i rossoverdi dalla Virtus Entella, leader del Girone B. La promozione diretta in Serie B, obiettivo dichiarato del club, passa anche dalla risoluzione della vicenda legale. I ragazzi di mister Abate non possono permettersi distrazioni: il campo resta il vero banco di prova, e i prossimi impegni, a partire dalla sfida contro il Pineto, saranno decisivi per mantenere la pressione sulla capolista.
La nota del Collegio di Garanzia
Il Collegio di Garanzia dello Sport ha ufficialmente ricevuto il ricorso presentato dalla Ternana Calcio contro la FIGC e gli altri organi federali coinvolti. Al centro della contestazione vi è la decisione della Corte Federale di Appello n. 71/CFA/2024-2025, che ha confermato la penalizzazione già inflitta dal Tribunale Federale con la sentenza del 6 novembre 2024.
La vicenda trae origine dal deferimento emesso dalla Procura Federale della FIGC il 7 ottobre 2024, che aveva contestato alla Ternana la violazione dell’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva in relazione al ritardato pagamento delle ritenute IRPEF. La difesa rossoverde, tuttavia, sostiene che il pagamento dell’INPS, regolarmente effettuato, dimostri la volontà del club di rispettare gli obblighi fiscali, rendendo sproporzionata la sanzione di due punti.
Il Collegio di Garanzia sarà ora chiamato a valutare la legittimità della penalizzazione, analizzando le argomentazioni presentate dalla società umbra e i principi di diritto invocati nel ricorso.