Una vasta operazione di polizia ha portato all’arresto di tre uomini tra Perugia e Terni con l’accusa di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. Coordinata dalla Procura di Perugia, l’indagine ha permesso di sequestrare un’enorme quantità di dati. Oltre 20 terabyte di foto e video espliciti che ritraevano bambini e adolescenti coinvolti in atti sessuali con adulti e coetanei. Gli arrestati sono due uomini di 63 e 47 anni residenti nel Perugino e un 65enne di Terni. Colti in flagranza di reato durante un’operazione scattata contemporaneamente nelle loro abitazioni.

Il materiale sequestrato rappresenta uno dei più ingenti ritrovamenti di questo tipo nella regione. Secondo quanto emerso, l’indagine e gli arresti per pedopornografia a Terni e Perugia hanno preso il via grazie alla collaborazione internazionale, con segnalazioni che indicavano tre utenze internet umbre coinvolte nella distribuzione di contenuti pedopornografici attraverso piattaforme online. Il caso evidenzia ancora una volta l’uso delle reti digitali per alimentare un crimine aberrante e altamente organizzato.

Indagini mirate tra Perugia e Terni: tre arresti per pedopornografia

Le indagini, avviate dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Perugia in collaborazione con il Servizio Polizia Postale, si sono concentrate su tre utenze segnalate come attive nei circuiti virtuali di scambio di materiale illegale. Grazie a queste informazioni, la Procura di Perugia ha autorizzato tre decreti di perquisizione. Durante i controlli, i dispositivi sequestrati hanno rivelato un vasto archivio di immagini e video ritraenti minori abusati, un contenuto di gravità incommensurabile.

In particolare, i due residenti nel Perugino sono stati trovati con computer attivi nel download di file pedopornografici, mentre il 65enne di Terni possedeva, oltre a numerosi dispositivi con contenuti illeciti, anche 800 grammi di marijuana, che hanno portato a un’ulteriore accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Complessivamente, le perquisizioni hanno portato al sequestro di due smartphone e diversi hard disk dalla capacità complessiva di 20 terabyte.

Secondo quanto dichiarato dal procuratore capo Raffaele Cantone, gli arresti sono stati convalidati in seguito a una valutazione dei gravi indizi di colpevolezza. E del rischio concreto di reiterazione del reato. Gli uomini sono ora a disposizione delle autorità competenti per ulteriori approfondimenti giudiziari.

Nell’estate l’arresto di un 27enne a Terni

La recente operazione segue a distanza di pochi mesi un altro caso di pedopornografia emerso a Terni. Qui ad agosto un 27enne è stato arrestato per il possesso di un archivio digitale contenente oltre 7.800 file a carattere pedopornografico. L’indagine era stata avviata dal Servizio Centrale per la Sicurezza Cibernetica, che aveva individuato il caricamento e la condivisione di file illegali da parte dell’indagato.

Durante la perquisizione informatica, il materiale era risultato non solo ingente, ma anche catalogato in modo sistematico all’interno di cartelle specifiche, segno di un’organizzazione meticolosa. Il giovane era stato arrestato in flagranza di reato e il provvedimento era stato successivamente convalidato dalla Procura di Terni.

Questi casi evidenziano come il fenomeno della pedopornografia continui a rappresentare una minaccia concreta, sfruttando la capillarità delle reti digitali per diffondersi. La stretta collaborazione tra le autorità locali e gli organismi internazionali è essenziale per contrastare un crimine che spesso si nutre di complicità e anonimato.

Il contrasto alla pedopornografia e l’impegno delle autorità

Le operazioni di Perugia e Terni dimostrano l’efficacia della cooperazione tra le forze dell’ordine e gli organismi internazionali, ma anche la complessità delle indagini che ruotano intorno al mondo digitale. La capacità di analizzare i dati, identificare le utenze coinvolte e intervenire tempestivamente si rivela cruciale per frenare un fenomeno che mina la sicurezza e la dignità dei minori.

Con un totale di oltre 20 terabyte sequestrati e un archivio di migliaia di file ritrovati nei casi precedenti, l’Umbria si conferma una regione su cui puntare l’attenzione per contrastare reti criminali ben radicate. La Polizia Postale continua a monitorare le piattaforme digitali, con l’obiettivo di prevenire nuovi episodi e di smantellare l’organizzazione dietro questi scambi illeciti.

L’impegno della magistratura e delle forze dell’ordine non si esaurisce con gli arresti: le indagini proseguono per risalire a eventuali complici e ricostruire i flussi di distribuzione. Mentre il dibattito sulla sicurezza online si fa sempre più pressante, operazioni come questa mostrano quanto sia urgente mantenere alta la guardia contro un crimine che non conosce confini.