Nonostante l’annuncio del nuovo sistema di certificazione con la patente a crediti, per le oltre 12.000 imprese umbre la realtà si presenta ancora nebulosa. Malgrado la pubblicazione del decreto attuativo in Gazzetta Ufficiale, la piattaforma digitale che dovrebbe gestire le domande è rimasta inaccessibile fino a ieri, creando non pochi disagi per una miriade di professionisti come edili, falegnami, elettricisti e carpentieri. Questi artigiani, che speravano in una semplificazione, si trovano invece a fare i conti con un apparato burocratico che sembra inceppato.

Patente a crediti, il peso della burocrazia sulle aziende

Per aziende che operano nei cantieri, temporanei o mobili, ogni giorno di ritardo pesa. La promessa della patente a crediti, pensata per migliorare la sicurezza e facilitare i controlli, si è trasformata in un nuovo ostacolo burocratico. Mentre le aziende restano bloccate nell’impossibilità di procedere, la macchina amministrativa continua a muoversi a rilento, aggiungendo frustrazione a una categoria che già vive tra le mille difficoltà del settore edile.

L’impasse non riguarda solo l’Umbria: in tutta Italia, sono 832.500 le imprese che aspettano di poter accedere alla piattaforma. Questi lavoratori autonomi, impegnati nella realizzazione di infrastrutture stradali, ferroviarie, marittime e idroelettriche, si trovano esclusi dall’operatività, mentre restano fuori dal provvedimento i liberi professionisti che prestano servizi intellettuali. In pratica, la patente a crediti dovrebbe funzionare come quella per la guida: un punteggio di 30 crediti per ogni azienda che, in caso di incidenti o violazioni, subisce delle decurtazioni. Il problema? Non si parte nemmeno.

La sicurezza sui cantieri: strumento o farsa?

Teoricamente, questa patente a punti permetterebbe alle autorità di controllo di avere sotto la lente d’ingrandimento tutte le aziende che operano nei cantieri, con una facile individuazione di quelle più a rischio. Ma c’è chi dubita dell’efficacia del sistema senza un serio incremento delle ispezioni. “Serve più controllo sul campo,” afferma l’ufficio studi della Cgia di Mestre. Solo così, forse, si potrà sperare di ridurre davvero gli incidenti, che nel 2023 hanno già mietuto troppe vittime.

Il 2023 si chiude con numeri pesanti in Umbria: 25 morti sul lavoro, di cui ben 9 solo nella provincia di Perugia e 2 a Terni. Una strage che non accenna a fermarsi. A livello nazionale, i primi sette mesi del 2024 hanno registrato 577 vittime, con un aumento di 18 morti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Di fronte a queste cifre, la patente a crediti rischia di essere una soluzione vuota, se non accompagnata da un impegno più incisivo da parte degli organi ispettivi.

Cos’è e come funziona la patente a crediti

La patente a crediti è un sistema di certificazione introdotto per migliorare la sicurezza nei cantieri e incentivare comportamenti virtuosi da parte delle imprese e dei lavoratori autonomi. L’obiettivo principale è monitorare e valutare il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro attraverso un meccanismo di assegnazione e sottrazione di punti, simile a quello della patente di guida.

Come funziona

  • Assegnazione iniziale dei crediti: Ogni impresa o lavoratore autonomo che opera nei cantieri (temporanei e mobili) parte con un numero iniziale di 30 crediti.
  • Decurtazione dei punti: I punti vengono sottratti in caso di incidenti sul lavoro, violazioni delle norme di sicurezza o infortuni verificatisi all’interno del cantiere. La riduzione varia a seconda della gravità delle infrazioni commesse. Eventuali incidenti gravi comportano una sottrazione più consistente di punti.
  • Sospensione della certificazione: Se un’impresa o un lavoratore scende al di sotto di una certa soglia di crediti, potrebbe essere soggetta a sanzioni più severe, come la sospensione temporanea della certificazione o l’impossibilità di operare nei cantieri.
  • Recupero dei punti: In alcuni casi, le aziende che dimostrano di aver migliorato le proprie misure di sicurezza sul lavoro possono riguadagnare i punti persi attraverso corsi di formazione, l’adozione di sistemi di prevenzione innovativi o la partecipazione a programmi di miglioramento continuo.