Oggi a Perugia in occasione della Liberazione si è svolta una significativa “passeggiata antifascista” con la partecipazione di oltre 700 persone, organizzata con Vittoria Ferdinandi, candidata sindaca per il centrosinistra e civici, insieme all’Alleanza per la Vittoria. Questo evento ha avuto luogo dopo le celebrazioni ufficiali del 25 aprile.

Passeggiata antifascista, Ferdinandi: “Parlare, il 25 aprile, di politica è come respirare a polmoni più grandi”

Durante la passeggiata, che ha attraversato diversi parchi della città umbra, dalla Sant’Anna fino al Chico Mendes, la candidata ha sottolineato l’importanza di parlare di politica in una giornata così significativa, equiparandola quasi a “respirare a polmoni più grandi”. La camminata si è conclusa con una festa a Pian di Massiano, dove sono intervenuti diversi esponenti politici locali insieme alla stessa Ferdinandi.

La candidata ha ricordato un episodio della sua vita al liceo, dove una frase ha profondamente influenzato il suo pensiero: “Chissà se quelli che vivevano ai tempi del fascismo, sapevano di essere ai tempi del fascismo“. Questo ha portato alla riflessione su quale sia la consapevolezza del tempo presente e del ruolo di ciascuno nella storia.

Ferdinandi ha evidenziato il coraggio di coloro che si opposero al regime fascista, citando esempi locali di resistenza come la costruzione di zone libere nella valle del Tevere. Ha sottolineato che essere antifascisti non è solo una posizione acquisita una volta per sempre, ma un’espressione di virtù che richiede un impegno costante nella difesa dei valori fondamentali come libertà, uguaglianza e giustizia sociale.

Io non so se avrei avuto il coraggio del parroco di Magione, don Antonio Fedeli che si offrì come ostaggio ai nazisti per farsi restituire i corpi di contadini martoriati, se avrei avuto la forza di rifiutare l’arruolamento per andare a riempire treni in corsa verso Auschwitz, come i ragazzi di Ponte della Pietra che finirono fucilati dalla Wermacht. Io so, di certo, di essere antifascista. E l’antifascismo è una virtù, non è qualcosa di acquisito una volta per sempre ma è un habitus, un esercizio. Antifascisti non si nasce, si diventa, con l’habitus, con l’esercizio quotidiano in difesa dei valori della libertà, dell’uguaglianza e della giustizia sociale. Per questo siamo qui, noi, e siamo qui oggi”.

Vittoria Ferdinandi: i giovani sono “quelli che alzano gli occhi dal telefono

Parlando dei giovani, la candidata ha evidenziato le sfide che affrontano, comprese le crescenti problematiche legate alla salute mentale, attribuendo parte di queste difficoltà alla mancanza di spazi civili e politici significativi.

“I casi di autolesionismo tra gli adolescenti sono aumentati del 60% negli ultimi dieci anni. Ve lo raccontano, quando ci raccontano la Perugia del mulino bianco? In Umbria, così come in Italia, il suicidio è la prima causa di morte tra i ragazzi. Che aria gli facciamo respirare per fargli desiderare di morire? Quanto odio inghiottono? Si sentono soli, senza città e politica, ed è per questo che chiudono gli occhi sulla primavera. Lo spazio civile e politico si è ristretto intorno ai nostri fastidi individuali che sembrano l’unica via per dare un significato alle cose”.

La candidata sindaca di centrosinistra: “non capiscono quanto sia pericolosa la continua istigazione all’odio”

Infine, Ferdinandi ha criticato l’uso dell’odio e della divisione come strumenti politici, sottolineando l’importanza di una campagna elettorale basata sulla gentilezza e sulla collaborazione.

“Guardate cosa fanno con noi – ha quindi detto Ferdinandi riferendosi all’attualità -, ogni giorno cercano di trasformare una campagna elettorale fatta di fiori, di sorrisi, di passi insieme per le strade mano nella mano, di gentilezza, di signore con i sinali e i sorrisi che preparano la torta al testo, cercano di trasformarla in uno spauracchio in cui quotidianamente aggiungono nemici immaginari: quelli che insultano , che attaccano, che strappano i manifesti, la sinistra estremista. E non capiscono quanto pericolosa e incosciente sia questa continua istigazione all’odio”.