27 Apr, 2025 - 18:00

Pasqua fiacca, ma Gubbio si riprende con i ponti del 25 aprile e 1° maggio: cresce il turismo familiare

Pasqua fiacca, ma Gubbio si riprende con i ponti del 25 aprile e 1° maggio: cresce il turismo familiare

"La Pasqua non sarà ricordata come un momento felice per il turismo eugubino, ma i ponti del 25 aprile e del Primo Maggio stanno portando una ventata d’aria fresca". Così, con realismo e un pizzico di ottimismo, la Presidente del GAU (Consorzio Gubbio Alta Umbria), Gloria Pierini, fotografa l’andamento delle presenze turistiche nella città dei Ceri in questo scorcio di primavera 2025.

Dopo una Pasqua deludente — complici il maltempo e la mancanza di eventi attrattivi — i dati relativi ai recenti ponti festivi raccontano un quadro più positivo, anche se non ancora esplosivo. Gubbio torna a riempirsi, in particolare di famiglie italiane, mentre gli stranieri rappresentano circa il 10% del totale. I giovani, invece, restano i grandi assenti.

I numeri parlano chiaro: nei giorni a cavallo del 25 aprile circa 200 persone hanno chiesto informazioni presso l'Ufficio Turistico Comunale di via della Repubblica. Un dato significativo, considerando che molti visitatori ormai si muovono autonomamente grazie a smartphone e mappe digitali, senza passare per gli sportelli informativi.

"L'andamento del turismo per il ponte del 25 aprile è positivo, e quello per il Primo Maggio si preannuncia ancora migliore", spiega Gloria Pierini. "Si tratta di soggiorni brevi, di massimo due notti. Il ponte del 25 aprile è stato più un mordi e fuggi, forse anche per il tempo incerto".

Le condizioni meteorologiche, come sempre, giocano un ruolo decisivo: la pioggia scoraggia le partenze last minute, mentre il sole invoglia a salire in macchina e scoprire città d’arte e borghi storici come Gubbio.

Chi arriva a Gubbio: il profilo del visitatore

I visitatori di questo periodo sono in gran parte famiglie italiane: coppie con bambini, gruppi di amici di mezza età, piccoli nuclei familiari desiderosi di trascorrere qualche giorno immersi nella natura e nella storia.

"Tante famiglie e pochi giovani", conferma Pierini. "I turisti sono prevalentemente italiani, con una quota di stranieri che si aggira intorno al 10% del totale".

Gli stranieri presenti sono per lo più europei — tedeschi, francesi, olandesi — che inseriscono Gubbio in itinerari più ampi tra Umbria, Toscana e Marche. Raramente, però, si tratta di soggiorni lunghi: la media resta di due notti, con una fruizione "leggera" della città e dei suoi servizi.

Un dato confortante è che nessuno, tra i visitatori, ha espresso particolari disagi legati allo stato della città, ai cantieri o ai servizi turistici. Anzi, molti apprezzano la tranquillità, l’accoglienza cordiale, la qualità del cibo e l’atmosfera autentica che si respira tra le vie del centro.

"Nonostante qualche difficoltà, Gubbio resta una destinazione amata", sottolinea Pierini. "L'importante è riuscire a mantenere alta l'attenzione e la cura verso chi arriva, anche nei piccoli dettagli".

L’appello di Iridium: “Ripensare il turismo a Gubbio”

A riflettere più in profondità sulle dinamiche turistiche locali è anche l’Associazione Iridium, da anni impegnata nella valorizzazione dell'agricoltura, del turismo e dell’ambiente nell’alta Umbria.

"Abbiamo trasformato un territorio montano e svantaggiato in un polo attrattivo grazie alla natura, al silenzio, alla qualità del cibo e alla tranquillità", affermano i responsabili dell'associazione. "I nostri ospiti visitano l’Umbria, le Marche, la Toscana, e spesso tornano a Gubbio per cenare nei ristoranti, acquistare nei negozi e immergersi nella sua atmosfera unica".

Tuttavia, Iridium lancia anche un monito chiaro: servono strategie più strutturate e lungimiranti.

"Sappiamo bene che il turismo a Gubbio va pensato, o forse ripensato da zero", spiegano. "Manca una vera cultura imprenditoriale del settore. Gli eventi, spesso, sono espressioni di una comunità viva, ma chiusa nelle proprie colline, più che strumenti di attrazione turistica".

Secondo Iridium, la vitalità culturale di Gubbio — dai Ceri alla Mostra del Tartufo, dalle Rievocazioni Storiche alle fiere d’autunno — è indiscutibile. Ma senza una regia capace di collegare i singoli eventi a un disegno più ampio di promozione e accoglienza, il rischio è quello di restare confinati in un circuito locale, senza riuscire ad attrarre davvero nuovi flussi turistici.

"Raramente abbiamo beneficiato di politiche regionali dedicate o favorevoli", denunciano. "È tempo di cambiare passo: servono eventi strategici, legati ai periodi dell’anno più propizi, capaci di valorizzare l’identità di Gubbio e di attrarre visitatori con proposte autentiche e ben strutturate".

Un'altra grande sfida riguarda la sostenibilità: Gubbio ha tutte le carte in regola per diventare un modello di turismo lento, consapevole, rispettoso dell'ambiente e delle tradizioni. Il patrimonio naturale, il centro storico intatto, la gastronomia tipica sono risorse preziose, ma vanno integrate in un’offerta coerente, moderna e ben comunicata.

"Chi viene a Gubbio cerca autenticità, non spettacoli artificiali", sottolineano da Iridium. "La nostra forza è nell’essere noi stessi: un’identità vera, che non ha bisogno di maschere".

Una città che ha ancora molto da dare

La Pasqua 2025 è stata una parentesi poco felice per il turismo eugubino, ma i ponti del 25 aprile e del Primo Maggio hanno dimostrato che Gubbio ha ancora una grande capacità di attrazione.

Servono, però, strategie più lungimiranti, una migliore gestione degli eventi, una promozione turistica più professionale e una rinnovata collaborazione tra istituzioni, associazioni e operatori privati.

"Gubbio ha un potenziale enorme", conclude Gloria Pierini. "Sta a noi saperlo coltivare con cura, giorno dopo giorno, evento dopo evento, stagione dopo stagione".

E magari, con un po' di impegno e di visione, il prossimo anno sarà la Pasqua stessa — e non solo i ponti — a regalare a Gubbio il tutto esaurito che merita.

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Mario Farneti
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