Si va componendo il puzzle intorno al brutale femminicidio di Ilaria Sula, la studentessa ternana assassinata dall'ex fidanzato Mark Samson, reo confesso ma sono ancora tante le tessere che mancano all'appello. Samson si è trincerato dietro al silenzio su alcuni aspetti cruciali, nel frattempo le indagini degli inquirenti stanno cercando di far luce sulla presenza di altri eventuali complici.
La madre di Mark, Nors Man Lapaz, poco dopo i funerali di Ilaria a Terni, ha confessato di aver aiutato il figlio a ripulire il sangue dopo l'omicidio, avvenuto nel loro appartamento, un seminterrato di via Homs, nel quartiere africano della Capitale. Il cadavere di Ilaria verrà rinvenuto all'alba di mercoledì 2 aprile, nascosto in un valigione gettato in una scarpata boschiva a Poli, a una quarantina di chilometri da Roma.
A parlare nelle ultime ore è stato Maher Abouzeid, 23enne che lavora come barista. Con lui e con una terza persona Mark Samson ha trascorso la serata di martedì 26 marzo, quando Ilaria era già morta. Il Messaggero ha raccolto il suo racconto.
Abouzeid, metà egiziano e metà filippino, conosce Mark Samson da tempo. Quella sera ha riferito di essersi incontrato con lui e di aver intuito qualcosa di strano. Mark aveva la mano gonfia e si è rifiutato di lasciare incustodita l'auto. Circostanze che comunque non gli hanno impedito di "rimorchiare due turiste" polacche e di "fare serata" con loro.
"Quando l'ho visto quella sera, aveva la mano gonfia, rossa, dolorante. È arrivato con la sua macchina intorno a mezzanotte e mezza. C'era anche un altro ragazzo. Gli abbiamo chiesto cosa fosse successo. Ci ha detto che la sera prima aveva fatto a botte con due ragazzi, sotto casa di Ilaria. Ma era una bugia. Era solo l'inizio delle sue menzogne" ha spiegato Abouzeid.
"All'inizio era pensieroso, sembrava scosso. Ma pensavo fosse dovuto alla rottura con lei. Poi è tornato il solito Mark. Quello che conoscevo da sempre. Rideva, scherzava, cantava. Abbiamo fatto serata e rimorchiato due turiste. Siamo stati con loro fino alle tre del mattino. Ci hanno persino invitato nel loro appartamento. Io ero quasi contento: credevo gli servisse una serata di sesso. Non potevo immaginare che Ilaria fosse già morta".
Abouzeid ha riferito di aver proposto a Mark di "lasciare la macchina e di tornare insieme a casa, perché doveva dormire da me ma si è opposto. Non voleva lasciarla incustodita nemmeno per qualche ora. È stata una reazione strana. Sembrava terrorizzato all'idea di separarsene. Voglio sperare che non ci fosse il cadavere di Ilaria".
Abouzeid sostiene che la sera del 26 marzzo era al lavoro "e non ho nulla da nascondere: nelle ore in cui non ero al bar dormivo. Mark è un mostro, in quei giorni ha usato me e altri amici per depistare tutti".
Samson come è noto ha continuto ad utilizzare lo smartphone di Ilaria per rassicurare parenti e amici, quando ormai l'aveva uccisa. Sabato 29 marzo la famiglia la attendeva a Terni. Si sono invece recati al Commissariato di San Lorenzo per denunciarne la scomparsa. In quell'occasione Samson aveva abbracciato Flamur Sula, padre di Ilaria, dicendosi dispiaciuto.
La sera di lunedì 31 marzo Samson e Abouzeid si vedono di nuovo. Samson parla poco e l'amico suppone sia in apprensione per la scomparsa di Ilaria. "Ho cercato di farlo parlare. Pensavo stesse male per tutta la situazione. Mi ha raccontato della denuncia di scomparsa fatta con i genitori di Ilaria, della reazione del padre che, sconvolto in questura, gli ha tirato uno schiaffo chiedendogli se sapeva dove fosse sua figlia, e della madre che, tra le lacrime, gli domanda: 'Dimmi che non sai nulla, che non sei stato tu'. Ha ipotizzato che fosse scappata con qualcuno conosciuto in chat. Bluffava. E infatti la mattina, quando eravamo a casa mia, si era chiuso in bagno e in quel momento era apparsa una nuova storia sul profilo Instagram di Ilaria, quella in cui si diceva: 'Sto bene e ringrazio tutti'. Nelle stesse ore mi ha anche raccontato di una lettera, a suo dire scritta da lei, consegnata nel loro ultimo incontro. Una lettera strana, fuori dal linguaggio di lei. Diceva che voleva andarsene ma che lo amava. Un'altra stranezza di quel giorno è stata una frase che lui ha ripetuto spesso e che mi è rimasta impressa: 'Ho paura della polizia'. Quella sera poi siamo stati bloccati da una pattuglia per un controllo di routine ma lui era estremamente a disagio. Continuava a guardare dietro. Poi i giorni seguenti il ritrovamento del corpo e l'arresto. Mi è crollato il mondo addosso".
Come riferito da Abouzeid nella notte del primo aprile Samson è stato controllato intorno alle 3 del mattino in via Accademia degli Agiati. Con lui oltre al barista c'era una terza persona. Al momento nessuno dei due conoscenti di Samson risulta iscritto nel registro degli indagati.