05 May, 2025 - 16:05

Parità di genere in Umbria: da Città di Castello parte il progetto “Il pane e le rose”

Parità di genere in Umbria: da Città di Castello parte il progetto “Il pane e le rose”

Una campagna di sensibilizzazione che attraversa l'Umbria con l'obiettivo di scardinare pregiudizi, dare voce ai territori e promuovere un cambiamento culturale reale. Parte da Città di Castello il progetto "Il pane e le rose", voluto dalla Provincia di Perugia per affrontare, tappa dopo tappa, il tema della parità di genere attraverso letture, dibattiti e testimonianze. Un percorso che unisce istituzioni, associazioni e cittadinanza per affrontare le radici culturali della discriminazione.

Un percorso di parole e confronto contro gli stereotipi

La sala della Biblioteca "Rossi Monti" di Città di Castello ha ospitato il primo appuntamento di un ciclo di incontri che proseguirà nelle prossime settimane in diversi comuni della provincia. L'iniziativa, promossa dalla consigliera di Parità Elena Bistocchi insieme alla consigliera provinciale Francesca Pasquino, punta a costruire uno spazio di dialogo attivo tra cittadinanza e realtà locali sul tema della parità di genere, della lotta alla violenza e delle discriminazioni nei luoghi di lavoro. "Vogliamo in questi incontri approfondire i temi legati allo stereotipo di genere per comprendere la sua origine culturale e sociale, parlare con le associazioni scambiandosi opinioni, credo sia la via per aprire un dialogo aperto e sincero con i territori", ha spiegato Bistocchi.

Il titolo "Il pane e le rose" richiama lo storico sciopero delle operaie tessili a Lawrence, negli Stati Uniti, nel 1912. Non solo un miglioramento salariale, ma anche una richiesta di dignità e condizioni di vita più giuste. Una metafora potente che ben si presta a rappresentare la complessità delle battaglie contemporanee per l'uguaglianza: non solo diritti economici, ma anche riconoscimento sociale e rispetto.

A stimolare il confronto, letture tratte da testi chiave sul linguaggio di genere e sul femminismo, tra cui "Femminili Singolari. Il femminismo è nelle parole" della sociolinguista Vera Gheno, lette dalle operatrici del Centro Antiviolenza "Medusa" dell'associazione Libera...Mente Donna ETS. L'obiettivo è creare consapevolezza, a partire dalle parole, per arrivare a comportamenti e politiche più inclusive.

La parità in Italia è ancora lontana: i numeri che raccontano il divario

L'incontro ha dato spazio anche ai dati e alle riflessioni sulle disuguaglianze strutturali che ancora oggi penalizzano le donne nel mondo del lavoro. L'avvocata Nada Lucaccioni, presidente dell'Associazione Avvocati matrimonialisti italiani per la Tutela delle Persone, dei Minorenni e della Famiglia dell'Umbria, ha portato all'attenzione dei presenti un dato allarmante: secondo la Cassa Forense, nel 2024 il reddito medio di un avvocato uomo è stato di circa 62 mila euro, mentre quello di una donna è fermo a 31 mila. Nonostante l'aumento della presenza femminile tra le libere professioniste negli ultimi 15 anni, il gap resta profondo. "Le avvocate in un anno, guadagnano poco più della metà di un avvocato", ha osservato Lucaccioni, evidenziando anche le difficoltà nel conciliare vita lavorativa e familiare e la persistente competenza maschile nelle discipline scientifiche.

A fare eco a queste parole è stata la consigliera Francesca Pasquino: "Le politiche sulla parità e il linguaggio di genere inclusivo sono in regressione, c'è sempre più bisogno di un cambiamento culturale che porti al superamento degli stereotipi di genere che ogni giorno sono presenti nella vita delle donne. Il linguaggio di genere non è un vezzo femminista ma è il passo più semplice per iniziare un cambiamento sociale e culturale. Le parole sono determinanti perché descrivono il nostro pensiero e ci indicano le azioni da intraprendere".

Dalla teoria alla pratica: un impegno che parte dal basso

La forza del progetto "Il pane e le rose" risiede nella sua natura itinerante e partecipata. Non un semplice convegno, ma un percorso che si snoda attraverso l'Umbria e che dà voce alle comunità locali coinvolgendo attivamente centri antiviolenza, associazioni femminili, professionisti e cittadine e cittadini. Un approccio orizzontale che vuole superare la retorica e restituire concretezza alla battaglia per la parità.

Ogni tappa sarà diversa, modellata sulle esigenze e sulle realtà del territorio che la ospita. Ciò che non cambia è l'obiettivo: stimolare una riflessione collettiva, costruire alleanze, aprire uno spazio di confronto che metta al centro le donne e i loro diritti. Un'iniziativa che, partendo dalle biblioteche e dalle piazze umbre, punta a lasciare un segno duraturo nella cultura civica della regione.

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Giorgia Sdei
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