Il Parco Ranghiasci di Gubbio è stato tra i luoghi più votati in Umbria al dodicesimo censimento del programma “I Luoghi del Cuore”, promosso da FAI e Intesa Sanpaolo. Con 4.844 voti, si è classificato secondo a livello regionale (111° in Italia), subito dietro il Parco Regina Margherita di Assisi (6.615 voti), e davanti all’Oratorio della Misericordia di Orvieto (2.738 voti)
Un risultato significativo: ben 221 luoghi in Italia hanno superato la soglia di 2.500 preferenze, requisito per accedere al Bando del FAI, aperto fino all'11 settembre, che premia progetti di restauro e valorizzazione
Il Parco Ranghiasci, situato alle pendici nord del Monte Ingino, fu realizzato tra il 1831 e il 1849 per volere del marchese Francesco Ranghiasci Brancaleoni, influenzato dalla moglie inglese, Matilde Hobhouse.
Ispirato ai giardini romantici all’inglese, il parco si distingue per:
Viali sinuosi e panorami strategici
Grotte artificiali, ponti e fabbricati neoclassici
Un tempietto elevato con stemma Ranghiasci-Brancaleoni e motto “Virtus omnia vincit”
Matilde, originaria di Bath, era amica del poeta Ugo Foscolo, che le dedicò una poesia: “Alla Gentile Giovine Matilde Hobhouse fanciulla” .
Dopo la morte del marchese nel 1877, il parco subì un lungo periodo di decadenza, fino all’abbandono completo. Negli anni ’80, Comune e Provincia di Perugia acquistarono il sito, avviando opere di restauro e riapertura al pubblico.
Oggi il parco – di proprietà condivisa – è uno spazio prezioso, caratterizzato da:
Manutenzione di vegetazione e strutture
Esposizione di opere della Biennale di Scultura dal 1956
Tuttavia, permane qualche evidente nota di degrado: vetrate rotte, porte danneggiate e segni di incuria
Per molti gubbiensi e visitatori, il Parco è un gioiello unico:
“Un museo a cielo aperto che coniuga natura e architettura in un equilibrio perfetto”
È anche una connessione ideale tra il centro storico e il Monte Ingino, lungo un percorso verde che unisce mura urbiche e bosco collettivo.
La Provincia e il Comune finanziano un ambizioso progetto da 213.000 €, affidato alla giovane architetta Giorgia Castellani, con l’obiettivo di rilanciare il parco come luogo di cultura, eventi e partecipazione cittadina
La candidatura al censimento è sostenuta dal Gruppo FAI di Gubbio, che ha promosso raccolte firme in scuole e associazioni, evidenziando l’importanza del sito come bene comune.
“Ogni voto conta – commentano dal FAI –, il parco può ottenere fondi fino a 70.000 € per restauro e valorizzazione” .
Per votare e sostenere il parco: seguire questo link fino all’11 settembre — oppure aderire alla campagna nelle scuole e nei luoghi pubblici. Perché proteggere un parco è guardare al futuro, con radici forti nel passato.
L’importanza del parco risiede nella sua capacità di relazionarsi con natura, arte e storia, crocevia tra passato e presente:
Testimonianza dell’Ottocento romantico in Umbria
Connessione tra centro e collina, valorizzando panorama e paesaggio
Spazio per mostre, sculture, eventi culturali e visite guidate
Secondo alcuni studiosi, il villino del Parco è “ha lo stesso valore della Casina Valadier di Villa Borghese per potenza e charm”.
Il progetto di valorizzazione punta a:
Restauro dei manufatti storici (villino, tempietto, architetture minori)
Miglioramento accessibilità, incluse persone con disabilità e mezzi elettrici
Valorizzazione della biodiversità e delle scenografie arboree
Promozione di laboratori, escursioni, eventi culturali
Proposte includono il collegamento al cammino dell’Acquedotto medievale, per attrarre cittadini e turisti in un percorso continuo e suggestivo.
Il riconoscimento del parco al censimento FAI conferma il legame forte tra popolo e patrimonio. La speranza è che, con i fondi e l’attenzione ottenuti, il Parco Ranghiasci possa tornare a respirare la sua migliore stagione:
“Non è solo un giardino ottocentesco, ma l’anima verde di Gubbio che chiede di tornare viva, bella e condivisa”.
Ogni voto, ogni passo lungo i suoi viali, ogni iniziativa pubblica aiuta a far rinascere un luogo del cuore che è davvero un patrimonio dell’intera comunità.