Il paramotore è una delle forme di volo più affascinanti e accessibili. Si tratta di un parapendio motorizzato: un’ala simile a quella del parapendio classico, ma abbinata a un motore a elica indossato dal pilota come uno zaino. Questo propulsore permette di decollare da terreni pianeggianti senza bisogno di pendii o di vento particolare, offrendo la possibilità di alzarsi in volo quasi ovunque, in sicurezza e con costi contenuti.
Il paramotore rappresenta la perfetta combinazione di tecnologia leggera, sportività e avventura: la sua autonomia varia generalmente tra 2 e 3 ore, consentendo voli di decine di chilometri e quote che possono superare i 1500 metri, sempre nel rispetto delle regole dello spazio aereo.
Il paramotore nasce alla fine degli anni ’80, quando i primi pionieri iniziano ad applicare piccoli motori a due tempi ai parapendii. In Francia, Germania e Stati Uniti la disciplina prende piede rapidamente, fino a essere ufficialmente regolamentata dalla Fédération Aéronautique Internationale (FAI) nei primi anni ’90.
In Italia, il paramotore fa la sua comparsa nei primi anni ’90, affiancando il parapendio come naturale evoluzione per chi desiderava volare anche in condizioni di assenza di vento. L’interesse cresce rapidamente, e già alla fine del decennio si organizzano i primi campionati nazionali. Negli anni Duemila nasce la Nazionale italiana di Paramotore, che partecipa regolarmente ai Mondiali FAI, con una tradizione di eccellenza che culmina proprio nell’impresa di Chambley 2025.
Dal 24 al 31 agosto 2025, la cittadina francese di Chambley-Bussières è diventata la capitale mondiale del paramotore. Oltre 150 piloti da più di 30 nazioni si sono sfidati in una settimana di gare spettacolari, fatte di prove di precisione, consumo, navigazione e velocità.
La Nazionale italiana ha conquistato un clamoroso secondo posto a squadre, alle spalle solo della Francia, che giocava in casa ed è storicamente una delle nazioni più forti al mondo.
“Un argento che vale come una vittoria” – ha dichiarato il team leader Matteo Orazi – “considerando il livello della competizione e il distacco minimo dal gradino più alto del podio.”
Tra i nomi che hanno scritto questa impresa spicca quello del gualdese Sandro Passeri, veterano della disciplina e pilastro del team azzurro.
“La sua esperienza è stata il collante del gruppo – ha sottolineato Orazi – Sempre presente, saggio e strategico, capace di portare punti determinanti nelle task più complesse.”
Passeri ha iniziato a volare con il parapendio nel 1990 e ha scoperto il paramotore poco dopo, diventando uno dei pionieri italiani. Ha debuttato ai Mondiali già nel 2005 a Levroux, in Francia, e da allora ha accumulato un palmarès impressionante: nove titoli italiani consecutivi, sei secondi posti e prestigiosi piazzamenti internazionali, come il nono posto al Mondiale in Brasile 2022.
Quest’anno, per lui, la soddisfazione è doppia: “Vent’anni esatti dopo il mio primo Mondiale sono di nuovo qui, con la squadra sul podio. Non potevo chiedere di meglio.”
Se Passeri rappresenta l’esperienza, la Nazionale ha potuto contare anche su una nuova generazione di piloti:
Andrea Cecchetto, al suo esordio mondiale, ha conquistato il titolo individuale, portando l’Italia sul gradino più alto nella classifica singola.
Pasquale Biondo ha chiuso al terzo posto individuale, confermando la compattezza del team.
Claudio Villi, definito la “rivelazione” di questa edizione, ha impressionato per la maturità di guida nonostante la giovane età.
“Questa non è solo una medaglia d’argento, è una vera vittoria di squadra – ha commentato Orazi – Dopo oltre vent’anni di gare, da Levroux 2005 a Chambley 2025, finalmente abbiamo conquistato ciò che tante volte era sfuggito, spesso per una manciata di punti.”
Il successo della Nazionale italiana è anche il frutto della collaborazione con Vittorazi Motors, azienda marchigiana leader mondiale nella produzione di motori per paramotore.
“I nostri motori sono progettati per garantire massima affidabilità e prestazioni elevate in gara come nel volo ricreativo” – spiegano dall’azienda. Negli ultimi anni, i loro propulsori hanno vinto numerosi titoli mondiali, e anche a Chambley hanno dimostrato di essere al top, contribuendo alla competitività della squadra azzurra.
Oggi il paramotore non è solo competizione, ma anche turismo esperienziale, fotografia aerea, avventura. È una delle forme di volo più democratiche, perché non richiede infrastrutture complesse: basta un campo e condizioni meteo sicure.
In Italia, le scuole di volo si sono moltiplicate negli ultimi vent’anni, e sempre più appassionati scelgono il paramotore per vivere l’emozione del volo senza l’impegno di brevetti complessi come quelli per il volo a motore tradizionale.
L’aspetto comunitario è forte: i raduni di paramotoristi vedono la partecipazione di decine di piloti, che condividono esperienze e voli in formazione, spesso al sorgere del sole, quando l’aria è più calma.
Il paramotore è regolamentato in Italia dall’Aero Club d’Italia e richiede un attestato VDS (volo da diporto sportivo) con estensione per il paramotore. La sicurezza è un elemento centrale: casco, paracadute di emergenza, manutenzione regolare del motore e conoscenza dello spazio aereo sono fondamentali per ridurre i rischi.
Grazie a questi standard, il paramotore è oggi uno degli sport aerei più sicuri, con un tasso di incidenti molto basso rispetto ad altre discipline di volo.
L’impresa di Chambley-Bussières 2025 potrebbe dare nuova spinta alla diffusione del paramotore in Italia, sia a livello sportivo che amatoriale. La Nazionale ha dimostrato che il nostro Paese è in grado di competere ai massimi livelli, e le immagini spettacolari delle gare stanno ispirando sempre più giovani a intraprendere questa avventura.
Come ha detto Orazi: “Questo argento è solo l’inizio. Abbiamo una squadra giovane, motivata e con grande margine di miglioramento. Il prossimo obiettivo? Il titolo mondiale, e questa volta non ci accontenteremo del secondo posto.”
Il paramotore è molto più di uno sport: è un modo per riconnettersi con il cielo, per vivere il volo in modo diretto e autentico. L’argento di Chambley-Bussières è una medaglia che pesa come l’oro e che consacra l’Italia come una delle potenze mondiali della disciplina.
Dal pioniere che vola all’alba sopra le colline, al campione del mondo che affronta task millimetriche, tutti condividono la stessa emozione: quella di staccarsi da terra e sentire il vento come alleato, spingendo sempre più in alto il sogno umano di volare.