Paolo Poli è stato uno dei talenti più rivoluzionari del teatro italiano. La lista degli aggettivi per descrivere la sua figura sarebbe lunghissima e, consapevolmente, mai esaustiva. Raffinatissimo, irriverente, provocatorio, pungente, brillante, a volte anche accecante, istrionico oltre ogni possibile immaginazione, divertente, anticonformista nell’essenza e sempre, immancabilmente, sorprendente. Soprattutto, un uomo profondamente libero.
Spentosi a Roma nel 2016, all’età di quasi 87 anni, la sua carriera ha rappresentato un esempio, forse ineguagliato, di coerenza e visione poetica del ruolo dell’attore nella società. Quella società spesso vilipesa e dissacrata, a tratti forse odiata, che ha raccontato con estrema lucidità, analizzandola con sommo disincanto e ridendo, in ogni spettacolo, dei suoi topoi ipocriti.
Durante la sua lunga carriera Paolo Poli strinse un legame proficuo con Pino Strabioli, il poliedrico regista e attore, legatissimo a Orvieto dove è cresciuto e dove firma anche quest’anno la direzione artistica del vivacissimo teatro cittadino. E proprio Strabioli porterà in scena un grande omaggio a quel maestro, partendo dal palco del teatro più piccolo dell’Umbria, a Montecastello di Vibio.
Sempre fiori, mai un fioraio, omaggio a Paolo Poli
“Sempre Fiori, mai un fioraio, omaggio a Paolo Poli” è il titolo dello spettacolo che porta in scena l’omonimo libro di Strabioli che con Paolo Poli strinse una solida amicizia e collaborò anche, sia in teatro ne “I viaggi di Gulliver” che nella co-conduzione per Rai Tre di “E lasciatemi divertire“, otto puntate dedicate ai vizi capitali. Quel libro costituisce una preziosa testimonianza che raccoglie gli incontri fra l’autore e il genio del teatro “durante una serie di pranzi trascorsi nello stesso ristorante, alla stessa ora nell’arco di due anni” si legge nella nota di presentazione.
L’appuntamento è per venerdì 8 novembre al Teatro della Concordia alle 21.15. Sarà una “una serata dedicata al pensiero libero, all’irriverenza, alla profonda leggerezza di un genio che ha attraversato il novecento con la naturalezza, il coraggio, la sfrontatezza che lo hanno reso unico e irripetibile“. Dall’infanzia passando per gli amori, la guerra, la letteratura, tanti episodi di un’esistenza che resta un punto di riferimento ben oltre l’arte teatrale.
Paolo Poli: l’icona della libertà
Poli, classe 1929, cominciò a farsi notare negli anni ’50 nei teatri di Firenze, sua città natale. Il suo garbo, l’ironia pungente, la vena surreale gli fecero presto guadagnare anche l’attenzione del neonato piccolo schermo. Proprio nei primi anni ’60 fu il protagonista di una fortunata trasmissione della Rai in cui leggeva favole per i bambini. Nonostante sia stato sempre corteggiato dal cinema (celebre il rifiuto a Federico Fellini che lo voleva in 8½) scelse il teatro, strenuo difensore dell’esperienza dal vivo e della libertà che gli permetteva.
A partire dagli anni ’80 diventò un’icona gay ante litteram, quando in Italia dei diritti della comunità LGBTQIA+ non si immaginava neanche la possibile esistenza. Spesso solo sul palco, dove faceva tutto lui (lo spettacolo su Santa Rita da Cascia ne è l’esempio più popolare), divenuto celebre per i suoi ruoli en travesti, è stato l’artefice di un radicale cambio di paradigma che ha superato i confini del teatro. “Il nostro lavoro è fatto sull’acqua del mare – aveva dichiarato in una delle ultime interviste rilasciata a XL di Repubblica -, va e viene. È bello perché è come la vita, come l’amore si consuma nel momento che si fa. Della scrittura rimane traccia, il nostro va e viene. Ma è giusto così“.
La nuova produzione targata Magazzini Artistici
La produzione dello spettacolo di Strabioli su Paolo Poli è di Magazzini Artistici, nell’ambito della stagione di “Teatri in Rete, secondo atto“. L’iniziativa è realizzata con fondi Por Fesr della Regione Umbria e toccherà otto città dell’Umbria come Terni, Spoleto, San Gemini, Calvi dell’Umbria, Città della Pieve, Massa Martana, Otricoli e, appunto, Montecastello di Vibio coinvolgendo 32 artisti di richiamo nazionale.